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martedì 3 novembre 2020

DI PAOLO RADI 

 

 

 

 


 

 

 

 

CONVERSANDO CON...

     

 

 

 

MARIO  

CHIANESE 

 

 

 

 

 




 



 

  Mario Chianese è un giovane giocatore di calcio ed è nato a Napoli il 22/01/200, anche lui come tanti calciatori che ho intervistato è nato e cresciuto nel quartiere delle Vele.  Così ci si presenta: 


  “Ho iniziato a giocare a calcio quando avevo 7 anni questo grazie a mio fratello che di nascosto mi iscrisse nella scuola calcio dell’ARCI Scampia prima di morire, quindi se non ho fatto scelte sbagliate e qualcosa di non sbagliato lo devo soltanto a lui che facendomi giocare a calcio mi ha tolto dalla strada.  La mia una famiglia   mi appoggia in tutte le mie scelte, sono cresciuto con mia mamma, per me lei è la persona più importante della mia vita perché mi ha fatto prima da madre e poi da padre; ancora oggi la devo ringraziare se sono cresciuto con dei valori importanti.



 Tornando al calcio a 10 anni ho avuto la mia prima esperienza nella società del Calcio Napoli giocando per metà stagione nei pulcini, successivamente sono partito per Cremona per giocare con la Cremonese, e poi sono ritornato nel Napoli che per 2 anni mi ha dato in prestito alla Paganese Berretti e poi alla Virtus Volla - squadra che milita in eccellenza-


 Al Volla l’anno è stato molto importante per me, mi sono rilanciato calcisticamente e ho iniziato a prendere uno stipendio   facendo 15 presenze e ben 13 gol in eccellenza.  Quest’estate ho avuto la chiamata del Real Aversa squadra che milita in serie D facendo anche il mio primo gol nei dilettanti. “ 

 

 

 

 

 

 

Come prima domanda le voglio fare questa, il mondo dello sport è stato stravolto, e lo è ancora, come ogni settore della vita, secondo lei una volta terminaVita di Gino Pugliese 1ta questa pandemia tutto tornerà come prima, oppure anche il calcio subirà dei cambiamenti? 

  

Secondo me il calcio è stato stravolto tantissimo con questa pandemia e secondo me qualche cambiamento ci sarà.

 

 

 

 


 

 

 

Secondo lei c’erano le condizioni giuste per far ripartire il campionato di serie A, e le altre gare di Champions, gli stadi quasi chiusi - una partita ha un sapore divVita di Gino Pugliese 1erso rispetto a uno stadio pieno con migliaia di tifosi -? 

 

Il  calcio doveva riprendere solo per un semplice motivo, il calcio è vita, è brutto giocare in uno stadio vuoto senza tifo visto che eravamo abituati a vedere uno stadio sempre pieno,  dispiace tanto vederlo così vuoto.

 

 

 

 

 

Tuo fratello quando avevi 7 anni ti ha iscritto alla scuola calcio Arci Scampia, senza dirti nulla, come mai? 

 

Mio fratello mi ha iscritto alla scuola calcio senza dirmi niente perché sapeva che ero bravo, ma non avevo voglia di giocare visto che crescendo in un quartiere come il nostro tutto volevo tranne che giocare a calcio; e per questo motivo non lo ringrazierò mai abbastanza per avermi salvato: mi manca tantissimo.

 

 


 


 

 

 

 Che ricordo hai di tuo fratello e cosa rappresenta per te? 


Ricordi... beh sono pochi visto che ero piccolino e di conseguenza non ricordo quasi nulla, che figura rappresenta per me?  È stato e sarà la mia ancora di salvezza in “questo mondo di merda”.

 





 




Eri molto giovane quando sei andato alla Cremonese, come ti sei trovato sia con il mister che con i compagni?

 

Sono stato alla Cremonese quando avevo 15 anni e il periodo è stato breve, ho conosciuto ragazzi bravissimi e il mister era un grande uomo.

 

 

 


 

 






Alla Virtus Volla hai fatto un ottimo campionato, 15 goal, il merito è il tuo è evidente, ma ritieni che questo successo agonistico sia dovuto anche all’ambiente, la Società, il Mister?

 

L’anno scorso è stato un anno fantastico e se sono riuscito a fare tutto ciò lo devo hai miei compagni di squadra al mister e alla società che non mi ha mai fatto mancare niente. 

 

 


 


 


 

Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

La maggior parte giocano per i soldi io gioco al calcio per un semplice motivo: realizzare il sogno di mio fratello e anche per riuscire a realizzarmi come uomo. 

 

 

 


Lei gioca nel ruolo di? 

 

Attaccante 

 

 


 

 

 

Il tuo goal più bello?

 

Il mio gol più bello è stato l’anno scorso Napoli Nord contro Virtus Volla facciamo azione bellissima il mio amico arriva sul fondo mette un cross al centro e io senza pensarci due volte calcio al volo, facendo una sforbiciata bellissima e palla all’incrocio. 

 

 

 

 

 

Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Il calcio mi dà tranquillità mi sta salvando da tutto e tutti. L’unica cosa che ti toglie il calcio è il tempo che puoi dare alle persone più care, ma non possono capire. 

 

 


 


 


Calcisticamente parlando il suo più grande difetto e il tuo più grande pregio? 

 

Il mio più grande difetto è che parlo troppo e faccio tutto di testa mia;  il mio pregio e che vedo e “sento la porta” come pochi. 

 

 

 

 

 

Sei nato nelle Vele di Scampia, e ho intervistato diversi calciatori del tuo quartiere, l’ultimo un tuo amico Gaetano Belsito, come sai tutti parlano di Scampia senza nemmeno mai esserci stati, perché secondo te? 

 

Vedono troppa televisione e non capiscono che chi non nasce nel buio non potrà mai capire la luce. 

 

 


 


 



Tua madre è una figura importantissima, ti senti di dirle qualcosa? 

 

Mia mamma è la mia forza voglio solo dirle che è la mia vita e che la amo tantissimo. 

 

 

 

Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?

 

Non esistono amici per me sono fratelli. 

 

 

 

 

Che cosa si aspetta dal futuro? 

 

Dal futuro mi aspetto una vita migliore di quella che ho vissuto in questi anni, con una famiglia tutta mia e con un lavoro fisso oltre al calcio per mantenerla.

 

 

 

Grazie   

 

a cura di Paolo Radi   

 

 

 

 

03   11       2020 

 

(Tutti i diritti riservati)  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

lunedì 2 novembre 2020

  DI PAOLO RADI 

 

 

 


 

 








CONVERSANDO CON...

     

 

 

 

GAETANO   

BELSITO 

 

 









 

 Gaetano Belsito è una giovane promessa del calcio ed è nato a Napoli il 28/02/2000. 


Così, ci si presenta: 


“Sono nato e cresciuto nelle fantomatiche Vele Di Scampia, posto che ritengo importante per me a livello di crescita personale. Amo il gioco del calcio, è la mia più grande passione in questa vita tutta in salita ed è proprio questo sport che assieme al quartiere da dove vengo mi ha formato come persona. 


Questa passione dentro di me mi è scattata un po’ in ritardo rispetto ai miei coetanei, infatti avevo più di 11 anni quando ho deciso di intraprendere questo sport, ed è per questo motivo che non posso che ritenermi fortunato per aver giocato con la squadra del mio quartiere, lì ho trascorso quasi tutto il settore giovanile fino ad arrivare in prima squadra nel campionato di Promozione per diversi anni e vivere così parecchie emozioni. 

Sono un ragazzo molto ambizioso, difficilmente trovo qualcosa che mi soddisfa, quindi non mi fermo, cerco sempre di migliorarmi e con la forza mentale e la voglia di non mollare mai ho raggiunto il campionato di Eccellenza sono andato nel Nord Italia qualche anno fa, in questo momento mi trovo in Basilicata. 


 Sono orgoglioso del percorso calcistico che sto affrontando, il mio augurio: possa sempre migliorarmi e vivere di calcio, ma anche di   emozioni visto che sono ancora giovane”.

 




 

 


 

 



 

Come prima domanda le voglio fare questa: il mondo dello sport è stato stravolto, e lo è ancora, come ogni settore della vita, secondo lei tutto tornerà come prima, oppure anche il calcio subirà dei cambiamenti?

 

Io credo che nel mondo del calcio più gli anni passano e più subirà cambiamenti in maniera negativa. 

Personalmente preferivo di più il calcio di una volta quello “dell’occhio umano” e non di tutta questa tecnologia. Temo che ogni anno che passa sarà sempre peggio.

 








 

Lei ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua passione a 11 anni, possibile che non c’era un altro sport che potesse interessarla? 


La mia passione per il calcio e nata da una partita del Napoli nel 2009 contro la Juventus mi ricordo ancora quel giorno come se fosse ieri, il Napoli nel fine primo tempo perdeva 2-0 e a casa non si poteva dire una parola non volava una mosca, c’era una tensione quasi come se dovessero scendere loro in campo, mi ricordo che nel secondo tempo il Napoli fece una rimonta bellissima con una doppietta di Marek Hamsik e uno di Datolo , ed è grazie a quella vittoria del Napoli  che ho capito che il Calcio ti fa vivere di emozioni vere ed è stata questa la motivazione che mi fece catapultare nel mondo del calcio. 


Ho iniziato a calpestare quel prato verde a 11 anni grazie a mio zio Mario che mi ha sempre seguito ovunque, ha sempre cercato di farmi migliorare sia nel calcio che nella vita, se sono quel che sono oggi è anche grazie a lui che non mi ha mai abbandonato. Ho avuto la fortuna di giocare con mio zio in prima squadra, abbiamo fatto un campionato stupendo dove abbiamo sofferto tanto, ma con la giusta determinazione e con una grande voglia abbiamo raggiunto l’obbiettivo della società, è stato un anno fantastico anche perché l’ho condiviso con mio zio che in tutti questi anni e stato tutto per me, non finirò mai di ringraziarlo!

 






 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”


I miei genitori non volevano che io lasciassi la scuola per andare a lavorare, anche se sapevano benissimo che a casa serviva una mano in più e nonostante tutto non volevano, ma io la mia decisione già l’avevo presa e niente e nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea. Ho lasciato la scuola a 16 anni. 


Ed è proprio da quel periodo che è iniziato il mio percorso lavorativo che fortunatamente (anche se ho fatto diversi mestieri) mi ha dato la possibilità di lavorare e giocare a calcio, anche perché gli orari me lo permettevano, in conclusione il mio percorso lavorativo mi ha dato la possibilità di aiutare economicamente la famiglia, di stare in mezzo alle persone e quindi di continuare a formarmi come persona.

 




 






Lei è nato e cresciuto, “nelle fantomatiche Vele di Scampia”; com’ è nascere e vivere a Scampia, (nei giornali e in televisione i commenti e le osservazioni dei cronisti ci presentano una realtà che sicuramente non corrisponde al vero)  


Sono un ragazzo che viene dal nulla, nato e cresciuto in pochi metri quadri ma con uno spazio di umiltà, semplicità ed educazione incredibile, sì possono dirlo tutti, davvero incredibile!

Ho sempre pensato che la vita sin da piccolo abbia  voluto mettermi alla prova, quante volte ho pensato che non ce  l’avrei mai  fatta, quante volte ho temuto che dalle  cadute non mi sarei mai rialzato, mi sono  la speranza mi ha  sempre dato la  vita e la  forza  che da un giorno all’altro sarebbe potuto cambiare qualcosa, sarebbe potuto accadere qualcosa di bello per me, qualcosa che mi avrebbe fatto sorridere dentro e fuori; per troppi anni ho fatto sorridere soltanto le mie labbra, ma dentro di me morivo,  nel mio percorso di crescita non avevo la presenza di un “guerriero che mi facesse  da padrone”. 

Sapete quanti Natale, Capodanno e la festività Pasquali mi sono dovuto fortificare da solo? Mi guardavo nello specchio e dicevo prima o poi finirà…fatti forza! 

 












Lei ci ha anche riferito che vivere a Scampia è stato fondamentale per farla crescere, in che modo? 


Sono cresciuto in un ambiente che se non sei forte e se non hai “le palle e una materia grigia importante”, oggi mia mamma non mi direbbe: “sono orgogliosa di te figlio mio. 


 Ho saputo prendere i consigli di tutti, poi valutavo, e sceglievo se accettarli o meno. 

Mi hanno insegnato e tramandato che nella vita bisogna prendersi tutto da tutti, bontà, cattiveria, semplicità, egoismo e invidia e farne tesoro, ho messo tutto in una valigia che mi accompagnerà per tutto il resto della mia vita. 

Quante volte sono stato tentato dalla vita, ma ho sempre avuto la fermezza di guardarmi nello specchio e dire: io non sono come voi. 


Può succedere che quando io dico alle persone dove sono nato e dove abito, mi possano guardare, in modo strano, tanto per capirci, anzi a volte “troppo strano”, cerco di far finta di niente e non mi faccio del male “forse... sì, o forse no”, chissà! In conclusione una cosa è certa: sono orgoglioso e fiero di me stesso, perché se ora sono quel che sono è grazie a tutto ciò che ho visto e sentito.

 











Al Nord in che squadra ha militato, e ora in Basilicata dove gioca? 


Al nord ho militato in eccellenza veneta con la F.C. Luparense, e ora sono in Basilicata e milito sempre in eccellenza con l’U.S. Castelluccio.





 


 




Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 


La maggior parte è per i soldi, per me è il desiderio di realizzarmi poi il resto viene da sé.

 

 


Lei gioca nel ruolo di? 


Difensore

 









 

Quanto è importante la famiglia per lei? 


La famiglia è tutto!

 

 


Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?


I miei amici sono come fratelli.

 

 


Un sogno per il futuro?


Sicuramente arrivare a buoni livelli, creare una famiglia e trovare un lavoro oltre al calcio che mi possa aiutare a vivere bene

 







  



  Grazie   

 

a cura di Paolo Radi   

 

 

 

 

02     11        2020 

 

(Tutti i diritti riservati)