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giovedì 2 aprile 2020



A CURA DI PAOLO RADI 







UNA CONVERSAZIONE
     

     
 CON  
  

GIORDAN 
LIGAROTTI




Giordan Ligarotti di 37 anni (è nato a Brescia) ha militato nel settore giovanile del Brescia calcio. Poi nei quattro anni e mezzo è stato un giocatore professionista nel Lumezzane e nel Montichiari in serie D (10 anni) Ora è tre anni che allena in prima categoria  la Nuova Valsabbia , e ha conseguito    il patentino UEFA B. 












La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

Direi che  ho capito da subito che per  me sarebbe  stato importante dalle prime partite all’oratorio di paese.









I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

I genitori e mio fratello hanno sempre avuto tantissimo entusiasmo e mi hanno sempre accompagnato in qualsiasi luogo, poi nella maggiore età mi hanno sempre seguito, ma ricordandomi che poi il calcio prima o poi finiva e dovevo pensare ad altro.






Lei abita è nato nella provincia di Brescia, le occasioni per praticare altri sport non le saranno mancate, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica da indurla a cambiare settore sportivo?

Si altre possibilità sportive ci sono state ,ma il calcio è sempre stata la prima passione.










Lei ha giocato in tantissime squadre, a quale è rimasto più  legato? 

La squadra che sono stato più legato è stata la Pergocrema ora Pergolettese, sia alla gente che alla piazza.





Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

Tutti provano a diventare calciatori perché attratti dalla fama, ma è comunque sempre la passione che ti deve portare avanti e a migliorarti sempre.





Ad un certo punto lei decide di diventare allenatore. Cosa è successo, affinché lei prendesse questa decisione?

Ho smesso di giocare a 34 anni quando sono sceso in prima categoria vicino a casa, perché dopo un anno tribolato mi ero stancato e l’entusiasmo di allenarmi non c’ era più. Ho voluto prendere pausa per poi buttarmi nel ruolo di allenatore che tra l’altro inizialmente non avevo in mente poi un paio di coincidenze.










Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 

Un allenatore di prima squadra come piace a me deve essere per prima cosa onesto con il gruppo e cercare di tirare fuori il meglio da ogni componente” cose strane”. Portando avanti con decisione le sue idee e concetti.





 Che cosa le ha dato il calcio e che cosa, ovviamente le ha  tolto?

Il calcio mi ha dato tanto in tutti i sensi anche se ho fatto 5 anni di C e 10 di D. Sono soddisfatto di quello che ho fatto e sinceramente altre categorie superiori da giocatore non le meritavo Ognuno milita nelle categorie che si merita.




    Qual è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?

Prima della partita da mister  c’è, tensione,  però cerco di trasmettere sempre tanta passione tanta determinazione sperando che tutti capiscano i miei concetti e che si giochi a calcio in modo sereno, ma determinato.












E alla fine di una partita, invece? Ripensa a quello che ha sbagliato a livello tattico, oppure volta pagina? 

A fine partita volto sempre pagina anche se con i miei collaboratori e il direttore voglio  a capire dove potevo fare meglio.




Una partita da allenatore che vorrebbe dimenticare? 

Lo scorso anno ai quarti di finale di coppa in casa c’era un’ attesa importante per l’ esito della partita, ma qualcosa ho sbagliato anche io anche se abbiamo perso ai rigori.




Un suo pregio?

 Pregio onestà con tutti e dire le cose come stanno senza cercare alibi e scusa.









Un suo difetto?

Difetto a volte esagero con la direzione arbitrale





Come   descriverebbe se stesso nei riguardi di una persona che non conosce nulla di lei?

Onesto e trasparente.  Non mi rimangio la parola su quello che dico, piuttosto ci rimetto io, ma è così. Sono sempre sereno e se posso do una mano sempre a chi ha bisogno se si può,  altrimenti se uno non lo fa e ha la possibilità è un c....










Lei giocava nel ruolo di centrocampista, si ricorda il suo goal più bello? 

Ho avuto la fortuna di fare circa 70 gol in serie D ma l’ unico gol nei professionisti non si scorda mai:  Montichiari contro  0lbia.





Questa mattina ho letto la frase del presidente dell’Associazione Calciatori, credo, l’importante è quello che dice: “Per giocare bene non serve solo avere dei piedi buoni, ma è utile la testa”. Secondo lei cosa significa questa frase?  

Sono d’accordo perché la testa è tutto, poi ognuno mette le proprie qualità tecniche tattiche e fisiche,  ma la testa e la mentalità sono fondamentali.




Quanto è importante la famiglia per lei? 

La famiglia per me è vita. 










Che cosa si aspetta dal futuro come allenatore? 

Da allenatore sono ambizioso molto e vorrei arrivare come minimo dove sono arrivato da calciatore sempre facendo  la gavetta E spero quest’ anno visto che è tutto l’ anno che siamo primi di regalarci il sogno di essere promossi  in Promozione.






Grazie   

a cura di Paolo Radi   





02     04      2020 

(Tutti i diritti riservati)  






venerdì 27 marzo 2020


A CURA DI PAOLO RADI 







UNA CONVERSAZIONE
     

     
 CON  




ALESSANDRO
CUOMO






Alessandro Cuomo è nato a Napoli il 17-05-1990. Si è diplomato in ragioneria, e appena finito gli studi ho voluto continuare   seguendo la sua passione per il calcio. 

È cresciuto calcisticamente nell’Acerrana dove è rimasto 6 anni vincendo anche un campionato. Poi ho militato in varie squadre tra cui Portici, Stasia, Sorrento, Bacoli e Torrese, successivamente ha iniziato a lavorare come guardia giurata presso alcuni supermercati.



 Non ha mai lasciato la sua passione, infatti  ha continuato anche con la Torrese vincendo un campionato, per poi proseguire con la Terzigno Agerola.



  






La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

L'ho scoperto all'età di 5 anni quando mio padre mi iscrisse alla scuola calcio Sporting Neapolis è da quel momento che  è diventata la mia passione più grande.




I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

Per i miei genitori veniva sempre prima lo studio, se non andavo bene a scuola non mi mandavano agli allenamenti, una volta diplomato ,però,  poi ho proseguito in maniera autonoma.










Lei è nato a Napoli e le occasioni per praticare altri sport non le mancano, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica che potesse interessarla? 

Prima di praticare calcio, ho fatto piscina, ho partecipato anche a qualche gara, ma il calcio ha prevalso su tutto. Era quello che volevo fare. 










Lei ha giocato in tantissime squadre, a quale è rimasto più  legato? 

Sì; ho giocato in parecchie squadre, dove ho conosciuto tantissimi amici che ancora oggi sono in contatto. Ma la squadra a cui sono rimasto legato è l'Acerrana dove sono cresciuto già dai primi anni di under dove sono rimasto 6 anni vincendo anche. 





Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

Mah io credo che li attiri entrambe le cose. Tutti sognano di diventare calciatori per  guadagnare soldi ecc, ma la strada è veramente lunghissima, e non tutti ci riescono, quindi per  molti resta solo un sogno. 





Lei gioca nel ruolo di? 

Io da Under nasco terzino, classico ruolo che si propone  agli Under. Ma col passare del tempo mi sono spostato centrale difensivo dove mi sono adattato benissimo










Il suo goal più bello?

Il  mio gol più bello  è stato quando ero nel  Sorrento, giocammo a Palma Campania contro la Palmese e segnai in rovesciata su un’azione da calcio d'angolo. 




Una partita che vorrebbe dimenticare? 

Al momento non mi viene in mente una partita in particolare da dimenticare, forse sono più episodi che partite. Ma una in particolare adesso non la ricordo particolarmente.




Che cosa le ha dato il calcio e che cosa le ha tolto, o le sta togliendo? 

Il calcio mi ha dato tanto, mi ha offerto la possibilità di fare tantissime amicizie negli anni trascorsi, veramente ho avuto la possibilità di conoscere tantissime persone, e a tutt'oggi sono moto legato. 

Mi ha tolto, forse, la possibilità di intraprendere prima un’avventura lavorativa, anche perché quando si è più piccoli si pensa solo a divertirsi, poi crescendo capisci che forse dovevi dare la priorità ad altre cose. Ma adesso fortunatamente lavoro e posso ancora divertirmi, quindi va bene così. 










Ho intervistato diversi giocatori e molti mi hanno ripetuto la solita frase: “Non conta essere molto bravi, ci vuole il procuratore adatto, servono le conoscenze per arrivare in serie B e A, inoltre alcune società di chiedono delle cifre esagerate solo per entrare nelle categorie minori”.  Quello che ho scritto corrisponde a verità?  

Assolutamente sì, indubbiamente se sei bravo vai avanti, ma se alle spalle hai qualcuno che ti segue, e perché no, hai conoscenze giuste è totalmente diverso. 





Il suo più grande difetto?

Difetto...sono sicuramente testardo e impulsivo.





Il suo più grande pregio?

Mi dicono che buono e premuroso. Poi ci metto anche il saper legare subito con tutti: lo considero un mio pregio questo.





Quanto è importante la famiglia per lei? 

Per me viene prima di tutto è la cosa più importante. Loro mi hanno insegnato l’educazione e il rispetto del prossimo e delle regole. Se oggi sono la persona che sono e tutto merito loro. E poi oltre alla mia famiglia ho una ragazza speciale: Iolanda, lei mi appoggia su tutto e sono stato fortunato ad aver trovato la mia metà nella sua persona.












Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?

Beh gli amici ricoprono un ruolo importante. L’ avere degli amici fidati, su cui puoi contare in qualsiasi cosa sia positiva che negativa è veramente fondamentale. È io sono fortunato ad averli. 





In questo momento il calcio è fermo a causa del Covid-19, un giocatore come vive secondo lei questo momento di non attività? 

È dura, perché non allenarsi non vivere lo spogliatoio, le amicizie gli allenamenti, è veramente dura. L'ansia della partita, il non poter toccare quel pallone a cui corri dietro da una vita è difficile. 

Ma adesso tutti abbiamo una partita più importante da vincere, forse la più importante. E insieme ce la faremo. 





Ultima domanda che cosa rappresenta Napoli per lei?

Napoli è la mia città la città dove sono cresciuto e in questi giorni vederla così vuota, spenta, lei che è sempre ricca di colori armonia e felicità è “brutto”. Ma sono convinto che tra poco tornerà ad essere la Napoli che tutti conosciamo e vogliamo.












Grazie   

a cura di Paolo Radi   





27     03      2020 

(Tutti i diritti riservati)  












giovedì 12 marzo 2020


A CURA DI PAOLO RADI 









 UNA CONVERSAZIONE 
     

     
 CON 



       VITO  
     PERSONAL TRAINER


Vito P.T. è nato a Pompei, è personal trainer in varie palestre e si occupa di fitness, nutrizione, ginnastica correttiva. Nella sala attrezzi cerca di far restare in forma le persone che lo seguono, cerca di esaudire i propri sogni, inerenti al proprio fisico. Ha due brevetti di istruttore di bodybuilding, di nutrizione e fitness. Si aggiorna sempre e sperimenta su di sé le novità che ha studiato.





   

    La prima domanda è un classico quando ha scoperto questa sua passione della cura per il corpo?

Salve mi chiamo Vito PT e sono un personal trainer che frequenta molto le palestre, la scoperta per questa passione del modellare il proprio fisico ce l’avevo già all’ età di 15, perché  vedevo nelle riviste di bei ragazzi muscoli al epoca e pieno di fascino,  così intrapresi questa carriera, avevo 15/16 anni.





A che età ha iniziato ad approfondire le materie oggetto del suo lavoro in palestra? 

All’età di 23 anni vedendo dei bei miglioramenti, iniziai a studiare ed approfondire la materia riguardo il bodybuilding e la nutrizione.










Ogni giorno su tutte le riviste si leggono consigli per dimagrire, ma come lei sa, non è certamente facile. Tutti parlano di “dieta sana e misurata”. Secondo lei per perdere peso facendo poca attività fisica quali alimenti consiglierebbe? 

Allora riguardo alle riviste si leggono parecchi argomenti sulla   perdita di peso, ma delle volte dipende anche da persona a persona e da come reagisce il proprio corpo. Ovviamente dimagrire è una prova di sacrificio. Facendo poca attività fisica per impegni o altro io consiglierei pochi carboidrati (calcolo in base al proprio peso corporeo e a seconda degli esercizi) e molte proteine (carne rossa o bianca, pesce, uova, tonno, affettati magro) accompagnate da verdure e acqua.











La sua giornata tipo com’è?

La mia giornata non è abbastanza facile. Mi alzo presto, seguo sempre la dieta dei 6 pasti divisi nella giornata, me li preparo sempre la sera prima, poi giro le palestre in base ai clienti che ho da seguire quel giorno. Una volta concluso arrivo a casa e mi rilasso.




In palestra i suoi clienti che cosa le chiedono maggiormente? 

I miei clienti di sesso maschile maggiormente mi chiedono di aumentare la massa muscolare, invece le donne mi chiedono maggiormente di tonificare glutei e girovita...










Un desiderio di un cliente che è riuscito a soddisfare? 

Desideri dei clienti bene o male riesco sempre a soddisfarli in maniera eccellente, un esempio: un ragazzo da 68kg l’ho portato a 80 kg (massa pulita e poco grasso) nel giro di 3 mesi, riguardo sesso femminile tonifico a tutte le ragazze nel giro di pochi mesi.  Ci tengo a precisare che sono sempre riuscito a far vedere risultati.










Che cosa comporta a livello psicologico essere il personal trainer di un giovane che vuol raggiunger certi livelli negli sport agonistici? 

A livello psicologico seguire un ragazzo che vuole gareggiare o quant’ altro in maniera agonista o professionista comporta: impegno, studio e sacrificio.








A proposito di Bodybuilding, a volte si leggono che in certe palestre si vendono sostanze non lecite per raggiungere certi livelli, le chiedo, è proprio necessario mettere a rischio la vita per un raggiungere una certa massa muscolare? 


Riguardo i farmaci al nero che si vendono nelle palestre o altrove io sono contrario perché mettere a rischio la propria salute non vale la pena, però dipende sempre a che livello vuoi arrivare. Io ho sempre sconsigliato ciò ai miei allievi e ho sempre sudato per farli ottenere risultati senza farmaci:  la mia teoria sarà sempre la stessa..






Un suo pregio? 

Come pregi non mi vanto però sono riuscito a ottenere molti risultati alle persone e me stesso compreso. 









Un suo difetto?

Riguardo ai difetti non saprei, forse sono molto pignolo e preciso sul mio settore e potrebbe essere un difetto, ma  non saprei.











Come   descriverebbe se stesso nei riguardi di una persona che non conosce nulla di lei?

Riguardo le persone che non mi conoscono a volte d’impatto posso offrire  un’ impressione “cattiva,” ah, ah, ah, ma conoscendomi e tutta un’ altra cosa.












Un sogno nel cassetto? 

Un sogno è quello di diventare un personal trainer molto seguito e apprezzato nel mondo del fitness.




   Grazie  

a cura di Paolo Radi   





12        03    2020  
(Tutti i diritti riservati)