SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
GIULIO
IANNOTTA
Giulio Iannotta ha 24 anni abita a Caserta, è Direttore Generale del club calcistico JS San Tammaro, e così ci si presenta:
“Mi sono accostato al mondo del calcio dilettantistico all’età di 14 anni. Sin da piccolo ho giocato a pallacanestro raggiungendo anche obbiettivi importanti nel settore giovanile; comunque trovavo sempre spazio per il calcio questo perché mio padre Raffaele e mio zio Giuseppe, per anni hanno ricoperto ruoli dirigenziali (mio papà), presidente (mio zio).
Sono loro che mi hanno fatto conoscere ed affascinare a questo magnifico ambiente, che poi sai bene il livello non-professionistico in Campania, assurdo, si trovano giocatori che tecnicamente sono molto superiori a chi milita nei vari campionanti superiori.
Questo è il primo anno da direttore generale, anche se sono giovane d’età.
L’esperienza fatta sui campi di mezza Campania con la mia famiglia, mi ha portato a mettermi in gioco con un progetto ambizioso, il club è la JS San Tammaro, squadra che militerà in terza categoria.
Si tratta di un progetto nuovo fatto da giovani; partendo dal presidente Luciano Fraschini, che da anni gestisce la scuola calcio nell’ambiente Sammaritano, i mister Valletta e Fusco, veri intenditori, gente che “mastica” calcio h24, con un bagaglio di esperienza assurda; il D.S. Sabatino che oltre ad essere un mio caro amico è un giovane ragazzo appassionato che da anni bazzica nel dilettantistico casertano; Francesca Magliolo e Domenico Farina, rispettivamente Social Media Manager e Team Manager, che con le loro capacità dettate da un’ampia esperienza nei relativi settori renderanno ancora più professionale l’intero entourage.
Insieme ce la metteremo tutta per creare col tempo, qualcosa di importante, perché credo che con la costanza e la determinazione si può arrivare ovunque”.
Come prima domanda le voglio fare questa lei ha iniziato a giocare a pallacanestro, i risultati erano buoni, ma allora perché ha abbandonato, e con gli occhi di oggi, rifarebbe questa scelta?
In realtà crescendo, ho iniziato a captare l’importanza di affermarmi lavorativamente e ciò mi avrebbe comportato sacrifici enormi, e la mia amata pallacanestro e gli allenamenti sarebbero diventanti un vero impegno.
Il calcio per invece è un hobby, una passione che riesco ad inserire nella mia routine.
E la sua passione per il calcio quando è arrivata?
Sin da piccolo Paolo, fortunatamente, io facevo parte ancora di quella generazione che dopo la scuola o durante le vacanze estiva, giù in strada creava dei veri e propri campionati di street soccer, altri tempi, perché oggi i genitori, cercano di tenere i loro figli protetti dentro le “sfere di cristallo”. Non bisogna dimenticare che i ragazzi di oggi hanno la Play Station, il cellulare costoso, i vestiti firmati, crescono viziati e privi di valori.
Suo padre e suo zio hanno sempre gravitato nel mondo del calcio, ci potrebbe ridire i ruoli e in quali club sono stati?
Diciamo che hanno avuto qualche trascorso in giovane età, ma nulla di particolare. Poi dal 2011 circa, mio zio ha fondato l’ASD Macerata Campania, la squadra del nostro paese d’origine, che poi è diventata la Real Maceratese Dalla terza categoria in 5 anni siamo arrivati in promozione sfiorando più volte i play off per l’eccellenza.
Con la sua famiglia lei ha fatto molta esperienza, in quali squadre della Campania?
Conclusa questa parentesi, fine 2017, ci spostiamo a Marcianise (CE), dove con l’U.S. Marcianise con presidente mio zio ed altri imprenditori, e con mio padre dirigente siamo partiti dalla promozione vincendo nel 2018 il campionato con record di punti e vittorie, e pure la Coppa Campania. Un’equipe assurda, il Mister era Angelo Valerio e come giocatori d’altra categoria menziono questi: Pietro Famiano, Mimmo Pingue, Vincenzo Mormile, Davide Iovinella e Angelo Parente.
Da quel momento in poi abbiamo disputato 3 campionati di eccellenza, l’ultimo interrotto dal Covid.
Oggi mio zio e mio padre, si sono presi una pausa causa impegni lavorativi e familiari, ma è una cosa momentanea. Ci sono tanti progetti che pian piano prenderanno forma. I giovani di oggi hanno la Play Station, il cellulare costoso, i vestiti firmati e crescono viziati e privi di valori
Ci vuol dire qualcosa inerente a questo progetto della JS San Tammaro?
Il progetto JS San Tammaro, nasce quest’anno con alle basi una squadra fatta per la maggior parte da giovani. Puntiamo in primis a divertirci, abbiamo un ottimo potenziale e l’obbiettivo è crescere insieme. Il tempo farà, e soprattutto Paolo, il campo parlerà.
Per chi poco conosce questo mondo, qual è il ruolo del Direttore Generale?
In linea di massima il DG è una figura che collima con l’amministratore delegato. Nel calcio, ricopre un ruolo più legato alla burocrazia: gestione finanziaria, ma fondamentalmente collabora con il DS per le operazioni di mercato.
La società dove vuole arrivare?
Seppur di prima esperienza e con tantissimo giovani, la JS Santammaro punta alla zona play off per il passaggio alla 2 categoria. Con la società stiamo gettando le basi per qualcosa di duraturo e proficuo nel tempo; ci sarà da divertirsi.
Una domanda che ho fatto a molti, secondo lei grandi giocatori, diciamo grandissimi giocatori si nasce oppure ci può diventare con tanti sacrifici?
Sono una persona umile, tutto quello che ho me lo sono creato è stato opera dei miei sacrifici.
Un giocatore che lei ammira tantissimo?
Di Lorenzo, terzino del Napoli.
È un esempio per molti giovani, è partito da zero ed è riuscito a vincere un europeo, il campionato italiano e a prendersi la fascia da capitano nel Napoli. Fino a 4 anni fa giocava in Serie D. Assurdo non trovi?
Lei è giovanissimo con quale stato d’animo affronterà questa esperienza così importante?
Paolo, per tanti anni sono stato lì ad osservare e cercare di apprendere quante più cose da chi già ha rivestito questo ruolo, guardando con attenzione il modus operandi della mia famiglia. Sono un appassionato, un tifoso di calcio vero e continuerò a divertirmi anche ricoprendo incarichi con più responsabilità.
Grazie
26 07 2023
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