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martedì 17 settembre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ENZO

MARIGLIANO


II INTERVISTA

 




Enzo Marigliano è di Salerno,  ed è allenatore di calcio. Cosi ci si presenta:

 

 

“Dopo aver frequentato diversi anni nelle scuole calcio locali e qualche sparuto presenza in categorie dilettantistiche, ho intrapreso dieci anni fa la strada di collaboratore facendo il secondo in promozione con l'Olympic Salerno, poi sempre da secondo in prima categoria con le squadre di Vignale, Audax e Valentino Mazzola.

 

Ho conseguito prima il patentino per istruttore di scuola calcio nel 2013 e poi nel 2015 ho conseguito il patentino UEFA B.

 

Ho iniziato a rivestire il ruolo di primo allenatore nell' anno 2019 con la Valentino Mazzola squadra di prima categoria campana restando sulla stessa per due anni.

 

Poi ci sono stati degli anni molto travagliati interrotti dal Covid.

 


 

Abbiamo saputo che lei la scorsa stagione ha dato il suo supporto al club Valentino Mazzola, che era già retrocesso, per riconoscenza da come abbiamo capito, immagino che lei sia molto legato a questa società, è così?

 

Ho un rapporto bellissimo con tutta la società e da lì che ho cominciato a fare esperienza, anche se sapevo benissimo che non navigavano in acque tranquille ma non ho potuto dire di no come ha detto lei per riconoscenza.

Parola che nel calcio viene usata pochissimo.




 





Il calcio italiano nell’ultimo europeo non ha ottenuto grandi risultati, quali sono i motivi secondo lei? (Alcuni dicono che tutto dipende dal fatto che i nostri giocatori sono viziati, altri hanno detto che non vedevano “l’ora “per andare in vacanza, altri, addirittura hanno dato la colpa ai tatuaggi.

 

Il problema del calcio italiano, non posso di certo dirlo io,  è sotto gli occhi di tutti, ci vorrebbero giorni per parlare di ciò,  ma una cosa è certa dopo: il 2006 non è stato fatto nulla per migliorare la situazione.

 

In questo momento lei sta cercando un ingaggio, in che squadra le piacerebbe andare?

 

Sì, mi farebbe piacere molto piacere tornare a mettermi in discussione ma con qualche squadra che ha intenzioni di programmare a lungo termine.

Sono consapevole che in queste categorie(dilettanti)è difficile trovare tutto ciò ma ci sono anche tante brave persone e preparate che con la categoria non c’entrano nulla.

 








Spesso e volentieri, se uno squadra non ottiene i risultati si cerca sempre un responsabile e il responsabile guarda caso è l’allenatore, ma in campo ci sono i giocatori, non chi allena, lei cosa ne pensa a tal riguardo?

 

Io sono abituato a non dare mai le colpe ai calciatori, ma a prendermi sempre tutte le responsabilità quando la partita  non ha soddisfatto le mie aspettative.

Quando le cose vanno male o viceversa è perché tutti hanno fatto bene o male il proprio compito dal presidente al magazziniere.

I calciatori hanno le loro colpe per carità, ma non decidono loro di andare a giocare in una squadra o di andare in campo.

 

Secondo lei qual è la principale qualità che deve avere un allenatore?

 

Dipende paolo, dipende da categoria a categoria. Nei dilettanti conta molto fare gruppo, far sì che i ragazzi stiano bene ed esprimano al meglio le loro potenzialità. Il calcio alla fine è uguale dalla serie A alla terza categoria, secondo me cambia il linguaggio.

 

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Quale comportamento invece non deve tenere un allenatore?

 

Non dev’essere né autoritario, e neppure presuntuoso; ma che faccia dell’umiltà il suo punto di forza

 

Spesso e volentieri ci sono dei contrasti con i giocatori, in  che modo si possono gestire comportamenti arroganti o indisponenti? A lei è mai capitato di avere degli scontri accesi con qualche giocatore?

 

Ci sono tante cose che capitano a chi vive lo spogliatoio, a chi non è capitato un episodio del genere, ma si deve essere bravi a riportare subito la situazione alla normalità per il bene del gruppo.

 

La sua giornata tipo di allenatore com’è? 

 

È proprio questo che mi manca, preparare gli allenamenti, il gruppo e tante altre emozioni che solo questo sport sa farti vivere.




 





Indipendentemente dal risultato della partita, con i giocatori discutete sul risultato, esaminate cosa non è andato bene, oppure voltate pagina?

 

Ne parlo sempre al primo all’allenamento successivo alla partita disputata e insieme ai collaboratori e ai ragazzi con umiltà cerchiamo di lavorare sugli aspetti che non  ci sono piaciuti durante il match.

 

Se domani ricevesse una chiamata da un club partirebbe immediatamente oppure ci rifletterebbe con calma, o non partirebbe proprio?

 

Con il tempo cresci e capisci diverse cose e oggi prima di accettare valuterei diverse cose, soprattutto la serietà della società, ma la voglia di tornare è tanta, e come ho specificato  prima ci devono essere i giusti presupposti, altrimenti continuo ad aggiornarmi e seguire le partite da spettatore.

 

Un sogno per il futuro?

 

I sogni sono fatti per essere realizzati e ne ho diverse sperando di realizzarne più possibile.



 






A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

A mia moglie che conosce il mio desiderio e la mia grande volontà di tornare in panchina.

 

 

Grazie 

 

 

17 Settembre 2024

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

lunedì 16 settembre 2024

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

SALVATORE 

MIGLIACCIO

 

 

SECONDA INTERVISTA

 

 



    

 

Salvatore Migliaccio è un allenatore di Napoli e detiene il patentino UEFA B.

 

È responsabile tecnico dell’ASD Project Napoli Woman (2024-2025 anno calcistico campionati FIGC per i campionati regionali femminile FIGC; Tornei femminili FIGC, Scuola calcio Femminile dai 5 ai 16 anni) 

 

 

 

 


 

 

 

Come prima domanda le voglio fare questa, come si è chiusa la passata stagione calcistica? 

 

Ho collaborato con il settore giovanile del Napoli Femminile e la stagione si è chiusa positivamente, poiché si è accesa un’altra fiamma di passione e idee per me. 

 

Quest’anno lei si dedicherà solo al calcio femminile, cosa si aspetta?

 

Mi aspetto tante emozioni poiché per me è l’anno “0” in quanto parto con la mia scuola calcio femminile “La Project Napoli Woman”, spero di divertirmi e creare qualcosa di concreto per tutte le bambine e ragazze che amano questo sport e che vogliono vogliono fare un percorso, noi siamo partiti iniziando un progetto con il Sassuolo calcio. 

 

Facciamo parte del progetto: Educational\Experience e cercheremo di diventare sempre più fondamentali di questa società importante che crede tanto nel calcio femminile.

 






Qual è la differenza principale fra allenare dei giovani ragazzi e delle giovani ragazze?

 

Il calcio è lo stesso per tutti, stesse dinamiche, stessa disciplina, ma l’allenamento va strutturato diversamente poiché esistono alcune differenze biologiche tra donne e uomini.

 

Con i ragazzi il rapporto è più diretto, oppure con le ragazze il linguaggio dev’essere più contenuto, nel senso una parola  non “molto bella” detta a un ragazzo può avere un diverso impatto se rivolta a una ragazza, non è così?

 

Credo che il linguaggio debba essere adeguato con tutti i giovani, le “parole brutte” o l’uso di una terminologia volgare non si dicono Paolo a nessuno, solo bei termini. In conclusione voglio precisare che con le ragazze devi essere bravo a motivarle  maggiormente rispetto ai ragazzi, essendo più sensibili su certi aspetti.

 

 






Nella scuola dove lei lavora si possono iscrivere già dall’età di 5 anni, ma non è un po’ troppo presto, o invece tra allenare una bambina di 5 anni oppure una di 7 anni non c’è differenza?

 

Sì, , dai 5 ai 16 anni e spero in futuro di creare una 1° squadra per dare continuità a tutte.

 

Il calcio italiano all’ultimo europeo ha espresso poco, molto poco, quali sono secondo lei i motivi? Alcuni dicono che i nostri giocatori non vedevano il momento per andare in vacanza, altri che sono pieni di tatuaggi e viziati) 

 

Paolo non so risponderti, poiché Spalletti è un grande allenatore, un gran comunicatore, non so cosa sia successo, ma sicuramente tanti valori  si sono persi nei giovani: rispetto e abnegazione sono calati, anche se di poco.



 




Come tutti sanno a Napoli si vive di calcio, è ovvio che questo succede anche nelle altre città, perché è solo il calcio ad essere seguito con tanta passione? 

 

Semplicemente perché è lo sport più bello del mondo, è una passione che la si tramanda di padre in figlio, e può diventare una malattia, in conclusione non puoi fare a meno di non ammalarti: w il calcio.

 

Se lei ricevesse una proposta di lavoro allettante all’estero, partirebbe immediatamente oppure ci rifletterebbe per qualche giorno?

 

Noooooooooooooooooo, il mio cuore è solo per la Project Napoli Woman.

 

Il miglior allenatore in Italia per lei chi è? 

 

Spalletti.

 






Quant’è importante la famiglia per lei?

 

La mia famiglia è tutto per me, e anche gli amici, gli amici sono la famiglia che ti scegli!

 

A chi vuol dedicare questa intervista?

 

La dedico a tutte le mie ragazze mie! Le ringrazio e così i loro genitori, per la fiducia che hanno riposto in me!

 

 

Grazie

 

16 09 2024

 

(Tutti i diritti riservati)