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domenica 31 ottobre 2021

di PAOLO RADI 

 

 


 

 

 

 

 

 





CONVERSANDO DI CALCIO CON…

     

 



FABRIZIO

QUERCIATI 

 








 

UN UOMO CHE GUARDA AL FUTURO STRIZZANDO L’OCCHIO AL BAMBINO CHE GIOCAVA A PALLONE

 






 

Fabrizio Querciati romano di 41 anni  così si presenta:

 




 

Il calcio è una passione enorme che mi ha tramandato  mio papà, un qualcosa che negli anni mi è entrato sempre più dentro. A casa mia la partita della Roma era un momento sacro. Papà poteva togliere la telecronaca perché era lui a commentare ogni singola azione ed a spingere quella palla.

 

 


 

 

 


Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo momento di pausa? 

 

In questo periodo così difficile io ho sempre lavorato, ero uno di quelli che poteva uscire.

In famiglia abbiamo praticamente preso tutti il covid e, devo dire che, per noi, è stato molto simile ad una influenza.

Aggiungo che il papà di un mio carissimo amico, a 60 anni, ha seriamente rischiato di morire ed è stato circa 3 mesi tra terapia intensiva e reparto.

È una pandemia.

È stato qualcosa di nuovo, ha spaventato tutte le persone che hanno un po' di sale in zucca ed ancora bisogna stare attenti e fare prevenzione, anche se con il vaccino credo si vada verso una soluzione.

Chi ne ha maggiormente sofferto sono i ragazzi, costretti a stare in casa senza sport o senza poter vedere gli amici.

In conclusione l’Italia e gli italiani hanno bisogno di risorgere con positività.

 

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

 Ho scoperto che il Calcio sarebbe stata la mia più grande passione da subito. Forse dai 3 anni, a me è sempre piaciuto tutto di questo sport.

La magia del pallone può regalare fiducia nella vita.

La forza di un gruppo coeso e forte non ti fa mai sentire solo, ma parte di un ingranaggio che ha bisogno della spinta di tutti per funzionare.

Fin da piccolo era il mio unico svago. Con la mia squadra due allenamenti a settimana più la partita.

Tutti gli altri pomeriggi scendevo nel parco sotto casa e giocavamo dal pomeriggio a sera.

Con i miei amici organizzavamo dei mini tornei con la solita formula che i più grandi o bravi facevano i capitani e sceglievano a turno i compagni.

Meravigliosa.

In età adolescenziale ho lasciato il calcio per qualche anno, ma avevo un computer e giocavo solo ed esclusivamente al calcio e l'ho fatto fino a pochi mesi fa.

Sceglievo una squadra dalle serie minori, compravo e vendevo giocatori e la portavo più su.

Faccio ancora il Fantacalcio con mio fratello ed un gruppo di amici speciali e mi diverto molto.

Sempre con mio fratello abbiamo gestito per molti anni una squadra di calciotto amatoriale, la gestivano con una passione ed una qualità da serie A.

A me il Calcio mi scorre nelle vene come se fosse il sangue che mi tiene in vita.

 

I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

 I miei genitori sono persone speciali, sono genitori che ogni figlio vorrebbe.

Per loro, come per me ora che sono genitore di una bimba di 10 anni, la scuola doveva essere al primo posto.

Per un certo periodo, se ben mi ricordo, mi fu anche vietato di giocare la partita di domenica, questo perché a scuola ho fatto  sempre il minimo indispensabile.

Ricordo una domenica mattina che mio papà era al campo, erano pochi i giocatori disponibili, e chiama a casa, dove io ero in punizione, credo che  in 10 minuti di corsa ero al campo pronto per giocare.

Felice... felice come un bambino.

 

 

Lei attualmente è osservatore del Pescara Calcio.  E' un bel ruolo, Com’è arrivato in questa importante società?

 

Il mio non è stato un percorso classico, né semplice.

Diciamo che ci sono arrivato grazie alla mia perseveranza ed alle mie qualità, poi magari un giorno te lo racconterò nei dettagli.

 

 

Non è certamente semplice fare l’osservatore calcio, bisogna guardare tante partite, osservare più giocatori contemporaneamente, intraprendere lunghi viaggi e poi bisogna tener in conto i fallimenti; lei al giorno quante ore dedica a vedere le partite?

 

Il ruolo dell’Osservatore o Talent Scout , per fare più scena, non è affatto semplice.

Innanzitutto si ha a che fare con dei bambini o dei ragazzi in età adolescenziale e questo già prevede una certa sensibilità nel gestire e ponderare ogni cosa. Ci sono vari modi di svolgere questo lavoro. Non è una questione di ore o partite o viaggi perché, se si ha occhio un giocatore bravo lo vedi subito e non c'è bisogno di andare dall' altra parte del mondo. C'è sempre un dettaglio che fa la differenza.

Una giocata, uno spunto, un guizzo. Il fallimento fa parte del fare. Solo chi fa sbaglia. Posso dirti che io, utilizzo un mio metodo e fino ad oggi, ha funzionato abbastanza bene.

 

 

Perché molti giocatori ripetono la solita frase (quelli che non sono riusciti ad arrivare a certi obiettivi: “Non ho avuto le giuste conoscenze, se le avessi avute sarei arrivato molto più in alto”?

 

Per arrivare a certi livelli, diciamo nel calcio professionistico ci vogliono molte cose, oltre alla fortuna di incontrare la persona giusta. La più importante di tutte è la perseveranza.

Di talentuosi giocatori ne è pieno il mondo, ma ciò che fa la differenza è la determinazione nel raggiungere un obiettivo. Sapersi rialzare e ripartire più forti di prima. Un calciatore per arrivare non deve cercare alibi ,ma strade da percorrere.

 

 

Quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

Per me la cosa più importante di tutte è la mentalità.

È troppo facile vedere chi tocca bene il pallone, alza la testa, dribbla, corre e tira. Ma la differenza poi la fa solo la mentalità.

Potrei portare tantissimi esempi di giocatori con qualità tecniche di modesto livello che sono arrivati in nazionale perché avevano tutte le altre caratteristiche al top. Damiano Tommasi, per esempio è uno degli esempi migliori che il calcio possa esprimere. Intelligenza tattica, visione, quantità, duttilità etc. Potrei andare avanti per ore, io ho un debole per lui.

 

 

Giocatori che hanno un grande talento e ne possiamo avere anche tanti, se per diversi motivi non riescono a esprimersi in quel provino, in quel caso cosa si può fare, dargli una seconda, una terza possibilità? 

 

Non c'è una regola specifica. Come dicono in tanti il Calcio non è una scienza esatta. Se un ragazzo arriva ad un provino vuol dire che qualcuno ha visto delle qualità A volte può capitare che un alunno faccia un esame e che venga bocciato. Poi lo rifà e prende 30.

 

 

Che rapporti ha con gli allenatori e i presidenti di club? 

 

Io conosco pochi Presidenti, alcuni Direttori di  settore giovanile, alcuni Direttori Sportivi ed alcuni Allenatori.

Ho un ottimo rapporto con tutte le persone che mi piacciono o eventualmente che possono tornarmi utili.

Gli allenatori sono fondamentali nel mio lavoro perché sono coloro che meglio conoscono i ragazzi. Da un punto di vista tecnico, psicologico, familiare e storico. Cerco sempre di conoscere più allenatori possibili e possibilmente bravi. Con loro c'è ovviamente anche una vera e propria collaborazione lavorativa, riconosciuta da una provvigione.

 

 

Successi e delusioni si equivalgono oppure maggiori sono i successi rispetto alle delusioni? 

 

Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ex della Roma, direbbe: "Uomini forti, destini forti".

 

 

Lei adesso ha un  contratto  che la lega al Pescara calcio. Cosa si aspetta  dal lei il Pescara Calcio e cosa si aspetta  da se stesso?

 

Il Pescara Calcio da me si aspetta che segnalo e porto a Pescara i migliori giovani italiani. Coloro che tra 5, 10, 15 anni giocheranno in Serie A e magari in Nazionale. Da me stesso, esattamente ciò che si aspetta il Pescara Calcio.

 

 

Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio? 

 

Ho tanti difetti, può chiedere a mia moglie e glieli dice tutti. Sono molto permaloso, a volte perfino polemico e questo credo sia il peggiore. Il mio più grande pregio è senza ombra di dubbio l’altruismo.

 

 

Chi sono i suoi modelli di riferimento? 

 

È una bella domanda. Come osservatore dico una persona speciale che, purtroppo non c'è più, Mino Favini dell’Atalanta.

Come direttore sportivo ne voglio citare tre perché il ruolo di Ds prevede varie componenti. Si pensa spesso solo al calciomercato, ma la cosa fondamentale, a mio avviso, è la gestione della rosa durante tutta la stagione. Walter Sabatini, un genio, Monchi, sa come si vince e Gianluca Petrachi, una determinazione fuori dal normale. Diciamo che un mix di questi tre Professionisti potrebbe avvicinarsi alla perfezione. Io pagherei di tasca mia per farci una chiacchierata.

 

Come Presidenti avrei voluto conoscere Franco Sensi e dico  un personaggio a volte bizzarro, ma molto molto bravo nel suo ruolo con cui ho avuto la fortuna di fare una piacevole chiacchierata un paio di anni fa: Claudio Lotito.

 

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Io seguo solo il Calcio e lo ammetto, sono una brutta persona, non sono ancora riuscito a vedere una partita intera di calcio femminile, anche se riconosco che il movimento è cresciuto molto e, a volte c'è molta qualità. Per esempio mi piace molto Manuela Giugliano della Roma e della Nazionale.

 


Un giocatore che lei ammira tantissimo e uno che ammira meno? 

 

Damiano Tommasi, mentre quello che ammiro meno, invece è Antonio Cassano.

 

 

Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Ho commesso tanti errori, ma sono soddisfatto della persona che sono e delle qualità ed esperienze acquisite. Rifarei tutto allo stesso modo Non sono soddisfatto di dove sono ora perché sono molto ambizioso e quando avevo 15 anni mi sono fatto una promessa.

 

 

Un sogno per il futuro?

 

Il mio sogno è mantenere la promessa.

 

 

 

 

 A cura di Paolo Radi   

 

 

 01  11         2021 

 

(Tutti i diritti riservati)  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

venerdì 15 ottobre 2021

PAOLO RADI INTERVIEW

 

 







 



GIUSEPPE “PEPPE”   

SOLITRO 

 

 

 








 

 




Giuseppe Solitro is a young player, temporarily released, who lives in Naples. This is how we introduce ourselves "

 

"I was 6 years old when my father wrote to me at the Arci Scampia football school, after which at 11 I immediately moved to Napoli and stayed there for 2 years, after Naples, I moved to Ascoli for another 2 years, then I moved on with La Lupa Roma in Serie D, after which I signed with Neapolis always in D.

 

 Later I played in Francavilla in Sinni, then Ercolanese, 3 years in D, collecting 85 appearances, then last year I was in Serie C with Akragas, but for only 15 days. Then I had an experience in Slovakia in Serie B with Petrezalka, in Austria with Mattesburg, I forgot: I was also with Puteolana in Pozzuoli in excellence and with Sessana always excellent. After winning the championship with Caprese, the following year I moved to Anacapri football and, due to problems related to the pandemic, we were stopped for some time. At the moment I am registered with Real Anacapri, but I still don't know what projects they have; I await news and then see elsewhere “.

 

 

 

Covid has turned our lives upside down, how did you experience this long pause? Was he able to train on a daily basis?
Personally, I went through some bad times with COVID, but I think it was for all of us, as far as football is concerned, I never stopped to train, also because I couldn't wait to leave.
 
When did you discover that football would become your greatest passion?
I discovered it right away, since I was a child I was only 6 when I was on the streets, already on the streets ... I grew up with bread and football and I immediately understood that sport would be my greatest passion.
 
You have played in different teams, which one are you most attached to?
The team that I was most connected to that made me feel at home was Francavilla in Sinni too, because we wrote them a piece of history.



Then he moved to Austria to play for Mattesburg and what do I remember from this club?
With Mattesburg in Austria, the best memory is that of the football structure, I have never seen such an organization, it was a unique experience.
 
Besides football, what other sports do you follow with great interest?
Only football I love and follow.
 
Why does everyone try to become a footballer? What attracts them, plus the fame or the money?
In my opinion, becoming a footballer is not done for money, if anything, it is a dream that you want to achieve, when you reach high levels you no longer think about money, you only think about doing well and letting your fans know that you are a person. humble and professional, money doesn't matter to me.

 


Do you play in the role of?
I play outside high if there is a need also low
 
Do you remember your best goal?
My best goal was the one in Herculaneum against Agropoli in 95th, Serie D.
 
Your career is studded with successes, but also with some disappointments if you had the possibility to go back, would it change something, or are you satisfied with where you have come so far?
I am bitter and angry with myself, if I could go back I would do it right now.
 
His biggest flaw and his greatest merit (footballing speaking)?
My big flaw is not to be "cynical" in front of goal, my advantage is to be devastating, in my opinion, when I find myself in front of only one player,

A player you admire a lot?
The footballer I am inspired by is Marhez of Manchester city.
 
You were born in Scampia, and I interviewed several players, what does this neighborhood represent for you?
Scampia is not the neighborhood that everyone thinks it is, each neighborhood has its flaws, but in our small way we are welcoming human people and most of us love football.
 
How important is family to you?
 
Family comes first.
 
A dream that you would like to realize immediately?
My  dream has always been to make my debut in Serie A. It's difficult, but not impossible, anything can happen!

 

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 Thanks   

 

 

Paolo Radi   

 

 

15 10         2021 

 

(All rights reserved)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

giovedì 7 ottobre 2021

di PAOLO RADI




 

 

 

 

 

 

 











 

CONVERSANDO DI CALCIO CON…

     

 

 

GENNARO 

PIROZZI

 

 

 


 







Gennaro Pirozzi, difensore, è un giocatore nato e residente a Giuliano in Campania. Il suo palmares vanta, 2 vittorie di campionati di Promozione, nella stagione del 2010-11 con la Virtus Carano e nella stagione del 2012-13 con il Quarto.  Dal 2018 firma per la società Montese, la quale dopo la fusione con altre società, verrà denominata A.S.D. Flegrea per disputare il campionato di Eccellenza. 


Ha militato in diverse squadre: stagione 2004-05 con il Giugliano in serie C2, a luglio 2005 firma con l’Ebolitana in serie, stagione 2005-06 è con la Casertana, in eccellenza, di nuovo nella stagione 2006-07 con il Giugliano in serie C2, settembre 2007 con il Giugliano in serie, dicembre 2007-08 con la Casertana in serie D, altre squadre in cui ha giocato sono: Virtus Carano, Gladiator, Maddalonese, Giugliano 1928, Monte di San Procida Calcio.















Come prima domanda le voglio fare questa: il Covid ha stravolto le nostre vite, anche se pare che si stia ritornando alla normalità, come ha vissuto questo lungo momento di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?

 

Il COVID l'ho vissuto, credo come tutti gli italiani con tanta angoscia, temendo per i miei cari, rispettando le restrizioni e con la speranza di tornare presto alla normalità! Purtroppo non sono riuscito ad allenarmi spesso e devo ammettere di aver preso anche qualche kg di troppo. 

 








Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Avevo 9 anni quando mi sono innamorato di questo bellissimo sport, ricordo che con i miei amici le giornate iniziavano alle 9:00 del mattino con il pallone e terminavano alle 21:00. 




 





I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure per loro sarebbe stato meglio che si fosse dedicato solo allo studio? 

 

Ho avuto la fortuna di essere assecondato dai miei genitori, soprattutto da mio padre che mi ha seguito tantissimo.

 





 

 


Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Ho giocato in tante squadre, ma senza alcun dubbio a quella che sono più legato è il Giugliano che è la squadra della mia città, per essa ho rifiutato anche proposte più vantaggiose per la mia crescita personale, non mi pento di questo anche se nell'ultima stagione non sono stato trattato benissimo da tutto l'ambiente. 




 





Com’è stata la sua esperienza in serie C?

 

L'esperienza in C è durata solo un anno, ho giocato poco a causa degli infortuni e a causa della tendenza di alcuni allenatori di affidarsi a giocatori più esperti. 







 

Abbiamo saputo che lei a 13 anni aveva firmato per il Como e che abitava vicino al lago. Come mai poi è ritornato nel suo paese natale? 

 

A 12 anni e mezzo fui preso dal Como e dormivo nel convitto proprio nello stadio comunale che è situato proprio sul lago di Como, dopo pochi giorni ho iniziato a sentire la mancanza della mia famiglia degli amici e quindi ho mollato tutto e sono tornato nel mio paese. L'anno dopo invece firmai con il Ravenna che all'epoca militava in serie B, ma in estate quella società fallì! Ci sono state ancora altre possibilità per spiccare il volo, ma l'essere attaccato molto alle mie radici non mi ha permesso di fare ciò.

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Non seguo altri sport in particolare, solo il calcio. 









Secondo lei perché quasi tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, diventare conosciuti, oppure il vivere una vita agiata e con tanti privilegi? 

 

Principalmente perché è lo sport più bello al mondo ed è per questo attira tanti ragazzi, credo che anche la popolarità e le  cifre che girano in questo mondo attirano molto.

 








Non ritiene che a certi livelli “girino troppi soldi” oppure secondo lei se un giocatore merita è giusto che abbia 10 macchine che valgono anche mezzo milione se non un milione di euro? 

 

Oggi si è arrivato ad un punto in cui le cifre sono esorbitanti, quindi si deve limitare un po' tutto questo, anche perché le stesse società non riescono più a mantenere i costi.

 








Si ricorda il suo goal più bello?

 

Non ho segnato tanto, il gol più bello l'ho fatto con la maglia della Casertana, quello che porto nel cuore invece e quello che ho segnato con il Giugliano, avevo una dedica speciale per un tifoso che era anche un amico, purtroppo non c'è più. 

 







Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Il mio pregio è quello di sapere leggere la giocata e questo ha nascosto un pochino il mio difetto: quello di non essere veloce. 

 







Un giocatore che lei ammira tantissimo?

 

Paolo Maldini in assoluto.

 



Lei è nato a Giugliano che cosa rappresenta questo luogo per lei?

 

Sono molto legato alle mie radici e quindi rappresenta una parte importante

 




 


Quanto è importante la famiglia per lei? 

 

La mia famiglia è importantissima al punto di annullarmi totalmente per essa.

 







…e gli amici? 

 

Gli amici sono un’altra componente importante della mia vita, sono legato molto a loro e la nostra amicizia dura da 30 anni, posso dire che  siamo fratelli più che amici.











Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Vivo nel territorio della terra dei fuochi, vorrei che tutto questo finisse per assicurare un futuro migliore ai nostri figli.

 

 

 

 

  Grazie   

 

a cura di Paolo Radi   

 

 

 07  10        2021 

 

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