DI PAOLO RADI
CONVERSANDO CON...
FERDINANDO
SALVATI
Ferdinando Salvati è nato a Napoli il 15/08/1981 e vive a Scampia. Inizia i primi passi da calciatore sulla scuola calcio Arci Scampia e proprio dal quel campo di Scampia viene chiamato dal l’Empoli per un provino, che va molto bene, dopo una settimana il Presidente Pantomimo Piccolo lo chiama dicendogli che l’Empoli era interessato, “io felice dico ok al presidente, così vado a casa e mia mamma la buona anima mi dice: tu sei pazzo tuo padre non c’è e vai all’ Empoli? Decide di non mandarmi.”
Sempre in quell’anno riceve una chiamata dal Napoli e a fine anno si presenta al Club, qui dove inizia la sua carriera calcistica, fa tutta la trafila del settore giovanile per poi approdare in prima squadra, dopo essere stato serie A e in serie B - visto il fallimento del Napoli - milita in diverse squadre: Lega Pro Giugliano Cavese, Gladiator Arezzo e Neapolis Arzanese
Per diversi anni gioca nel settore dei dilettanti: Arzanese, Casertana, Pianura forza e coraggio, Turris, Ercolanese, Palmese per poi chiudere la carriera in serie A nel campionato maltese di calcio, precisamente con il Senglea Athletic (compagine della BOV Premier League)
In tutti questi anni calcistici vince tutti i campionati, nasce difensore centrale e in carriera realizza 107 gol, la sua specialità sono le punizioni; ora è un istruttore di scuola calcio e collabora con Giuseppe Vives che si occupa della sua scuola calcio Vives Calcio Satellite e Accademy Torino calcio. Il suo scopo è quello di insegnare qualcosa ai ragazzini, oltre alla Vives ora si dedica al sociale, infatti a Scampia insieme ai suoi amici ha realizzato un parco giochi per i bambini del suo rione con la partecipazione straordinaria della fondazione Cannavaro - Ferrara e di Armando Izzo.
La fondazione ha contribuito a comprare varie giostre, qualche cittadino a contribuito a far si che questo progetto andasse bene donando qualche euro per comprare diverso materiale (pittura legno etc).
Il campionato di serie A, di B, C e D e così le altre gare di Coppa, è ripartito con gli stadi quasi chiusi (una partita ha un sapore diverso rispetto a uno stadio pieno con migliaia di tifosi) che cosa ne pensa?
Un campionato senza tifosi è un campionato non bello, non ha l’atmosfera adeguata, il pubblico ti dà la giusta carica.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
All’età di quattro anni già giocavo con le biglie, la passione è poi cresciuta con l’età.
Ha frequentato qualche scuola calcio?
L’ARCI Scampia del presidente Antonio Piccolo, successivamente sono stato comprato dal Napoli calcio, anche se a dir la verità mi aveva già scelto l’Empoli calcio, solo che mia madre non voleva che all’età di 13 anni andassi a vivere in un convitto. Dal settore giovanile del Napoli sono arrivato a giocare in prima squadra, ci sono rimasto 6 anni, tra serie A e seri B.
Dopo il Napoli che è successo?
Tanta serie C, serie D ed Eccellenza.
Lei termina la sua carriera, nella Senglea Athletic (la serie A del campionato maltese di Calcio), chiude in bellezza la sua lunga carriera, ci potrebbe dire, com’è stato contattato?
Ti posso dire che dopo l’Eccellenza volevo smettere, il mio procuratore mi ha proposto di andare a Malta, a giocare nella serie A maltese, anche se ero già sposato e con due figli ho accettato la proposta. Mi sono trasferito da solo e la mia famiglia veniva una volta al mese.
Come si è trovato a Malta?
Mi sono trovato molto bene, posti meravigliosi e persone stupende, peccato che ci sia rimasto un anno.
Ora che cosa stai facendo?
Sono istruttore di una scuola calcio, la Fratelli Vives di proprietà dell’ex capitano del Torino Giuseppe Vives, è una scuola calcio associata all’Accademy Torino Calcio.
Da come ho letto lei è arrivato a Malta assieme a Ciro Quaranta un giocatore di talento nato a Napoli e residente a Scampia, Ciro Quaranta come si è trovato a Malta?
Si è trovato benissimo, conosco Ciro da diverso tempo è un giocatore di altissimo livello, e ho deciso di portarlo con me a Malta, una squadra di serie B lo vede giocare e decide che era il giocatore giusto per loro. Ho fatto la scelta giusta di farlo trasferire a Malta, quell’anno la sua squadra fa 13 goal e si salva dalla serie C. Ha trovato una nuova dimensione.
Si ricorda in assoluto qual è stato il suo goal più bello?
A Malta su punizione, tieni presente che io sono un difensore. In tutta la mia carriera di goal ne ho fatti 107.
I suoi genitori come hanno vissuto la sua carriera?
Mi ha seguito mia mamma, e lei che mi portava agli allenamenti, ha fatto molti sacrifici, mi diceva sempre: “con la voglia che hai arriverai lontano”, e ti posso dire che ho puntato su me stesso.
Quanto è importante la famiglia per lei?
Ti posso dire che la famiglia viene prima di tutto.
Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?
Gli amici sono importanti, però sono pochi, sono tanti quando c’è l’interesse.
Con i giocatori del Napoli con chi sei rimasto amico?
Con tanti, ti posso dire che con Paolo Cannavaro che ora si trova in Cina, ci sentiamo due o tre volte a settimana.
Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio, calcisticamente parlando?
Come difetto ti posso dire che ero molto nervoso, scatenato, irruento, non controllavo certe emozioni, ero un istintivo, come pregio ho dato sempre il massimo, questo perché non volevo perdere, ero il primo ad arrivare sul campo e l’ultimo ad uscire.
Lei è soddisfatto della sua carriera?
Sì, sono soddisfatto, potevo fare molto di più, a volte si fano delle scelte che pensi che siano giuste, solo dopo ti accorgi del contrario.
Lei è nato a Scampia, e abita a Scampia, tra l’altro sappiamo che lei è fiero di abitare in questo quartiere, che cosa rappresenta per lei Scampia?
È il luogo dove ho scelto di vivere con la mia famiglia, purtroppo sia il film che la serie televisiva Gomorra la rappresentano in un modo che non è la realtà. È un quartiere tranquillo, come in tutti quartieri d’Italia ci sono i pro e i contro. Ti posso dire che lotto per migliorare il quartiere, faccio parte di un comitato: Un’altra parte di Scampia, assieme ad altri abbiamo realizzato un parchetto per i bambini, grazie anche a delle donazioni di alcuni ex giocatori di serie A.
Un ricordo sul genio calcistico di Maradona?
Sono cresciuto con il mito di Maradona, il calcio per me è finito dopo la sua morte, è stato l’emblema, il massimo rappresentante, ha fatto vincere al Napoli talmente tanto che non succederà più. E ovvio che ognuno nella sua vita privata fa quel che vuole, come personaggio non piaceva negli ambienti calcistici del Nord, ma non solo, anche al Sud non è che fosse tanto amato. In conclusione, Maradona è il calcio, anche se lo sport l’hanno inventato gli inglesi.
Grazie
a cura di Paolo Radi
28 02 2021
(Tutti i diritti riservati)
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