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martedì 10 novembre 2020


  di  PAOLO RADI 










CONVERSANDO CON...

     

 

 

 

ALESSANDRO 

MANCO

 

 

 










 


 


 

Alessandro Manco è nato a nel 1987 a Scampia e vive a Scampia, gioca a calcio si da quando aveva 5 anni, e il calcio è sempre stata la sua passione, all’età di 17 anni esordisce in serie   C con il Real Marcianise, poi in serie D con la Casertana, la  Viribus Unitis, il Pomigliano, l’eccellenza con l’Isernia dove vince il campionato e la coppa Italia, a Frosinone gioca con l’Arce e due anni li passa con la Palmese dove ha ricoperto il ruolo  di  capitano della squadra, sono stati due anni fondamentali ci dice, si trasferisce ad Ariano Irpino, negli ultimi anni gioca in promozione vincendo il campionato con il San Tommaso ( provincia di Avellino) successivamente passa all’Angri in provincia di Salerno.


In questo momento sempre nella provincia di Salerno, milita nella San Severinese.

 

 



 

 


 

 

 

 

 


Come prima domanda le voglio fare questa, il mondo dello sport è stato stravolto, come ogni settore della vita, secondo lei, tutto tornerà come prima, oppure anche il calcio subirà dei cambiamenti? 

 

Voglio sperare che tutto torni come prima, spero anche migliore... perché no!

 

 

 

 

 

Secondo lei c’erano le condizioni per far ripartire il campionato di serie A, e le altre gare di Champions con gli stadi quasi chiusi (una partita ha un sapore diverso rispetto a uno stadio pieno con migliaia di tifosi)? 

 

Io direi che per come sta andando il mondo sarebbe stato opportuno chiudere tutto, ma purtroppo dietro il calcio c’è un business che sia per i grandi club sia per  le televisioni  è più importante del Covid.

 

 








 

 


Purtroppo per le squadre che militano dalla serie D sino all’ultima categoria queste dovranno ancora aspettare prima di scendere in campo. Lo trova giusto?

 

 Come ti ho già risposto precedentemente era meglio chiudere tutto, però visto che comunque sia bisogna andare avanti, la cosa più giusta era non fermare anche noi, cosiddetti “dilettanti” visto che con quello che percepiamo, anse se poco, riusciamo a mantenere le famiglie.

 

 

 

 


 

Si ricorda il momento in cui si è reso conto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

 Si da piccolo nel mio quartiere a Scampia ho sempre avuto la passione per il calcio, scendevo la mattina con il pallone sotto al braccio e giocavo sino alla sera.

 

 


 

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più  legato?

 

Questa è una domanda difficile, diciamo che io ho giocato in parecchie piazze importanti tipo: Palmese, Isernia, Pomigliano Caserta, ma una che porto sicuramente nel cuore e che mi ha lasciato il segno è l’Angri, dove ho vinto un campionato.

 


 


 

 

 

 

Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare? 

 

Lo sport che mi sarebbe piaciuto fare è il judo.

 

 

 

 

 

 

Perché tutti provano a diventare calciatori?  A lei cosa le interessava maggiormente diventare un goleador famoso oppure fare i soldi? 

 

Ma quando sei piccolo non pensi a fare soldi, quando sei piccolo provi ad imitare i tuoi idoli, noi a Napoli siamo cresciuti con l’immagine di Maradona che per noi è stato come un re.

 

 

 

 

 

Lei gioca nel ruolo di attaccante qual è a suo avviso il suo goal più bello?

 

Il mio gol più bello l’ho fatto ad Isernia da centrocampo, ho ancora conservato il video.

 

 



 


 

 

 


Nella Palmese lei è ha ricoperto il ruolo di Capitano, che doti bisogna avere per essere un leader? 





 

Ma non c’è bisogno di fare il capitano per essere leader,  è una caratteristica del tuo modo d’essere che bisogna averla dentro.





 

Il suo più grande difetto e pregio (calcisticamente parlando?

 

Guarda pregi e   difetti non so io a dirli, lascio giudicare gli altri.

 

 

 





 



 

Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Il giocatore che io ammiro di più è senza dubbi Messi.

 

 

 

 

 

 

In questo momento qual è il miglior Club presente in Europa? 

 

 Penso che sia il Liverpool.

 




 

Lei è nato a Scampia. Tutti conoscono Scampia attraverso quello che raccontano: i telegiornali, i libri, (pensiamo a Roberto Saviano) e alle varie fiction, il film Gomorra e le quattro stagioni della serie Gomorra. La maggior parte delle persone non ha mai messo piede nel quartiere, come mai Scampia viene identificata in maniera, quasi sempre, mi lasci usare questo termine “negativa”? 

 

Diciamo che a Scampia negli anni passati c’ è stata un po’ di confusione e adesso per il mondo intero siamo etichettati tutti come dei camorristi, ma nascere a Scampia non vuol dire essere un camorrista è come se io dicessi che chi nasce a Roma sono tutti attori visto che  c’è Cinecittà,  Scampia è fatta anche di brava gente, p ti ricordo che la delinquenza c’è ovunque.

 

 




 




Com’è stato nascere e crescere a Scampia? Immagino che già a 14 anni si è già “uomini” in grado di affrontare la vita?

 

A Scampia difficilmente nasci figlio di papà, quindi capisci si da piccolo che se nella vita vuoi ottenere qualcosa devi contare in primis sulle tue forza, questa ti fa diventare uomo si da piccolo (anche se nella crescita   i tuoi genitori sono, ovviamente, importanti), oggi che ho 33 anni sono fiero di essere nato e cresciuto a Scampia.

 

 


 

 


 

 

 

Ho intervistato molti giocatori che sono nati a Secondigliano no e altri alle Vele, molti di loro mi hanno raccontato aspetti della loro vita fatti a volte anche di privazioni, ad esempio molti hanno dovuto lasciare la scuola per aiutare la famiglia a “tirare a campare”, le chiedo adesso la situazione è cambiata, all’epoca non c’era un’alternativa, lo Stato non aiutava le famiglie in difficoltà?

 

A volte in certe situazioni si “lascia” il bambino che sei e si diventa subito un uomo, come ti ho detto prima ci sono ragazzi che hanno dovuto abbandonare i loro sogni per aiutare alle famiglie, oggi diciamo che qualcosa è cambiato non c’è più la delinquenza di un tempo e i giovani hanno molta più possibilità di lavorare.

 

 

 

 

 

Se dovesse descrivere se stesso con poche parole, a chi non la conosce, cosa scriverebbe?

 

Sono una persona umilissima e di gran cuore

 

 



 


 

 



Quanto è importante la famiglia per lei? 

 

La mia famiglia è tutto per me, a volte torno a casa nervoso, però mi basta guardare i miei figli e mi passa tutto, loro sono la mia più grande vittoria.

 

 

 

 

 

 

I suoi bambini come vivono questa brutta situazione che si è venuta a creare a causa del corona-virus?

 

Ma il piccolo avendo tre anni non gli pesa niente, mentre il grande, comunque, privandogli la scuola e non potendo svolgere altro, ne risente maggiormente.

 

 



 


 

 

 

 

Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?

 

Ho tanti amici ed è bello sapere che hai sempre qualcuno su cui poter contare.

 

 



 


 

 



Ho letto che ultimamente il quartiere di Scampia è stato riqualificato, addirittura sarà aperta una facoltà di Medicina, ma queste notizie io le ho apprese parlando con voi, nessun giornalista ne hai scritto sui giornali, in conclusione che cosa sogna per questo quartiere?

 

Io sogno molto più spazio per i giovani e per fare in modo che non si perdano per le strade c’è bisogno di offrire loro delle   opportunità.

 

 

 








Una promessa che le voglio fare è che verrò a trovarla. 

 

 

a cura di Paolo Radi   

 

 

 

 

10    11        2020 

 

(Tutti i diritti riservati)  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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