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sabato 29 dicembre 2018



PAOLO RADI PRESENTA    








10 DOMANDE 


A  


FRANCESCO PUCA



 Francesco Puca, nasce nel 1997 a Fratta Maggiore il 30/07/97. Giovanissimo ha iniziato a giocare con il Cardito per un paio di anni, poi è andato a giocare a Volla, per 1 anno, a Polena Drocchiolo, Sempre per 1 anno, successivamente a Qualiano, sempre per 1 anno, poi è stato 2 anni in promozione con il Villa Literno e 2 anni sempre di promozione con Albanova, - l’anno scorso ho vinto il campionato – si tratta di una squadra di Casal di Principe: lasquadra dei record.










La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

Da quando avevo 4 anni, visto che mio zio giocava, andavo sempre a vedere le sue partite, a termine gara con lui andavo nel campo da solo a tirare e così mi sono accorto che il calcio sarebbe stata la mia passione.





Lei ha giocato in diverse squadre, a quale squadra è rimasto più legato?

La squadra che sono più legato e l’Albanova, è una famiglia per me, il presidente Zippo, che è una persona eccezionale; non ha fatto mai mancare niente a nessuno e spero che vinceranno parecchi campionati in un  prossimo futuro. 










La sua famiglia ha appoggiato questa scelta di diventare calciatore, oppure invece avrebbe preferito che lei continuasse a studiare? 

La mia famiglia è sempre stata con me e  mi hanno detto sempre: “se sei felice tu siamo felici tutti”.



Dai ragazzi il calcio viene visto come un’opportunità per vivere una vita negli agi, nel lusso, oppure frequentare un certo tipo “di mondo”. Perché tutti provano a diventare calciatori?

Semplicemente perché è un sogno diventare calciatore, è il sogno di tutti i bambini, per me poi  e lo sport più bello al mondo.



In che ruolo gioca?

Gioco esterno sinistro d’attacco oppure come seconda punta.










Qual è la principale qualità che deve avere un calciatore? 

Per me la qualità che deve avere un giocare è la tecnica.



Una squadra italiana in cui le piacerebbe giocare?

Juventus



Un suo difetto?

Ho solo un difetto: litigo sempre nel campo, devo stare più calmo!








Cosa direbbe di se stesso agli altri che non la conoscono?

Non direi niente, lo dimostro il valore lo dimostro quando sono su un prato verde.



 Mercoledì abbiamo assistito a degli episodi molto brutti prima e durante la partita Inter – Napoli, andare allo stadio tranquillamente come si va al cinema, sarà mai possibile in Italia?


Sarà ancora difficile andare allo stadio come si va per andare al cinema, ma sarebbe bellissimo per offrire un bel esempio ai bambini.





Grazie  

a cura di Paolo Radi   





29   12   2018 
(Tutti i diritti riservati)  





















venerdì 28 dicembre 2018



PAOLO RADI PRESENTA    








10 DOMANDE 


A  


 EMILIANO CARLOS SANTORO










Santoro Emiliano Santos è nato in Argentina nel 1988, ma ha il passaporto italiano in quanto la nonna materna era di Jesi (Ancona) Ha giocato in serie C nel campionato argentino, poi si è trasferito in Spagna dove ha militato sempre in serie e pure nella categoria promozione/eccellenza. Adesso gioca nel Tonara, (Sardegna), nella categoria eccellenza. Noi gli abbiamo rivolto qualche domanda. 










La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

   A 15 anni ho iniziato ad allenarmi seriamente e a 19 anni ho scoperto che il calcio sarebbe stato il mio “lavoro” oltre che la mia passione. Ho sempre lavorato con impegno, e pensandoci bene, il calcio mi è sempre piaciuto si da bambino.








Lei ha giocato in diverse squadre, a quale squadra è rimasto più legato?

Sono stato legato a due squadre, una in Argentina che si chiama Claypole e una squadra italiana del paese di Ginosa: A.S. Ginosa.






Lei è nato in Argentina, ma ci ha riferito che ha il passaporto italiano, di conseguenza la domanda è pertinente, che differenza c’è tra il calcio argentino e quello italiano? 


Il calcio argentino si assomiglia in parte, c’è il contatto fisico e il contrasto, però la differenza più grande è che in Argentina c’è una problematica importante legata agli stipendi di milita in serie D e C, il calciatore deve lavorare, quello che prende non gli basta, qui in Italia le condizioni sono migliori, inoltre in Italia si lavora molto a livello difensivo, e non è un caso che abbia vinto 4 mondiali. 







Se non avesse intrapreso quest’attività agonistica quale sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Non ho mai pensato ad un altro sport, a scuola giocavo a pallavolo, mi piace il tennis, però avevo in mente solo il calcio.



Dai ragazzi il calcio viene visto come un’opportunità per vivere una vita negli agi, nel lusso, oppure frequentare un certo tipo “di mondo”. Perché tutti provano a diventare calciatori?

Il mondo del calcio è particolare, nella serie D non sei un top player, da piccoli tutti vogliono diventare famosi, il calcio è altro, è uno stile di vita, non ho mai pensato a diventare una star, è un lavoro come tutti gli altri, bisogna avere sempre il “piede a terra “e sempre bisogna lavorare per migliorare. Gioco a calcio perché è la mia passione. 





In che ruolo gioca? 

Il ruolo mio è difensore centrale, qualche volta ho fatto il mediano difensivo e il terzino destro.



Perché a suo avviso molti calciatori, e alcuni sono anche giovani si lasciano tentare dal “calcio scommesse” e così rovinarsi la carriera? 

Non succede solo ai giocatori, capita agli allenatori, al mister, ai dirigenti, il motivo sono i soldi.   È ovvio che un giocatore si rovina la carriera, ma si tratta di un fenomeno che sarà sempre presente.




Qual è la principale qualità che deve avere un calciatore? 

La principale caratteristica è l’umiltà, bisogna lavorare anche se sei nato con un “bel piede”, se sei umile arriverai più lontano possibile. 






Un aggettivo per descrivere te  stesso? 

L’aggettivo per me è “guerriero” non è stato facile, ho lottato da solo, e sono sempre stato da solo, dopo la morte di mio padre mi sono impegnato sempre di più, sì guerriero perchè non mi sono mai fermato di lottare e mai mi fermerò.





Ultima domanda, Maradona o Messi due campioni che hanno caratteristiche differenti, quali sono le loro differenze e lei chi preferisce? 

Se devo fare una scelta: Maradona, egli è il calciatore argentino per eccellenza, sono troppo malato per malato per Maradona, ho pure un tatuaggio: al 100 x 100 scelgo Diego: anche se Messi è il giocatore più forte da 15 anni a questa parte. 



Ti voglio ringraziare per questa intervista, e ringrazio mia moglie che mi è stata sempre vicino anche durante i periodi difficile, tutto quello che ho fatto senza di lei sarebbe stato impossibile.





Grazie   

a cura di Paolo Radi   







27   12    2018 
(Tutti i diritti riservati)  



PAOLO RADI 

PRESENTA






LA LUCE DI 

LUCA POLICASTRI 






Luca Policastri cattura l’essenza delle cose che a volte i nostri occhi non riescono ad afferrare. Nei suoi scatti l’artista ferma il tempo e di conseguenza diventa anche per millesimo di secondo il padrone del tempo, della luce,  della vita, di noi:

 semplicemente Luca Policastri è un’artista. 





Luca Policastri divide il suo tempo tra la professione di Medico Dentista e l’attività di Fotografo.

Inizia giovanissimo coniugando la passione per la fotografia ai vari interessi che di volta in volta si
sono aggiunti esplorando un po' tutti i generi fotografici.

Negli anni ‘70 si occupa di foto architettonica e partecipa a diverse pubblicazioni del settore.

Negli anni ‘80 lavora come reporter di moda a Roma per le Sorelle Fontana e per altre prestigiose Case collaborando anche con diversi quotidiani e periodici a diffusione nazionale.

Frequenti sono in questo periodo i contatti con l’Istituto Europeo di Design di Roma.
Interessato anche agli aspetti storico-antropologici della fotografia, nell’ ‘88 / ‘89 collabora con l’Istituto Nazionale di Grafica alla ricerca ed alla realizzazione del libro “Sguardo e Memoria: Alfonso Lombardi Satriani e la fotografia nella Calabria del primo Novecento”.

Negli anni ‘90 passa alla fotografia naturalistica partecipando a numerosi viaggi in Africa e in
Medio Oriente dove produce diversi reportages a fianco del naturalista-esploratore Francesco Baschieri Salvadori occupandosi anche di fotografia subacquea.
Tornato a vivere a Corigliano Calabro suo paese natale,
è tra i fondatori dell’associazione “Corigliano per la Fotografia” nella quale rimane per otto anni come
vicepresidente collaborando alla realizzazione del Festival della Fotografia.

Nel 2009 gli è stato conferito il Premio Franco Costabile per la sezione ‘ Arti Visive ‘. Per l’occasione ha presentato la mostra “Passi nella Solitudine “affiancando i propri scatti alla poesia del grande poeta calabrese scomparso.
Diverse sono le personali al suo attivo in Italia e all'estero. Tra queste “Lo Scrigno del Tempo”; “Egyptians “e recentemente “La Poltroncina Rossa “ e “ Ali Spezzate “. 


Attualmente collabora con diverse testate locali tra cui il periodico Mondiversi di cui cura la cover ed una propria rubrica fotografica. Ha tenuto inoltre un proprio corso di fotografia per “Love for Music Accademy “ e sempre  più frequentemente  è richiesta la sua  partecipazioni a mostre, seminari corsi di fotografia, workshops ed eventi che si occupano di fotografia.

Galleria delle opere 





Ali spezzate 












Egyptians 















La poltroncina rossa 






















Lo scrigno del tempo 




















Passi nella solitudine 




































Movida 


























La cacciata dal tempio 







Nudi 













Grazie per questa splendida esperienza visiva

Paolo Radi 


27 12 2018 (Tutti i diritti riservati)