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CONVERSAZIONE
CON
DOMENICO LEGGIERO
a
cura di Paolo Lorenzo Radi
Domenico Leggiero, è un maresciallo in pensione responsabile
dell'Osservatorio Militare Comparto Difesa, (Centro Studi) che assiste gli appartenenti alle forze armate
e i loro familiari, in particolare rispetto agli effetti prodotti
sull'organismo dei militari impegnati nei teatri di guerra dall'uranio
impoverito utilizzato per potenziare le munizioni. Noi gli abbiamo rivolto
qualche domanda.
Signor Domenico Leggiero, lei è un maresciallo in
pensione, che ruolo ricopriva prima?
Pilota militare dell'AVES ed
Ispettore CFE (Control Force Europe, addetto al controllo agli armamenti ed
attuazione dei trattati di riduzione agli armamenti.)
Una domanda che potrebbe apparire scontata, come
mai ha deciso di intraprendere la carriera militare, voglia di un qualcosa di
diverso, nuove emozioni, oppure perché in famiglia lei aveva dei parenti
nell’Esercito?
In effetti mio zio era un Sottufficiale
dell'Esercito, ma la motivazione determinante è stata la passione per il volo
ed i velivoli militari.
Quando ha deciso di occuparsi di questo
argomento, è iniziato da un episodio casuale che magari lei aveva letto, oppure
è stato avvicinato da qualche militare o parente delle varie vittime?
Ho sempre svolto i miei compiti con
passione e gli "ordini" che ricevevo non li consideravo mai fini a se
stessi, ma parte di un unico disegno di serietà ed affidabilità per il mio
Paese. Quando notavo qualcosa, a prescindere dall'argomento, mi interessavo e
credevo di fare cosa sempre utile nel denunciare ed affrontare la questione.
Nel caso specifico durante le prime missioni numerosi militari si ammalavano di
patologie tumorali in una proporzione mai osservata prima. Ho iniziato ad
indagare e notavo che i vertici invece che esaminare la problematica ed
affrontarla, la nascondevano (in modo maldestro) manifestando fastidio ogni
qual volta si presentava un caso di militare malato.
Ad un certo punto lei si accorge della
connessione: linfomi di Hodghkin e relativa esposizione nelle zone dei Balcani
dove i nostri militari hanno prestato servizio nelle varie Missioni di Pace che
si sono succedute, ha comunicato tutto questo ai vertici militari, oppure ne ha
parlato prima con qualche amico, con un suo superiore fidato?
Da buon militare e certo della buona
fede dei miei capi mi sono rivolto subito al mio Capo di Stato maggiore
dell'Esercito del tempo che era il Gen. Cervone a cui feci giungere numerosi
documenti e prove della situazione. Mi sarei aspettato un colloquio ed
un'analisi attenta del problema, ma invece mi fece riferire dall'Ufficiale di
collegamento le seguenti parole "se ha qualcosa da dire si rivolga ai
Carabinieri nel palazzo Esercito".
Questa risposta lasciava presagire un
intervento della polizia militare ed una denuncia al sottoscritto per procurato
allarme e divulgazioni di notizie false. Ovviamente invece che ai Carabinieri,
mi rivolsi agli organi di informazione che sollevarono il problema e nacque il
caso uranio impoverito mentre mi derubavano il bagaglio (3 volte) e sotto
casa veniva rinvenuta una bomba carta.
Passiamo ai numeri, quanti
morti e quanti sono i soldati ammalti oggi? Ho letto di bambini nati
malformati, me lo conferma?
Ad oggi sono 341 decessi ed
oltre 7000 malati di patologie tumorali (i numeri sono in difetto). Le
malformazioni tra i figli dei reduci sono relativamente poche, mentre sono
aumentati in modo esponenziale aborti spontanei ed indotti per malformazioni
fetali tra le famiglie con genitori reduci da varie missioni.
Parlando con alcuni
graduati questi mi avevano detto che ci sono tante persone che si ammalano di
cancro, di questo tipo di patologia e che non sono mai stati nei Balcani. E che di conseguenza si tratterebbe solo di
una semplice casualità, cosa direbbe a
questi graduati che ancora oggi negano l’evidenza?
Di parlare senza lasciarsi condizionare dalle "note di
linguaggio" dettate sull'argomento, e verificare i numeri e le statistiche
fatte con dati seri e verificabili. Poi, con un pò di calma, leggersi anche le
numerose direttive emanate e distribuite dalla NATO e dal Pentagono, sin dal
1978.
La giustizia italiana come
sta affrontando questa drammatica situazione? Le famiglie vengono risarcite sia
delle spese mediche che dai danni morali?
La Giustizia, anche se con i suoi tempi, sta arrivando impietosa.
Ad oggi sono 75 le sentenze ottenute dall'Avvocato Angelo Fiore Tartaglia
dell'Osservatorio militare su 75 procedimenti e man mano che le sentenze
passano in giudicato i diretti interessati vengono risarciti del dovuto.
Purtroppo, la necessità di negare le responsabilità dei vertici dell'epoca,
induce l'avvocatura dello Stato ad opporsi ad ogni grado di giudizio con
conseguente aumento di costi e risarcimenti per la comunità tutta. Spero in un
intervento della Corte dei Conti che possa in qualche modo mettere fine ad un
utilizzo improprio del sistema giustizia trattandosi di argomentazioni simili e
già più volte passate in giudicato.
Lo Stato e il Mondo Militare,
come posso immaginare saranno stati all’inizio omertosi e reticenti, e adesso non
lo sono più? Oppure continuano ancora
ad esserlo? E perché, se mi permette,
c’è tanta omertà nel mondo militare, ovviamente non mi riferisco solo al dramma
dell’uranio impoverito?
Il silenzio sull'argomento continua e non voglio usare termini
forti. Le nostre Forze Armate non hanno vissuto il cambiamento storico sociale
internazionale, ma lo hanno subito evitando di ammettere l'errore trincerandosi
dietro la forza della gerarchia e dell'influenza Istituzionale.
Lei ha scritto un libro
inchiesta assieme alla giornalista Mary Tagliazucchi dal titolo Militari
all’uranio, come sta andato il libro e com’è stato accolto dall’opinione
pubblica in generale?
Un successo insperato, primo nelle classifiche di vendita di
Feltrinelli per oltre 7 giorni e grande riscontro di pubblico.
Anche oggi l’esercito
italiano è impegnato in vari missioni all’estero, il rischio c’è ancora, oppure
si sono ammalati solo coloro che sono stati in missione nei Balcani?
Per smaltire un Kg di uranio
ci vogliono 4 miliardi di anni, nei Balcani ne sono stati scaricati oltre 3
tonnellate. E' stato danneggiato l'ambiente per un futuro che a noi non
apparterrà di certo, non sono solo i militari ad ammalarsi, ma anche i civili
del posto attualmente ricattati da una "liberazione" storica simile a
quella del '45 per l'Italia.
Corrisponde a verità il fatto che lei per quattro mesi
sia stato messo sotto scorta per delle minacce di morte?
E' stato un episodio che risale a qualche anno fa ma di cui
preferisco non parlare.
Un’ultima domanda, quando
lei è entrato nell’esercito, si aspettava un mondo diverso?
No. L'Esercito continua ad essere una Istituzione in cui credo ed è
una Istituzione indispensabile al funzionamento democratico del Paese, ci vuole
solo maggior cura nella scelta del personale dirigente e maggior controllo da
parte delle Istituzioni deputate alla vigilanza e controllo del regolare
svolgimento della vita democratica del Paese.
14 Maggio 2017
Grazie
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