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martedì 28 febbraio 2017


PAOLO RADI

PRESENTA





DIARIO DI BORDO


di Giovanni Sanzullo










V PARTE



6 dicembre 2016

Quand'ero bambino mi colpiva, anche nel mio palazzo, quanto la gente tenesse, sulle targhette affisse alle porte di casa, a premettere al cognome un titolo, riferito ovviamente al capo famiglia: a parte i più rari Dott., Avv., Ing. e Prof., era tutto un fiorire di Rag., Geom, Cav. e via dicendo.
Ricordo distintamente che un giorno, avrò avuto dodici anni, proposi a mio padre, con grande serietà, di anteporre sulla nostra targhetta "Capo Staz." A. Sanzullo. Da grande ho scoperto che aveva uno straordinario senso dell'umorismo, ma all'epoca con me era terribilmente burbero, duro e, pur senza usare parolacce, di fronte a tutte le mie fantasiose idee in genere si limitava in vario modo, perentoriamente, a intimarmi di piantarla di dire stronzate. Tra l'altro era un tipo poco incline alla contrattazione e se insistevi  non la prendeva affatto bene.


In questi giorni sto scoprendo molte persone che spacciano opinioni discutibili, a volte decisamente poco informate, come verità assolute atte a svelare i misteri della vita e mi domando se sulla targhetta della porta di casa, o sui biglietti da visita, non abbiamo la tentazione di aggiungere l'abbreviazione "S. Pt.", che potrebbe stare per Sommo Pontefice.

Puntualmente mi viene da ridere pensando alle risposte che avrebbero ricevuto da mio padre.


30 Novembre 2016
  
Tra due ragazzi, stamattina in treno:
- Allora fammi sapere per domani sera.
- Ma ti ho già detto...
- Sì, hai detto tre cose e quattro diverse!
Questa me la rivendo.


28 anni 2016

A un certo punto della vita - magari mentre annunciano che il tuo treno già in ritardo di 25 minuti ne perderà almeno altri 10 per imprecisati "problemi tecnici di circolazione" - ti rendi conto del valore della rinuncia, che può essere di per sé una scelta oppure l'altra faccia di una scelta.

Ci sono rinunce imposte dalle circostanze, alle quali bisogna rassegnarsi, e a ben vedere non sono propriamente rinunce; per le altre l'importante è che siano frutto di coraggio, non di paura: in particolare sono comunque splendide quelle fatte per amore o almeno con amore.

lunedì 27 febbraio 2017

I   N   T   E   R   V   I  S   T   A



INTERVIEW
ENTRETIEN
ENTREVISTA
ИНТЕРВЬЮ
مقابلة
אינטערוויו
интервју


CONVERSAZIONE

con


 CARLO COLASANTI



a cura di Paolo Lorenzo Radi


  Carlo Colasanti, è uno scrittore di Roma, ha scritto “Un’insolita fortuna” (2012); con “Il dittatore” (2011) si è aggiudicato il primo premio dell’edizione Un libro nel cassetto. Nel 2017 ha pubblicato” Il quaderno nascosto”, un opera che sta riscuotendo un notevole successo.









Carlo Colasanti, professione?

 Sono più di venti anni che mi occupo di risorse umane.



Primo libro letto (che tu possa avere memoria)?

Non ne sono certo ma credo sia stato Come il Mare di Wilburn Smith. All’epoca i miei genitori erano abbonati al club degli editori e ogni mese ci veniva spedito il libro del mese.



Scuole frequentate?

Istituto d’arte


Generi letterari che preferisci?

 Leggo di tutto.



Autore italiano di riferimento?

 Mi piace molto Niccolò Ammaniti, ma ce ne sono molti che vale la pena leggere, tra cui anche Andrea De Carlo.



Autore Straniero?

Tra gli stranieri Lansdale è il mio preferito, anche se Shantaram invece è uno dei miei libri preferiti.



Ultimo libro che hai letto?

Il Re, di James Clavell



Ultimo film che hai visto?

“Dobbiamo parlare” di Sergio Rubini



Se dovessi riassumere in poche parole la trama del tuo ultimo romanzo “Il quaderno nascosto”?

Un romanzo che tratta l’argomento “Figli”. Il quaderno nascosto, racconta la storia di quattro bambini nati nello stesso mese. Le loro storie, diverse una dall’altra, si incroceranno con esiti inaspettati.



L’ora del giorno in cui sei più ispirato?

La sera dopo cena.




Quale dei tre romanzi che hai pubblicato si presterebbe per un fiction?

Credo che “Un’insolita fortuna” sia perfetto per una fiction, anche se molti critici riscontrano in tutti i miei romanzi un taglio cinematografico.



 Quali attori e attrici vorresti come interpreti per la trasposizione dei tuoi romanzi?

Non ci ho mai pensato. Mi piacerebbe che potessero interpretare la versione cinematografica i protagonisti che ho pescato, per rendere più veritiera l’opera filmica, tra le mie conoscenze.



E se avessi la possibilità di scegliere un regista, a quale affideresti la “messa in scena”?

Gabriele Muccino.



La tua famiglia come vive questa tua esperienza di scrittore?

Senza la loro comprensione e il loro sostegno non avrei potuto coltivare questa mia passione.







  So che hai partecipato a un documentario Storia/E diretto da Paolo Radi, abbiamo saputo che l’opera è stata selezionata per il Nara International Film Festival (Japan), che tipo di esperienza è stata?

Un esperienza piacevole. So riconoscere chi è animato dalla passione e devo dire che di averne percepita molta durante la lavorazione.



     
Ultima domanda, devi fare un lungo viaggio, e puoi portare solo un libro da te scritto, quale sceglieresti?

Un lungo viaggio con un solo libro? Non è possibile. Me li porto tutti e tre e tanti altri da leggere. Perché non riesco a immaginare la mia vita senza un libro da leggere.



27   Febbraio   2017




Grazie