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martedì 26 aprile 2016

PAOLO RADI INTERVISTA…






26  APRILE  2016





CONVERSAZIONE

CON MATTEO TARANTO






IN AZIONE…


MATTEO TARANTO è ATTORE CONOSCIUTO AL GRANDE PUBBLICO PER AVER RECITATO NEL “IL BELLO DELLE DONNE 2 e 3”; “Il GRANDE TORINO”,” LE MANI DENTRO LA CITTA’” “PAZ”, “MINE VAGANTI”, LO ABBIAMO INTERVISTATO IN OCCASIONE DELL’USCITA DEL SUO ULTTIMO LAVORO: MACCHINAZIONE” DI DAVID GRIECO, TRA GLI INTEPRETI MASSIMO RANIERI, LIBERO DI RIENZO E ROBERTO CITRAN.





Matteo nel film La Macchinazione hai il ruolo di Sergio, in che modo il tuo personaggio entra in contatto con PierPaolo Pasolini?

Sergio gestisce il giro dei ragazzi di vita, della droga, frequenta i campetti di calcio, i quartieri, i locali di incontro, è a diretto contatto con il mondo sottoproletario di Pierpaolo e ha gli agganci giusti col mondo “di sopra”.




La Macchinazione ha ottenuto ottime recensioni, te l’aspettavi?

Tutte le volte che altri sono d’accordo con me ho sempre la sensazione di avere torto”, direbbe  O. Wilde; non è mai stato il fine del film, almeno per quanto mi riguarda, quello di ricevere buone recensioni, ma continuare a smuovere le coscienze di un popolo anestetizzato, diseducato al porsi dei “perché”.







Torniamo a te, quando hai i capito che recitare  sarebbe stato la tua vita

Non esiste un momento preciso in cui dici tutto questo sarà la mia vita, con la recitazione è stato dapprima un colpo di fulmine, con l’entusiasmo strampalato di ragazzino, e poi innamoramento maturo. Una grande storia d’amore con bellissimi alti e difficili bassi da superare. Come tutte le storie d’amore importanti, ci sono attimi  travolgenti che  possono consumarsi presto o ardere tutta la vita.




Drammaturgo italiano preferito, mentre invece chi sceglieresti come autore  straniero?

Scegliere uno o due drammaturghi preferiti  presuppone se ne conoscano pochi, lo stesso varrebbe se mi chiedessero se ho un pittore preferito, il concetto di bellezza è talmente ampio e legato alla conoscenza che sarebbe sciocco ridurlo ad un solo artista preferito, detto questo  se devo citare due drammaturghi  interessanti  contemporanei  direi per gli italiani Paravidino e stranieri Lars Norén.



In genere come scegli un copione, ti attira la trama in generale,  il personaggio, o il cast con cui dovrai lavorare?

 Naturalmente facendo l’attore mi lascio sedurre dal personaggio, deve darmi la sensazione che sarà una prova emotivamente ed intellettualmente coinvolgente, ma acciocché questo accada la sceneggiatura è di vitale e primaria importanza ; non necessitano grandi nomi per girare un grande film, ma bravi attori.







Hai conosciuto tanti registi e attori famosi, che cosa ti hanno trasmesso in particolare?

Alcuni hanno una grande preparazione, immenso amore e abnegazione per il proprio lavoro, un impegno commovente fuori del comune al limite dell’ossessione, veri  esempi di arte e umanità.  Altri un cinismo disarmante, spesso improvvisati, impreparati, arroganti, anaffettivi , che misurano la qualità del lavoro in rapporto al guadagno e beneficio economico che possono trarne talvolta sfruttando anche la tua immagine.




La tua famiglia come vive la tua carriera di attore?

Credo ormai l’abbiano accettata dopo aver visto tanti anni di mio sacrificio e qualche mia bella soddisfazione. Non è stato facile per loro, con una mentalità forse più semplice della mia, legata ad una immagine del lavoro più “tradizionale” e composta di dodici sicure mensilità. Ad oggi  non posso che ringraziarli per essersi  rivelati di grande aiuto e supporto.




A tuo avviso che cosa manca in genere allo “spettacolo  italiano”  per ritrovare quella vena creativa che lo aveva reso famoso nel mondo negli anni cinquanta e sessanta?

Libertà di espressione, maggiore investimento nel pubblico e privato, maggiore professionalità e meritocrazia alla ricerca di eccellenza e qualità in tutti gli ambiti.  Creatività e fantasia non sono certo mai mancate al nostro Paese ma il declino culturale è stato sconvolgente e l’omologazione sottoculturale è stata ed è un processo teso a reprimere le menti delle nuove generazioni con prodotti e falsi riferimenti molto pericolosi;  basti pensare che nel 2016 meno del 30% degli italiani non è in grado di comprendere un discorso politico e ha diritto al voto. L’analfabetismo è oggettivamente un instrumentum regni, un mezzo eccellente per attrarre e sedurre molte persone con corbellerie e mistificazioni. A me hanno sempre insegnato a pensare prima di parlare o scrivere e oggi il primo deficiente può svegliarsi la mattina e condividere una idiozia con migliaia di persone su Twitter.








Un regista  con cui vorresti immediatamente lavorare?

Scorsese.



Se ti proponessero una scrittura nei palcoscenici di Broadway,  accetteresti senza pensarci due volte, oppure prima vaglieresti con cura il copione?


Vaglierei il copione.



Hai mai pensato di diventare regista? E se ci hai pensato quale autore ti piacerebbe portare in scena.

Si, ci ho pensato e ci penso spesso, mi attira l’idea di dirigere attori costruendo insieme un grande sogno, e come autore ho delle idee da imprimere su carta. Vedremo





Grazie a te Paolo e al tuo blog per avermi incontrato. Un abbraccio.
*Matteo  Taranto*






Grazie per l’intervista.








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