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domenica 14 febbraio 2016

PAOLO RADI INTERVISTA…







14  FEBBRAIO  2016





CONVERSAZIONE

CON VINCENZO PIROZZI











NELLO SCHERMO DELLA VITA






VINCENZO PIROZZI E’  ATTORE,   REGISTA NAPOLETANO  DI CINEMA E  TEATRO CHE NON HA CERTO BISOGNO DI PRESENTAZIONI, RICORDAMO AMCHE CHE DAL 2005 E’ PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE  “SOTT’O PONTE”( L’ASSOCIAZIONE CERCA DI RECUPERARE I GIOVANI ATTRAVERSO DEI LABORATORI ARTISTICI).  IL SUO ULTIMO FILM I MILIONARI, DIRETTO DA ALESSNADRO PIVA   E’ APPENA USCITO NELLE SALE.
NOI GLI ABBIAMO RIVOLTO QUALCHE DOMANDA. 



Vincenzo  sei un regista e  attore che recita in teatro, in televisione, al cinema, che cosa rappresenta per te l’essere riconosciuti per strada?
 E’ sempre bello essere riconosciuti dalla gente, vuol dire che in qualche modo apprezzano il lavoro che fai e della persona che sei.



Quando hai capito che recitare  sarebbe stato la tua vita, c’è stata una situazione particolare che ti ha fatto esclamare “Da grande voglio fare l’attore?”
A undici anni, nella parrocchia del mio quartiere. Feci una piccola rappresentazione teatrale e da allora m’innamorai di questa “misteriosa donna” chiamata settima arte.



Ci puoi raccontare brevemente com’è stata l’esperienza dell’ultimo film che hai girato – I Milionari -   e che da giovedì 11 è nelle sale?
Milionari è un film che narra una stori vera, attenzione, racconta una storia criminale, ma sotto un'altra ottica, non cerca spettacolarizzarla ma rendere decadente questi anti eroi. È proprio questo che mi ha affascinato, scavare in fondo ad ogni personaggio che maggiore o minore che sia, vive un proprio malanno. Per questo film ho studiato tanto, il regista mi ha voluto più in carne e per il film sono ingrassato di quasi dieci chili. Ho fatto una ricerca sul personaggio reale che interpreto.









Gli attori Francesco Di Leva, e Carmine Recano, sono tuoi amici, che cosa vi unisce in particolare?
Ci conosciamo da oltre vent’anni e quello che ci unisce, oltre il lavoro, è soprattutto il bene che ci vogliamo e la stima reciproca che proviamo l’ uno verso l’altro. Grazie ai MILIONARI ho avuto modo di conoscere bene Salvatore Striano, Gianfranco Gallo, Ivan Castiglione e Francesco Scianna, anche con loro sono riuscito a creare un rapporto che ormai va oltre il lavoro.



In genere come scegli un copione, ti attira la trama in generale,  il personaggio, o il cast con cui dovrai lavorare?
In realtà inizialmente mi focalizzo sulle potenzialità della storia. Subito dopo mi concentro sul personaggio. Al cast non ci penso, perché in genere un bravo regista sceglie sempre il meglio per il proprio film. 



Hai conosciuto tanti registi e attori famosi, che cosa ti hanno trasmesso in particolare?
Ognuno di loro aggiunge alle mie conoscenze e alla mia vita un tassello fondamentale per la mia crescita, Eduardo De Filippo diceva “gli esami non finiscono mai” ed è vero non si finisce mai di imparare.



Sei anche regista della soap Un posto al sole, che viene seguita da anni da milioni di spettatori, qual è il suo segreto di tanta longevità?  
Per noi registi Un posto al sole è una vera e propria palestra! Il vero segreto di questa soap e che in realtà è una mega famiglia, c’è sempre armonia e serenità dove:  attori, produzione e tecnici non li vivi solo come figure professionali, ma anche come amici.



A tuo avviso che cosa manca al cinema italiano per ritrovare quella vena creativa che lo aveva reso famoso nel mondo negli anni cinquanta e sessanta?
Il rispetto, la cultura e il coraggio!!! Sono le basi per far si che il nostro cinema torni a risplendere. Si punta sempre sui soliti nomi e non si scommette mai sui nomi nuovi. Nell’ era del neorealismo venivamo dalle crepe, soprattutto morali di un Italia in ginocchio. L’ orgoglio del nostro popolo aveva tanta voglia di dimostrare che valevamo qualcosa, avevamo sete di cultura e eravamo orgogliosi del nostro paese e dei nostri figli!!! Purtroppo oggi non è più così.



Un regista  con cui vorresti immediatamente lavorare?
Vorrei ritornare a lavorare con Sorrentino, lavorare con Tarantino, Salvadores, Amelio, i Dardenne. Non ne ho  uno in particolare, chi ama il cinema e il teatro, non preferisce un solo regista.



Film italiano preferito/film straniero preferito?
 Stesso discorso di prima. Il mio film preferito in assoluto è C’ ERA UNA VOLTA IN AMERICA, gli sono affezionato perché lo vidi la prima volta, per puro caso da un amico e m’innamorai completamente del cinema! Ma subito dopo ne vengono tanti altri, dal cinema del neorealismo ai cult  e a quelli indipendenti; se un film è fatto bene, con arte, passione e amore non può mai essere un brutto film.




Se ti proponessero un film a Hollywood accetteresti senza pensarci due volte, oppure prima vaglieresti con cura il copione?
Come si può rifiutare un film che si fa in America? Accetterei senz’ ombra di dubbio, lo farei per essere notato dai grandi in Italia.








Vincenzo sei nato  a Napoli, una città nominata spesso e volentieri per fatti di cronaca nera, sapresti in poche parole dirmi cos’è Napoli per te? 
Napoli è casa mia, Napoli è mille culture come citava il compianto Pino Daniele, non è solo il bianco e nero che vogliono farci credere i nostri media. Napoli è casa mia, è casa nostra, di tutti e per colpa di “giornalai” incapaci, indirettamente stiamo amplificando ancora di più questa spaccatura italiana.







Grazie per l’intervista.


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