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venerdì 8 novembre 2019

 A CURA DI PAOLO RADI 









 UNA CONVERSAZIONE 
     

     
 CON 



     CIRO     
   IATTARELLI 







Ciro Iattarelli è nato a Napoli, il 05 04 1994.   Inizia a giocare a 10 anni nella scuola calcio del suo paese: la Rea Romano. Successivamente è stato preso dal Napoli facendo tutta la trafila delle giovanili dov’è rimasto per ben 7 anni.
Passati i 7 anni  è passato al Sorrento in c1 dove ho fatto solo una presenza, e giocava, però spesso con la Beretti nel ruolo di   capitano.

Poi milita al Pomigliano in serie D, dove vince vinto la coppa Italia. Decide di scendere in categorie minori e da allora gioca tra eccellenza e promozione, anche fuori dalla Campani: Sicilia, Molise, Puglia, Toscana e Trentino.

Ho frequentato le scuole elementari e medie Aldo Moro Casalnuovo di Napoli, poi per 3 anni la scuola superiore I.P.S.I.A. Tecnico Professionale, per poi decidere di lasciare la scuola per il calcio.



Prima di farle la solita domanda di rito, le volevo far presente questo: Ho letto un suo post dove iniziava con queste parole:
Quando mi arrivò la chiamata da parte dell’Ischia calcio ero molto felice, e senza pensarci due volte andai a firmare...” Mi ha colpito la sua onestà di uomo e di sportivo nell’ammettere di non essere stato a sentire i consigli di chi la vuole bene. Vede non è da tutti ammettere i propri limiti. Se possiamo chiamarli. Per questo che mi sono deciso a chiederle di farsi intervistare. Da quello che ho letto ho capito che lei è un campione, nella vita e sul campo. 










    La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il gioco del calcio sarebbe stata la sua più grande passione?

Diciamo che la passione per il calcio è nata molto tardi, perché io non ero bravo e quindi mi vergognavo. Gli altri mi mettevano sempre in disparte, quindi evitavo di iscrivermi alle varie scuole calcio. 





Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Se non avessi giocato a calcio, credo che avrei fatto palestra per hobby, o qualche sport tipo beach volley. 











I suoi genitori hanno appoggiato questa scelta oppure le hanno detto la solita frase: “Non è meglio che pensi allo studio?” Come mai non ha pensato di continuare gli studi? 

I miei genitori hanno appoggiato a pieno le mie scelte, a mio padre piaceva molto il calcio anche se lui non aveva mai giocato. Mi dicevano di giocare a calcio e di andare bene a scuola, comunque mi dedicavo completamente al calcio e quindi per questo decisi di chiudere con la scuola. Chiusi con la scuola, perché semplicemente non amavo studiare, e per seguire solo il calcio, anche perché giocando con le giovanili del Napoli, un ragazzo di 14 anni si illude che possa fare a meno di un’istruzione: ma ho sbagliato, tornando indietro non la lascerei. 




Com’è stata la sua prima esperienza da titolare? 

La mia prima esperienza da titolare è stata bellissima, sapere di aver vinto un ballottaggio con un tuo compagno e aver convinto il mister a schierarti per primo è un bel traguardo, direi uno splendido traguardo!




Fra le tante squadre in cui lei è stato, quale ricorda più volentieri? 

Non ce n'é una in particolare, che io ricorda più volentieri, perché ognuna di loro mi ha lasciato un ricordo bello o brutto, di conseguenza   questo mi ha fatto crescere. 










Qual è la principale qualità che deve avere un calciatore?

Penso che la principale qualità sia avere una grande forza mentale e una cura maniacale del suo corpo, a partire dall'alimentazione e poi tutto il resto. 




Perché molti ragazzi scelgono come sport proprio il calcio? Cercano la fama, oppure i soldi, o tutti e due? Lei ad esempio da cosa maggiormente era attratto o è attratto? 

Mah io penso che al giorno d'oggi si sceglie per la fama perché si possono fare “soldi facili” essere un calciatore è vantaggioso in tutto ciò che fai. Personalmente non ero attratto da nulla, ho iniziato a giocare a calcio solo per divertimento, tutto il resto è venuto dopo. 




    Qual è il suo stato d’animo prima di una partita?

Prima di una partita importante o non, ho sempre un po’ d'ansia e cerco di concertarmi al massimo per fare il mio dovere.




E alla fine di una partita, invece? Ripensa a quello che ha sbagliato, oppure volta pagina? 

Alla fine di una partita ripenso a tutto quello che ho sbagliato e a quello che avrei potuto fare meglio, se capita di giocare male ci ripenso tutta la settimana e cerco di allenarmi bene per far si che la partita successiva vada meglio, non facendo gli stessi errori.





Il suo goal più bello?

Il mio goal più bello è quello che feci quando giocavo nelle giovanili, si giocava Napoli vs Juve all'Arechi stadio della salernitana, io partii dalla panchina e alla mezz’ ora del primo tempo il mister mi fece entrare, vincemmo quella partita 1 a 0 con un mio goal da fuori area, ricordo ancora la gioia di mio padre nell'esultate dopo il mio goal. 




Una partita che vorrebbe dimenticare? 

Nessuna partita in particolare 




Un suo pregio? 

Un mio pregio? Essere troppo buono in campo e non anche con chi non lo merita. 




Un suo difetto?

Un mio difetto invece, è il fatto di essere molto diffidente e chiudo subito qualsiasi tipo di rapporto se c'è qualcosa che non va senza tornare indietro.










Ha qualche rimpianto? Del tipo: “Potevo fare di più durante quell’anno calcistico” oppure: “Se avessi dato retta al mio procuratore di andare in quella squadra e non in un’altra”

Ho tanti rimpianti, forse troppi. Ho sprecato delle buonissime occasioni non facendo il mio dovere e pensando ad altro, mi facevo trasportare da chi non aveva niente da perdere e infatti ci ho perso io. Non ho mai avuto procuratori, mi sono sempre gestito da solo. 











Come   descriverebbe se stesso nei riguardi di una persona che non conosce nulla di lei?

Diffidente infatti come ho detto prima è un mio difetto



 La famiglia che cosa rappresenta per lei? 

La famiglia è tutto, sono le persone di cui non si dovrebbe mai fare a meno e che ti dovrebbero dare supporto in tutto. anche se io dopo la morte di mio padre io mi sono allontanato e isolato perché ormai quella sensazione di tranquillità che dovrebbe darti una famiglia non esisteva più.





    



   Che valore dà all’amicizia e all’amore? 

Hanno un grande valore. L'amore e l'amicizia sono cose importanti per ognuno di noi. Anche se personalmente ho pochi amici e tanti conoscenti. Sono stato fortunato in amore, ho una ragazza che mi appoggia in tutte le scelte che faccio e mi fa ragionare se magari sto sbagliando qualcosa, non mi impedisce nulla ed è la cosa alla quale mi sono “aggrappato” più di tutti in momenti bui della mia vita, non finirò mai di ringraziarla io cerco di essere ogni giorno migliore per me, ma soprattutto per lei. 

















Alcuni giocatori campani mi hanno detto che quando si sono trasferiti al nord hanno notato una certa diffidenza, all’inizio è stata dura per inserirsi in quella squadra. Anche a lei è successo, oppure invece si è sentito subito a suo agio? 

Si, il nord è molto diverso dal sud a partire dallo stile di vita e anche dall'aria che si respira. All'inizio è stata dura prendere i ritmi di quel modo di vivere che è completamente diverso da quella che facevo qui a Napoli, qui è caotico lì molto più tranquilla. Calcisticamente mi sono sentito subito a mio agio, ho trovato una squadra e delle brave persone. 
Vorrei precisare che c’erano altri 3 napoletani che mi sono stati d’aiuto.





Un sogno nel cassetto? 

ll mio sogno è di trovare presto un buon lavoro che mi permetta di giocare anche a calcio in modo da non lasciare la mia più grande passione, e comunque prendermi cura di una mia futura famiglia.


   Grazie  

a cura di Paolo Radi   





08       11    2019 
(Tutti i diritti riservati)  





















mercoledì 23 ottobre 2019

 A CURA DI PAOLO RADI 









 UNA CONVERSAZIONE 
     

     
 CON 



  THOMAS  
 TONCELLI  






Thomas Toncelli è nato a Roma il 25/07/1996. Ha frequentato il Liceo Scientifico Sportivo Pacinotti, e ora sta lavorando in uno studio di fisioterapia.


 Ho iniziato le giovanili nella Leonina Pietralata per poi passare alla Vigor Perconti, Pro Roma, Spes Artiglio fino a fare un anno di Juniores élite all’atletico Fidene a pochi km da casa, poi ha ricevere la chiamata in eccellenza dal Fonte Nuova allenato da Giancarlo Oddi. 

 Dopo quell’ esperienza è passato al Palestrina sempre allenato da Oddi, poi al Monterotondo e allo Scalo sempre in eccellenza. Il 7/12/2016 è andato a Guidonia dove ha trovato una seconda casa e tantissimi amici che ho lasciato questa estate per passare al Riano, sempre in promozione

Tifoso della Roma è cresciuto con il mito di Francesco Totti. Da piccolo giocava più a centrocampo e sempre in maniera offensiva cercando di offrire tanti assist, successivamente si è   evoluto innamorandosi calcisticamente di “El Niño “Fernando Torres: un attaccante vero e proprio.

Dopo le esperienze in eccellenza da giovane ho deciso di scendere nel 2016 in promozione perché ci dice lui:” vedeva che mi mancava qualcosa rispetto agli altri attaccanti e per farmi le ossa decisi di scendere di categoria per crescere.  A Guidonia ho trovato una grande famiglia che mi ha aiutato a migliorarmi e realizzare 42 gol in 2 anni e mezzo”


   



    La prima domanda è un classico: quando ha scoperto che il gioco del calcio sarebbe stata la sua più grande passione?

Papà dice che sono nato con la palla tra i piedi. Da sempre è stato il mio primo amore.





Se non avesse scelto il calcio, quale altro sport le sarebbe piaciuto praticare? 

Se non avessi scelto il calcio un altro sport che mi appassiona è il beach volley! Molto pesante, ma al tempo stesso molto affascinante.





I suoi genitori hanno appoggiato questa scelta oppure le hanno detto la solita frase: “Non è meglio che pensi allo studio?”

Mi hanno sempre detto che prima viene lo studio, ma non hanno mai preteso chissà che cosa, quindi con un po’ di sacrificio sono riuscito a fare tutti e due: studiare e giocare a calcio; con il lavoro è la stessa cosa, lavoro e poi corro agli allenamenti!




Lei ha frequentato il Liceo Scientifico Sportivo Pacinotti, non ci sono tanti licei in Italia, qual è l’offerta formativa? 

Il liceo scientifico sportivo permette a tanti ragazzi di studiare e fare sport ad alto livello, non a casa nel mio Liceo vi erano tanti ragazzi che giocavano anche in primavera della Roma e del Lazio. La Scuola è un liceo scientifico normale, ma che ha un occhio di riguardo per chi ha impegni sportivi; se un ragazzo ha una gara alle 12 ha un permesso speciale per uscire. Infatti io mi allenavo alle 15 a Fonte Nuova, uscivo mezz’ora prima per andare agli allenamenti. 




Ritiene che avere un buon grado di istruzione sia fondamentale per districarsi meglio nell’ambiente calcistico? 

Un buon grado di istruzione credo sia una delle cose più importanti che uno debba avere sia per la propria persona sia per  la propria immagine. 





Si ricorda com’è stata la sua prima esperienza da titolare? 

L’ anno in cui ero al Fonte Nuova, il primo in una Prima squadra è stato tutto emozionante; condividere lo spogliatoio con gente così grande, così forte. Pensavo di avere qualche possibilità di giocare e che avrei dovute sfruttarle a dovere, alla fine feci 20 presenze totali. Ora come ora non ricordo quale fosse la prima da titolare, ma tutte le partite furono emozionanti, anche perché in casa avevamo una grande tifoseria. Un aspetto interessante sicuramente rispetto ad una juniores. 





Fra le tante squadre in cui lei è stato, mi sembra di aver capito che si è trovato benissimo nel Guidonia, ci potrebbe dire il perché? 

Guidonia è stata come una seconda famiglia per me perché venivo da un periodo di difficoltà e lì ho trovato un gruppo fantastico allenato da un allenatore eccellente come Franceschini.  L’anno successivo ci sono state tante difficoltà che ci hanno fatto legare ancora di più e mi hanno permesso di stringere un’amicizia speciale con molti ragazzi. Inoltre ho potuto condividere nuovo lo spogliatoio con un amico davvero speciale per me: Davide Berardi (che conobbi ai tempi di fonte nuova).

L’ultimo campionato, quello scorso., abbiamo compiuto veramente un’impresa salvando la squadra ai play-out.

Però Speravo in un epilogo diverso o almeno di non esser dato per scontato. Questo non è successo, non porto rancore verso nessuno, soprattutto perché nel Guidonia giocano tanti ragazzi a cui voglio un gran bene! Nel calcio difficilmente c’è spazio per la riconoscenza. Dicono che quando si chiude una porta si apre un portone e adesso sono al Riano, una bellissima realtà dove ho trovato un grande gruppo, giocatori fortissimi e tanta gente calorosa che segue la squadra ovunque. 

Ci stiamo conoscendo piano piano e le cose stanno andando nel migliore dei modi.










Qual è la principale qualità che deve avere un calciatore? 

Umiltà e rispetto per l’avversario. Ogni partita va affrontata come una battaglia ...però entro un certo limite.






Ho intervistato diversi giovani giocatori di Roma e devo dirle che, stranamente, non li ho trovati eccessivamente presi né per la Roma e neanche per la Lazio, lei invece mi pare che sia un vero tifoso, cosa rappresenta per lei la Roma?  

   La Roma è quasi una fede, in radio sento costantemente notizie sulla Roma! Roma dal punto di vista calcistico è molto simile ad una città a una qualsiasi città argentina si vive di calcio! Una delle emozioni più grandi è assistere ad una partita della Roma allo stadio gremito di gente.


    




     Qual è il suo stato d’animo prima di una partita?

Prima della partita non vedo l’ora di scendere in campo, sono super emozionato. Attendo con ansia che l’arbitro fischi l’inizio della partita per andare a fare la cosa che più mi piace fare! 





E alla fine di una partita, invece? Ripensa a quello che ha sbagliato, oppure volta pagina? 

Dopo la partita intanto dipende da come è andata, ci sono volte che annullo qualsiasi impegno per via del “rodimento”, però che si vinca o perda ripenso a tutte le occasioni in cui avrei potuto fare meglio per cercare di migliorarle e non ripetere gli stessi errori: sono molto autocritico!





Il suo goal più bello?

Il gol più bello credo sia quello realizzato alla Luiss con il Guidonia, tiro all’ incrocio dei pali da fuori area; anche se sono molto legato al gol vittoria- salvezza segnato ai play-out l’anno scorso su assist di uno dei miei più grandi amici Simone Festa. 
















Una partita che vorrebbe dimenticare? 

Se parliamo della Roma Sicuramente Roma-Sampdoria 1-2 del 2010 che ha spezzato le nostre speranze di vincere lo scudetto, mentre  a livello personale Palestrina - Guidonia 6-1.





Un suo pregio? 

Dentro il campo e fuori cerco di dare il massimo; questo per me è la cosa più importante, si può sbagliare, ma nessuno può rimproverarmi che non abbia dato abbastanza. La mia maglietta sarà sempre una delle più sudate a fine allenamento o partita!





Un suo difetto?

Difetto? Permalosità fuori dal campo, mentre dentro probabilmente un’autostima non all’altezza. 





 La famiglia che cosa rappresenta per lei? 

La famiglia è la mia costante nella vita, tutto si basa sulla mia famiglia. Purtroppo persi mia madre che ero molto piccolo, ma mio padre e mia nonna che per me fu una seconda mamma non fecero mancare niente a me e mio fratello! 

Mio fratello è un ragazzo particolare, non gli ho mai sentito dire “Ti voglio bene” ma sono certo che darebbe la sua vita per me, come io per lui. Siamo cresciuti insieme, giocando insieme e condividendo gioie e dolori ed oggi grazie a lui ed i suoi sacrifici lavoriamo insieme! Qui tengo a menzionare anche il mio vicino di casa, ovvero mio fratello ma di “sangue diverso”.

 È un rapporto speciale non lo reputo un amico ma letteralmente mio fratello minore. D’altronde sono 20 anni che viviamo a contatto ci separa solamente un muro. 
















  La sua ragazza condivide la stessa passione per il calcio e lo sport in generale? 

La mia ragazza condivide la mia passione per lo sport, è una ex pallavolista e frequentava il mio stesso liceo. Il calcio non credo che prima lo conoscesse molto bene, ma sono 5 anni che mi segue ovunque.

 È una ragazza semplice, non ha grilli per la testa e se il sabato sera non si esce perché la mattina dopo gioco non fa drammi perché sa quanto io tenga a questo sport.  Se non è troppo stanca per la settimana lavorativa si sveglia presto e viene a vedermi. È sempre bello vederla sulla tribuna e mandarle un bacio dopo un gol!










Lei è cresciuto nel mito di Francesco Totti, che cosa rappresenta per lei questo campione? E su Fernando Torres cos’ha dirci visto che sappiamo che lei prova una grande ammirazione pure per lui?

Francesco Totti a Roma è una divinità e per me rappresenta il calcio, il sogno diventato realtà di tutti i bambini appassionati a questo sport. Sono cresciuto con il suo mito e la partita di addio è stato un colpo al cuore. Ha lasciato un vuoto dentro ogni tifoso e credo che il saluto che il popolo romanista gli abbia riservato valga più di tutte i trofei che avrebbe vinto andando via dalla sua città. 

Invece Fernando Torres mi ha fatto innamorare del ruolo che adesso ricopro in campo. Negli anni a Liverpool era imprendibile, una vera forza della natura!










   Grazie  

a cura di Paolo Radi   








23     10    2019 
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