PAOLO RADI INTERVISTA…
26 FEBBRAIO
2016
CONVERSAZIONE
CON MATTIA MARONELLI
UN
RICORDO DEL PIRATA
MATTIA MARONELLI OLTRE AD ESSERE UN ATLETA IN DIVERSE
DISCIPLINE E’ STATO UN DIRETTORE ED EDITORE DI UNA RIVISTA WEB SUL BOLOGNA
CALCIO. ORA CURA UN BLOG: WWW.IVERITIFOSIDELBOLOGNA.CLUB.
NOI GLI ABBIAMO RIVOLTO QUALCHE DOMANDA INERENTE AL
CAMPIONE MARCO PANTANI MORTO TRAGICAMENTE IL 14 FEBBRAIO 2004.
Signor Maranelli sono
passati ben 12 anni dalla morte di Marco Pantani, quale fu la sua reazione
quando seppe della tragica fine?
Intanto ringrazio Paolo Radi per questa intervista.
Grandissimo "Pirata", quando ricevetti quella bruttissima
notizia, non ci volevo assolutamente credere, infatti iniziai a cercare notizie
sul web ,iniziai a crederci quando la notizia arrivò in televisione.
Non ci volevo credere che era morto un mio " Mito "; un
mito che era scomodo a tante persone.
All'età di 6 anni correvo in bicicletta, nella Squadra di San
Lazzaro di Savena ,mi allenavo molto, facevo molti chilometri perché volevo
diventare un professionista come il "pirata", pensate che mettevo
anche la bandana in testa anche se ho i capelli.
Imitavo molto le sue stesse espressioni del viso, era la mia forza
in allenamento, non scorderò mai quello che ha dato nel mondo del ciclismo.
Abito a Castel de Britti, in provincia di Bologna, abbiamo salite
abbastanza ripide e faticose, le facevo quasi tutti i giorni per diventare uno
"scalatore" proprio come lui.
Tutti noi conosciamo la
vita di Marco Pantani, che cosa secondo lei non è stato detto, oppure cosa è
stato detto di troppo?
Sicuramente non doveva essere trattato
così, sono state dette troppe cose brutte e delicate: la famiglia non meritava
e non merita tutto questo!
Marco Pantani muore da solo a Rimini il giorno di San Valentino, nel residence Le Rose, la sua
fine in completa solitudine mi fa pensare chissà perché al finale della
classica tragedia greca. Possibile che fosse rimasto completamente solo?
Purtroppo era diventato molto
"scomodo" e lui sapeva di
esserlo Purtroppo lui aveva deciso di rimanere
solo.
Lo scrittore e giornalista francese Philippe Brunel ha
scritto un libro interessante, Gli ultimi giorni di Marco Pantani, secondo il
giornalista, non crede ad un overdose di cocaina, perché secondo lei,
Brunel nutre dei dubbi sulla sua morte?
Ormai ognuno tira le proprie
"somme" dicendo la “sua,” il pensiero è libero e ognuno scrive ciò
che vuole.
Può essere vero come potrebbe essere
falso, di solito chi parla e chi scrive sa.
Ma ci sono persone che scrivono e
non sanno!
A suo avviso che cosa lascia in eredità il Pirata a coloro
che vogliono cimentarsi nella disciplina del ciclismo?
Purtroppo per problemi personali ho dovuto abbandonare il ciclismo anche
se a volte guardo ancora qualche tappa, il ciclismo senza Marco Pantani e come
un “pesce fuori acqua”.
Il mio consiglio per chi volesse fare ciclismo e diventare qualcuno
è il seguente: allenamenti, alimentazione corretta, costanza, poche
chiacchiere.
Soprattutto non tralasciare lo studio
Alzarsi sui pedali e andare forte.
Ne approfitto di quest'ultima domanda per lasciare un messaggio alle famiglie con
bambini e bambine: di sicuro non sarò io a venirvi a insegnare cosa fare con i
propri figli, ma non lamentatevi se stanno chiusi in casa a 2 centimetri
davanti alla televisione, o perché sono un pò "pienotti", serve
dunque un’ alimentazione corretta e un’ attività fisica.
Prima il dovere che è lo studio e poi il piacere che è lo SPORT!
Voglio ringraziare chi leggerà la mia intervista; ringrazio Paolo
Rasi, e una buona fortuna a tutti.
Un abbraccio da Mattia Maronelli.
Grazie per l’intervista.