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mercoledì 9 agosto 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

VANIA

SANTORO

 





Vania Santoro ex atleta della ginnastica ritmica attualmente tecnico presso la sua società: la SSD GR Pontecagnano, così ci si presenta: 

Mi chiamo Vania Santoro e sono  di Salerno. Ho iniziato questo sport all'età di 3 anni a livello amatoriale, raggiunti gli 8 mi sono affacciata nel panorama federale cominciando ad ottenere i primi risultati importanti di squadra: campionessa nazionale Gold di squadra allieve con la società Poseidon. 

 

 

La vera evoluzione della mia carriera è stata alla prima convocazione nella nazionale italiana, ad appena 10 anni ho sostenuto degli incontri con il team Italia nel quale sono rimasta per circa 3 anni raggiungendo in massimo livello dei gruppi scelti. Un brutto infortunio ha interrotto questo percorso, ma non la mia carriera, infatti nell'arco degli anni sono stata campionessa regionale ed interregionale per almeno 20 volte, agguantando ad ogni gara la qualificazione alla fase nazionale; ho gareggiato in serie B vincendo il campionato e accedendo di diritto alla massima serie.

 

I risultati individuali più importanti sono arrivati ai 18 anni, mi sono laureata campionessa nazionale di specialità Gold all’attrezzo nastro, e terza classificata in coppia con la mia storica compagna di club Federica Pascarella. 

 

L'ultimo risultato importante l'ho raggiunto all’età di 24 anni, riconfermandomi campionessa italiana al nastro e questa volta anche in coppia, chiudendo quindi la carriera con due primi posti italiani su due.

 

Adesso sono tecnico presso la mia società dal 2020, ed anche in veste di allenatrice sto provando e in qualche occasione riuscendo a dare un’impronta nel panorama nazionale, orgogliosa inoltre di essere stata selezionata dalla direttrice tecnica regionale tra le istruttrici che supervisionano il gruppo Gold della Campania”.

 

 

 

 


 

Come prima domanda le voglio fare questa domanda: come mai, a tre anni sente questa vocazione di iniziare il percorso nella ginnastica ritmica? Non era un po’ presto?

 

Ovviamente a tre anni non si può parlare di vocazione, sono stati i miei genitori a farmi avvicinare a questa disciplina perché ne erano affascinati, e una volta provata me ne sono innamorata.

 

 

I suoi genitori hanno appoggiato questa scelta, non hanno avuto delle riserve (anche perché a 8 anni si frequenta la scuola elementare e la scuola elementare è fondamentale per la vita)? 

 

I miei genitori mi hanno appoggiata dall'inizio della mia carriera e tutt'ora continuano a farlo. Ovviamente il compromesso sin da piccola era quello di andare bene a scuola e quindi riuscire a conciliare compiti e allenamenti, ma non ho mai avuto problemi nel farlo perché ero spinta dalla passione.

 

Come i cultori di questa disciplina sanno: fune, cerchio, palla, clavette e nastro sono gli attrezzi della GR, detti anche “piccoli attrezzi” in contrapposizione ai “grandi attrezzi” fissi della ginnastica artistica, lei in quale piccolo attrezzo decise di specializzarsi?

 

Il mio attrezzo congeniale è sempre stato il nastro nonostante non avessi particolare amore verso di esso. Ho praticato tutti e 5 gli attrezzi nella mia carriera, ma i risultati più importanti sono sopraggiunti proprio con l'attrezzo che preferivo meno,  quindi: il nastro.

 

Lei fino ha gareggiato sino a 24 anni, a questo punto mi viene da chiederle quante ore si allenava al giorno?

 

Mi allenavo 3/4 ore al giorno 6 volte la settimana (solitamente la domenica era occupata dalle gare) fino all'età di 20 anni. Negli ultimi periodi della mia carriera ho cominciato ad insegnare quindi mi allenavo nei ritagli di tempo tra una lezione e l'altra, con meno frequenza, ma non per questo ho mollato la presa, infatti è proprio in questi anni che sono diventata campionessa italiana nel settore Gold.

 

L'ultimo risultato importante lo raggiunge all’età di 24 anni, riconfermandosi campionessa italiana al nastro e questa volta anche in coppia, che cosa ha provato in quel momento

 

Beh, sarebbe banale parlare semplicemente di una grande emozione, perché è stata la consacrazione della mia carriera alla quale ho messo un “punto forzato” dopo aver raggiunto l'obiettivo che mi ero prefissata. 

 

Non poteva esserci un momento migliore per smettere, se non dopo aver vinto due ori su due in un campionato italiano, e per questo presi la decisione di fermarmi.

Ad oggi spero con tutto il cuore di riuscire a trasmettere quel fuoco che avevo dentro di me alle mie ginnaste e provare emozioni diverse sotto veste di allenatrice.

 

Prima di una gara qual era la sua preparazione a livello mentale, mi spiego meglio in modo cercava di mantenere la calma e la concentrazione?

 

Fortunatamente non ho mai avuto difficoltà nel gestire l'ansia, sono una persona che ha molto autocontrollo.  Generalmente cercavo di incanalare l'adrenalina a mio favore, tutto questo  per dare il massimo senza inciampare a causa della paura.

 

Non dev’essere facile praticare la ginnastica ritmica, a cosa ha dovuto rinunciare?

 

Non è facile se non si ha la passione. Per una come me che ha trasformato la passione nel proprio lavoro non è stato così sacrificante.

Ovviamente ho dovuto rinunciare alle feste di compleanno, alle gite, spesso anche ad alcune cerimonie familiari perché non potevo saltare né allenamenti né gare. Anche sotto l'aspetto dell'alimentazione ho sempre prestato molta attenzione, adottando una dieta consona all'età e alle ore di allenamento.

 

Lei è un atleta di grandi successi, che cosa direbbe a una giovane ragazza che volesse intraprendere il suo stesso percorso?

 

Direi semplicemente che la strada per arrivare al raggiungimento di un obiettivo si costruisce con passione, impegno, sacrificio e l'abnegazione, se uno di questi fattori manca diventa più difficile. Ma cosa che più di tutte sento di consigliare è lavorare per se stessi e mai per gli altri, né per compiacere l'istruttore, né  per i  genitori, altrimenti diventa tutto più pesante d’ affrontare, questo perché non lo si fa per il proprio piacere personale.

 











Adesso lei è tecnico presso la sua società: la SSD GR Pontecagnano, così ci si presenta, quando ha fondato la sua società e com’è la sua giornata lavorativa?

 

La società è stata fondata nel 2019, a piccoli passi e con grandi sacrifici.

Nel periodo invernale seguo le ginnaste dalle 3 del pomeriggio alle 9 di sera tutti i giorni tranne la domenica (in cui mi trovo spesso impegnata per le gare), in estate invece quando non c'è scuola integriamo gli allenamenti con qualche seduta mattutina.

 

Ora lei è allenatrice, qual è la caratteristica principale che deve avere un’allenatrice?

 

Un’allenatrice prima di tutto deve essere preparata, competente ed avere le conoscenze giuste per poter insegnare la disciplina, ma non è tutto.

 

Spesso è l'empatia la chiave principale che consente di creare delle ginnaste forti, la preparazione di base invece forma ginnaste brave. Il giusto mix tra le parti secondo il mio punto di vista determina la bravura di un'allenatrice.

 

In questo momento qual è il suo desiderio principale?

 

Il mio desiderio senza dubbio è quello di portare ad alti livelli la mia società, e magari tirar fuori delle ginnaste risultati che possano eguagliare o ancor meglio superare i risultati raggiunti nella mia carriera.

 

A chi vorrebbe dedicare questa intervista?

 

La dedico a me stessa, perché sono consapevole di tutto ciò che ho affrontato durante questi lunghi anni, ovviamente dovuti sono i ringraziamenti alle persone che hanno sempre creduto nel mio operato: i miei genitori per l'intuizione e mio marito per la pazienza.

 

Grazie 

 

 

09  Agosto    2023

 

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