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giovedì 20 luglio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

ANTONIO

GALA 

   






Antonio Gala è giocatore di calcio nato a Napoli (quartiere Scampia il primo marzo del 1995, così ci si presenta:

 

Come tutti ragazzi del quartiere iniziamo a giocare tra i palazzi prima di iscriverci alle scuole calcio la mia scuola calcio l’ho fatta alla Mariano Keller era un Élite in Campani. 

 

Dopo di che inizio il mio percorso professionistico faccio 2 anni a Taranto - settore giovanile- all’età di 17 anni torno in Campania vado nell’Arzanese squadra che militava nel campionato di C2. 

 

 

È stata una bellissima esperienza con i grandi anche perché ero molto giovane.  Successivamente per essere più presente sul campo essendo scendo di categoria e vado alla Mariano Keller che militava in serie D. 

 

Feci veramente bene dopo passai alla Gelbison sempre serie D dove ho fatto un anno spettacolare e ebbi anche la nascita del mio primo figlio, dopo Gelbison sono stato in C nella Casertana, sono stati due anni bellissimi, abbiamo sfiorato anche la serie B.

 

Dopo di che sono sceso di categoria andando all’Aversa Normanna serie D, successivamente ho militato in eccellenza al San Giorgio e poi all’Napoli United per poi risalire in D al Real Agro Aversa; dopo un anno e mezzo ho completato l’anno in eccellenza a Lioni.

 

 

 Adesso aspetto la chiamata giusta per continuare la mia carriera calcistica. In totale Antonio Gala ha più di 200 presenze coronate da 16 gol”.


 


 

 


Come prima domanda le voglio fare questa, dove sarà il prossimo anno e logicamente dove le piacerebbe andare?

 

Il prossimo anno e ancora tutto da decidere, spero di trovare una società seria che mi faccia stare bene. 

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

L’ho scoperto da piccolissimo, i miei genitori mi hanno detto che la mia prima parola è stata: “palla” penso che sia partito tutto da quel momento.



 




I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

I miei genitori mi hanno assecondato, anzi ti dirò di più abbiamo gioito insieme nei momenti belli e viceversa abbiamo sofferto insieme nei momenti brutti.

 

Ci può dire qualcosa dell’esperienza che lei ha vissuto a Taranto, so che per lei è rappresenta molto, è la sua città d’adozione, è così?

 

Taranto per me rappresenta un ricordo bellissimo, ho conosciuto delle persone speciali che tutt’oggi ancora ci massaggiamo, in conclusione è stata una bellissima esperienza.

 


Altre due esperienze importati alla Gebilson e alla Casertana dove avete sfiorato la B.  

 

Sì, alla Gelbison forse è stato l’anno più bello, feci 34 presenze condite da 5 gol. Alla Casertana forse ho sofferto un po’ il cambio di categoria, ho sfiorato la serie B, ma non da protagonista però anch’essa è stata una esperienza bellissima.

 






L’ultima esperienza è in eccellenza a Lioni, un bilancio di questa esperienza?

 

L’ultima esperienza è stata a Lioni. Sono arrivato andato a dicembre eravamo ultimi in classifica, il presidente prese 4/5 calciatori nel mercato di dicembre compreso me, ci siamo salvati tranquillamente arrivando al 7º posto.

 







Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Posso parlare di me, a me non attiravano  né la  fama e né i  soldi, era e sarà solo pura passione!


Lei gioca nel ruolo di? 

 

Sono un difensore centrale adattabile a terzino o terzo di difesa.

 

Si ricorda il suo goal più bello?

 

Il gol più bello…ne ho due il gol contro l’Andria del 2-2 al 90º che dedicai a mio figlio Christian, nacque infatti 2 giorni prima, e poi il secondo più bello è stato dopo l’infortunio al crociato. Alla prima partita da titolare feci gol e vincemmo la partita.

 

Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Il mio pregio e che riesco ad adattarmi ad ogni situazione, il difetto che mi affeziono troppo alle persone, queste con il tempo   tempo ti deludono.

 






Ho intervistato un suo amico tempo fa: Mario Chianese, in che cosa siete diversi dal punto di vista calcistico?

 

Mario per me è più di un amico, è speciale e lui sa che io per lui ci sarò sempre, è un fantasista, ha la classe che pochi calciatori hanno; speriamo bene per lui.

 

Lei è nato a Scampia che cosa rappresenta questo luogo per lei?

 

Scampia come per tutti noi nati in quartieri così rappresenta la crescita, mi spiego meglio: si cresce molto prima in questi luoghi, la vita ti insegna subito il male e il bene, ringraziando Dio parecchi con il calcio scelgono la strada giusta.

 






Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

Famiglia e amici, allora, soprattutto famiglia la famiglia è tutto per me, darei la vita per la mia essa.

 

Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

l mio sogno? Oggi come oggi ti direi la salute dei miei figli e che Dio realizzi i loro di sogni. Io li sosterrò sempre qualunque sia la strada che decidessero di intraprendere, se cadranno io sarò lì a rialzarli per continuare a sognare insieme a loro.

 

 

 Grazie

 

 

20 Luglio   2023