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martedì 22 febbraio 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

MATTIA 

DI LORETO 

 

 

    


 

 

 

 

 

Mattia Di Loreto così ci si presenta: “Sono nato a Rieti il 13 settembre del 1995. Attualmente abito a Borgo Velino un paese in provincia di Rieti. Inizio la mia avventura nel calcio come portiere, dopo varie esperienze calcistiche nelle serie dilettantistiche, stavo coltivando nel frattempo la mia passione come dirigente calcistico, decido di smettere causa di un brutto infortunio e da lì ha inizio la mia avventura come scout.  

 

Ho lavorato come scout nella Sambenedettese, successivamente ho lavorato per un procuratore sempre nell’ abito dello scouting. Dopodiché inizio la mia avventura come direttore sportivo, la prima squadra che mi da l’opportunità è la BF sport una società di Rieti che milita in promozione, ho lavorato nell’ area scouting del direttore Panfili.  Poi mi è stata offerta la possibilità di fare il direttore sportivo nell’ Amatrice calcio squadra che si trova nel girone B del campionato laziale di promozione.

 

 

 

 

 

 

 

Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa? Come è riuscito a svolgere il suo lavoro?

 

Questo lungo periodo di pausa l’ho vissuto con la frenesia della ripartenza dei campionati, purtroppo durante il Covid i campionati dilettantistici si sono fermati e per questo mi sono tenuto aggiornato guardando molte partite 

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Il calcio è sempre stato l’ unico sport che ho praticato e fin da subito ho capito che non mi sarei mai stancato di questa passione.

 

Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Sinceramente nessuna delle squadre con cui ho giocato ci sono rimasto legato diciamo che tutte hanno la stessa importanza. 


Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Secondo me entrambe le cose 

 

Come mai ha deciso di intraprendere la carriera nello scouting calcistico? 

 

Lo scout è una passione che ho coltivato sin da piccolo, guardavo moltissime partite e da quel momento in poi ho iniziato a conoscere molti calciatori. ricordo che annotavo i nomi su un quaderno dando dei giudizi, soprattutto calciatori giovani.

 

 

 

 

 

Non è certamente semplice fare l’osservatore calcio, bisogna guardare tante partite, osservare più giocatori contemporaneamente, (intraprendere lunghi viaggi, da alcuni talent scout che hanno circa 10, o 20 anni più di lei) poi bisogna tener in conto i fallimenti; lei al giorno quante ore dedica a vedere le partite?

 

Diciamo che ho avuto la fortuna di intraprendere questa passione fin da giovane, non è un lavoro facilissimo,  è necessaria  la calma, la pazienza e la lucidità;  guardo molti video e partire per 4/5 ore al giorno.

 










 

Perché molti giocatori ripetono la solita frase (quelli che non sono riusciti ad arrivare a certi obiettivi) : “Non ho avuto le giuste conoscenze, non ho conosciuto  il giusto talent scout, forse avute sarei arrivato molto più in alto”?

 

Secondo me chi dice queste frasi è un calciatore che non ha creduto fino in fondo nelle sue potenzialità, per arrivare bisogna affrontare dei grandi sacrifici e non tutti ci riescono. 

 

 

Quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

La prima cosa che deve colpirmi è la sua personalità e l’atteggiamento in campo nell’arco dei 90 minuti. Poi ovviamente le sue doti naturali. 

 

Che rapporti ha con gli allenatori e i presidenti di club? 

 

I rapporti sono buoni.

 

Chi sono i suoi modelli di riferimento, per quel che concerne il suo lavoro,? 

 

Ho due modelli: il direttore Sportivo Francesco Panfili che è colui che mi sta insegnando il ruolo del ds , L’ altro invece è sabatini L’ attuale direttore della salernitana anche se non lo conosco di persona , ma è un dirigente e un grande uomo di calcio e per questo, l’ ammiro molto

 

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo e uno che ammira meno? 

 

Ho un debole per Ciro Immobile perché è un calciatore che non si risparmia mai, da sempre il 100%. l’altro è Milinkovic Savic della Lazio.

 

Lei adesso è direttore sportivo per l’Amatrice calcio, com’è arrivato a essere ingaggiato da questa società? 

 

Sono stato contattato dalla società, mi hanno chiesto se ero disponibile a sposare il loro progetto e ovviamente ho accettato subito. 

 

 

Come tutti sanno nel 2016 Amatrice subisce un grave terremoto, che cosa rappresenta per lei fare il direttore sportivo per questa cittadina? 

 

Amatrice è una cittadina che sta rinascendo dalle proprie ceneri e quindi per me è una grande responsabilità rappresentare questi colori.

 

 










Un sogno per il futuro?

 

Semplicemente portare L’amatrice calcio più in alto possibile.

 

 

 

21 febbraio 2022

 

(Tutti i diritti riservati)