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domenica 27 febbraio 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

MARCO

PASQUALINI

 





 

Marco Pasqualini è un calciatore nato a Roma il 9 luglio del 1985 ha iniziato a giocare a calcio nel settore giovanile del Cagliari Calcio: Nazionale Under 15, Nazionale Under 16 e Nazionale Under 18 (Dilettanti)

 

Ha militato dal 2002 sino al 2010 in Serie D (Albalonga, Pisoniano, Lupa Frascati, Villacidrese, Atletico Cagliari, Torgiano, Guidonia e Lupa Frascati di nuovo), poi ha alternato Promozione ed Eccellenza (San Cesareo, Colleferro, Albalonga, Cecchina, Lepanto Marino, VJS Velletri, Almas Roma, Real Monterotondo Scalo, Fiano Romano, Vigor Perconti, Boreale, Sant’Angelo Romano e Lodigiani 

 



 


 




Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo periodo di pausa?  Come si è tenuto in forma? Tutto tornerà alla normalità?

 

Sì, è stato un periodo che ci ha messo a dura prova. Mi sono tenuto in forma a casa. Ho una piccola palestra. Credo che pian piano tutto stia tornando alla normalità.

 

 Ci hai raccontato che hai iniziato la tua avventura nel mondo del calcio, ti trovavi in Sardegna in vacanza con tuo padre, quando sei stato notato che palleggiavi in spiaggia dall’allenatore dei portieri della nazionale, e che dopo due ore eri già in un campetto ad allentarti. Che cosa ti ricordi di quel giorno?

 



Era una mattina. Palleggiavo con mio padre in spiaggia in uno stabilimento. Nello stesso si trovava Mister Mameli preparatore dei portieri del Cagliari. Si avvicinò a mio padre e gli chiese di portarmi ad Assemini a fare un provino. Era un provino per bambini di 10 anni. Io ne avevo 7. Sono stato preso subito e appoggiato 2 anni alla scuola calcio Gigi Riva.

 




                                                      





Per quanti anni sei rimasto in Sardegna? 

 

Sono rimasto in Sardegna per 8 anni la prima volta. Poi la seconda volta sono tornato altri 2 anni in serie D. 

 

Possiamo dire che la Sardegna sia la seconda casa, che cosa ti ha lasciato questa splendida regione? 

 

A dire la verità mi sento più sardo. Perciò non proprio “seconda” casa. Mi ha lasciato lo spirito sardo. Sono un combattente. Orgoglioso e fiero di esser cresciuto in questa splendida isola.




 





Come mai questo amore per il calcio?

 

L’amore per il calcio me l ha trasmesso mio padre.

 

Hai giocato in diverse squadre, a quale sei rimasto più   legato? 

 

La squadra alla quale sono più legato è il Cagliari ovviamente. Ci sono cresciuto.









Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o più i soldi per poter fare una vita agiata?

 

Credo che attiri entrambe. Ma per quanto mi riguarda ho sempre voluto fare il calciatore per la passione e gioia che mi dà questo sport. Certo è diventato un lavoro, perciò non nego che ne ho beneficiato anche economicamente. Ma la devozione e l’amore che nutro per questo sport sono infiniti.




 





Il   goal più bello segnato sino ad ora?

 

Il gol più bello l’ho fatto in serie D giocavo con l’Albalonga. Vincemmo contro il Morro d’oro 2 a 1 fuori casa. Feci il gol vittoria che ci permise di salire al primo posto. Fu un gran bel goal!

 









Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando)

 

Il mio pregio è che il pallone tra i piedi mi dà gioia. Perciò amo dribblare e fare numeri. Sono alla costante ricerca dell’1 contro 1. Un difetto probabilmente è anche questo:  spesso esagero

 

Spesso gli intervistati mi hanno sempre riferito che il calcio oggi è malato, è proprio così? 

 

Il calcio di oggi è diverso. Non so dire se sia malato. Ma sicuramente è peggiorato rispetto a qualche anno fa. Il livello umano e tecnico è notevolmente calato. Credo che ci vogliano conoscenze per migliorarlo. Perciò sarebbe il caso che chi non ha mai giocato a calcio o vissuto ambienti calcistici di rilievo si faccia da parte. Ne beneficerà tutto il sistema.

 








Spesso leggo di giocatori famosi che poi sono caduti in disgrazia, sembrerebbe che la fama e l’essere celebri abbia un prezzo alto, è così? 

 

Sicuramente la fama e la ricchezza portano anche ad attirare tante persone. E riconoscere quali di esse sia amico veramente non è compito semplice. Si rischia di farsi coinvolgere in situazioni che non fanno bene alla persona e al professionista.




 





Hai avuto una carriera invidiabile, hai girato tante città perché sei stato in diverse squadre. Se avessi la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove sei arrivato sino ad ora? 

 

Sono felice di aver fatto quello che ho fatto. Non ho rimorsi né rimpianti. Senza gli errori che ho commesso e le vittorie che ho ottenuto non sarei chi sono adesso. Rifarei tutto allo stesso modo. Dormo sereno.




 





La famiglia quanto è importante?


 La famiglia è fondamentale. Ho una splendida moglie e 2 figli stupendi. Sono la mia vita. Tutto ciò che faccio è per loro. 

 


Un sogno che vorresti che si realizzasse nell’immediato? 

 

Mi sarebbe piaciuto concludere la mia carriera in serie D, che poi è il campionato che più mi ha realizzato. Sognavo di arrivare a 100 gol. Sono fermo da anni a 90. Questo successe quando lasciai la serie D  per giocare in categorie minori che mi permettessero di avere un lavoro che garantisse alla mia famiglia un futuro certo. Ora ho 36 anni. Però mi sento molto in forma. Chissà… sognare non costa nulla!

 



 

 



 Marco Pasqualini è il ragazzo che ha il pallone in mano 

 




27 febbraio 2022

 

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