SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
FABRIZIO
SPAGNUOLO
Fabrizio Spagnuolo è un ex giocatore di calcio, così ci si presenta
“Sono nato a Matera il primo marzo del 1962. All'età di un anno e mezzo i miei genitori si trasferiscono a Vigevano dove praticamente sono cresciuto. Gioco nel settore giovanile del Vigevano che in quegli anni faceva la serie C.
L'allora direttore sportivo del Vigevano era un certo Gianbattista Moschino, famoso giocatore degli anni sessanta e settanta che aveva militato nel Torino e nella Lazio- Io nel Vigevano ho fatto i giovanissimi e gli allievi. Nell'estate del '78 Moschino mi segnala al Torino e alla Roma. Decisi di accettare Torino anche perché era più vicino a casa, e non me ne pentii anche perché in quel periodo il Torino era uno dei migliori settori giovanili d'Italia.
Iniziai con gli allievi A con allenatore Rabitti Ercole grande maestro di calcio ma soprattutto di vita. Il secondo e terzo anno faccio la categoria Primavera con allenatore un altro grande maestro, Vatta Sergio. Questo è stato anche l'anno dell'esordio in serie A contro l'Ascoli di Mazzone e credo l'ultimo anno giocato da Anastasi perché se ben mi ricordo era in panchina con l'Ascoli.
L' estate del '81 faccio una bella esperienza di venti giorni con la Nazionale italiana juniores di Acconcia in Cina in un torneo giocato a Shangai.
Stagione 1981'82 faccio parte della rosa della prima squadra con allenatore Giacomini, ma purtroppo non riesco a fare nessuna presenza.
Parecchie volte andavo al sabato con la primavera e la domenica ero o in panchina o in tribuna con la prima squadra. Stagione 1982'83 vengo trasferito alla Reggina in C1 dove colleziono 17 presenze. Stagione 1983'84 Ternana C1 presenze 20 Stagione 1984'85 fino ad Ottobre Ternana C1 5 presenze poi Prato in C2 dove faccio 26 presenze e vinciamo il campionato agli spareggi con l'Alessandria.
Di seguito le mie stagioni calcistiche:
Stagione 1985'86 ancora con il Prato in C1 con 21 presenze Stagione 1986'87 Perugia in C2 con 14 presenze Stagione 1987'88 Vigevano interregionale l'attuale serie D con 25 presenze Stagione 1988'89 Fiorenzuola interregionale con 30 presenze Stagione 1989'90 Fiorenzuola vinto campionato 33 presenze Stagione 1990'91 Sparta Novara interregionale con 29 presenze Stagione 1991'92 Sparta Novara interregionale 29 presenze Stagione 1992'93 Sparta Novara interregionale 33 presenze Stagione 1993'94 Sparta Novara interregionale presenze 29 Stagione 1994'95 Aglianese promozione toscana vinto campionato presenze 25 Stagione 1995'96 Aglianese eccellenza toscana vinto campionato 30 presenze
La stagione 1996 '97 è stato l’ultimo anno giocato nel campionato di serie D con 26 presenze
Poi ho iniziato ad allenare il settore giovanile dell’Aglianese per tre stagioni Ho allenato ancora sette anni nel settore giovanile del Prato poi ho dovuto smettere perché il lavoro non me lo permetteva era il 2011
La prima domanda è questa il Covid ha stravolto le nostre vite e anche il calcio, ora sembra che tutto stia tornado alla normalità, secondo lei è così?
l covid ha cambiato non solo il mondo del calcio, ma ha cambiato proprio il mondo in generale. È chiaro che si speri che tutto vada per il meglio il prima possibile, anche se la vedo difficile.
Reggina
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
Sicuramente fin da piccolo. Quando sei bambino e vedi che tutti i giorni non puoi fare a meno di tirare calci ad un pallone, credo che la passione nasca in quel momento. Indipendentemente che tu poi faccia il calciatore oppure no.
Primavera nel Torino
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
Mi ricordo quando i dirigenti del Vigevano vennero a casa mia per parlare del mio trasferimento a Torino. Mio padre non ne voleva sapere. Non voleva assolutamente che io andassi via di casa perché avevo iniziato a lavorare ed il mio stipendio era utile per la famiglia. Furono le mie sorelle a convincere mio padre.
Lei giovanissimo va al Torino, cos’ha pensato in quel momento?
C'è voluto qualche ora per realizzare il tutto. Poi nei giorni a seguire tutte le mattine ero sempre a vedere nella buca delle lettere se arrivava la convocazione. Quando arrivò la lettera non stavo più nella pelle. Ricordo che pensai: “forse posso diventare un giocatore”.
A Torino si era ambientato bene?
Non bene, ma benissimo, era un ambiente adatto per un ragazzo di quell'età.
Perugia
Nel 1981 lei va in Cina, a giocare un torneo a Shangai dev’essere stata una magnifica esperienza, oggi la società cinese è cambiata, Shangai è una città splendida, moderna con tatti grattaceli, all’epoca com’era la Cina che lei ha conosciuto?
Tutta diversa di come è ora, per quello che vedo ora nelle varie tv. Molto povera rispetto ad oggi sicuramente. Strutture completamente diverse. Una cosa che mi rimase impressa, era che quando ci portavano in giro per visitare quei luoghi bellissimi la gente ci guardava come se fossimo dei marziani. Erano quasi tutti vestiti uguale con camice o bianche o blu. Dormivamo in un albergo di quindici piani, in camera dormivo con Francini, la mattina ci svegliava il suono di campanelli di biciclette. Era l'unico mezzo di trasporto per il popolo oltre ai bus comunali. Macchine se ne vedevano poche. Un’esperienza che non dimenticherò.
Vigevano
Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più legato?
Non ce ne una in particolare. Io mi sono trovato bene in tutte le squadre in cui ho giocato. Se ne devo citare una forse nella città in cui mi sono fermato che è Prato, perché ho trovato mia moglie .
Prato. Parma di Sacchi con Signorini mio compagno a Terni.
Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse?
Forse la pallacanestro è quella che mi attira di più. Ti racconto un aneddoto. Facevo le scuole medie ed avevo come prof. di educazione fisica l'allenatore della pallacanestro della squadra della Mecap di Vigevano che militava in A1. Voleva che andassi a giocare nelle giovanili. Mi ricordo che ci sarei andato volentieri perché mi piaceva anche quello sport. Io gli chiesi: “Prof ma se vengo a giocare a pallacanestro col calcio devo smettere? Lui mi disse se vieni devi smettere con il calcio. Allora gli risposi che avrei continuato con il calcio.
Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi?
La maggior parte dei ragazzi di oggi sono spinti dai genitori a giocare al calcio. E prova ad immaginare perché? Nel 2011 ho fatto un'esperienza di un mese e mezzo in America ad Atlanta ero istruttore di calcio dai bambini ai ragazzi e ragazze fino a 18 anni. Esperienza stupenda anche questa. I ragazzi lì non fanno solo calcio, ma praticano almeno due o tre sport differenti. In questo modo è chiaro che poi scelgono quello che più fa per loro. Questo anche perché non sono ossessionati dai genitori. Hanno anche la fortuna di avere strutture all'avanguardia tipo i college per cui è anche più semplice. Ma la differenza è nella mentalità
Lei giocava nel ruolo di?
l mio ruolo era centrocampista. Poi verso fine carriera come tanti centrocampisti si spostano in difesa centrale.
Ternana
Si ricorda il suo goal più bello?
Si me lo ricordo benissimo. Era contro l'Aosta nella stagione ‘90'91 giocavo con la Sparta Novara in interregionale.
Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora?
Sì, forse qualcosa cambierei, però in linea di massima rifarei quello che fatto.
Un giocatore che lei ammira tantissimo?
Se smette quest'anno ed è Chiellini. Sicuramente un esempio per i più giovani.
Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore?
Negli ultimi anni che ho giocato ho iniziato a pensare al dopo calcio, del resto come fanno tutti. Ho sempre pensato di trovare prima di tutto un lavoro che mi potesse dare tranquillità economica. Se poi ci fosse stata la possibilità di potere allenare a livello giovanile… perché no! E così e stato fino a quando il lavoro me lo ha permesso. Mi sarebbe piaciuto molto continuare a trasmettere quello che di positivo mi ha dato il calcio ai ragazzi. Forse un giorno potrò riprendere ad insegnare calcio, si vedrà.
Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore?
Sicuramente la passione, senza quella è impossibile trasmettere. Poi chiaramente anche competenza.
Negli Stati Uniti
Che cosa le ha dato il calcio e che cosa le ha tolto?
Sicuramente il calcio mi ha dato tanto. Mia ha fatto fare esperienze indimenticabili, conoscere tanta gente, girare tanto e di conseguenza conoscere tante città. Però sono dovuto stare parecchi anni senza i miei famigliari e vederli di rado. Mi ha tolto di più l’essere lontano da loro.
Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato?
Niente di particolare, solo serenità e pace per tutti
14 maggio 2022
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