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lunedì 10 luglio 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

DOMENICO

IONTA

 

 



  

Domenico Ionta è di San Cosma e Damiano è ha 32 anni. Come dice lui stesso: “La mia carriera da calciatore abbastanza breve, perché ripeto ho sempre voluto allenatore e realizzare questo sogno. 

 

In un girovagare di giovanili, sono partito dal Minturno calcio, passando per l’Urania, Sora, Gaeta e di nuovo Minturno. Qualche esperienza in prima squadra con: San Lorenzo, Castelforte e Maiano.

 

La mia carriera: anno 2018/19 Maiano terza categoria; 2019/20 San Lorenzo seconda categoria; anno 2020/21 fermi per covid comunque sempre San Lorenzo; 2021/22 San Lorenzo prima categoria; 2022/23 Santi Cosma e Damiano Grunuovo prima categoria e vittoria campionato; 2023/24 Santi Cosma e Damiano Grunuovo promozione”.

 

 

 

 


 


 

La prima domanda che le voglio fare è questa: come si è concluso lo scorso campionato?

 

Lo scorso campionato si è concluso nel migliore dei modi, con la vittoria finale del campionato. Ciò detto, sono esattamente soddisfatto del lavoro svolto, ma oltremodo felicissimo di aver avuto a disposizione un gruppo di ragazzi eccezionali.

 

 

Si ritiene soddisfatto?

 

Mi ritengo soddisfatto sicuramente, ma dentro di me, c’è sempre tanta voglia di guardare avanti verso il miglioramento e quindi anche quando ci si sente soddisfatti, dico sempre che non bisogna accontentarsi dei risultati raggiunti o di qualche complimento, ma vedere oltre e pensare alla crescita personale. 

 

 

Questa è una classica domanda che faccio spesso: Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Fin da subito, sin dall’età di 5 anni, poiché, come primo sport mia madre volle portarmi in piscina, ma all’esterno della piscina c’era un campo di calcetto, un ragazzino mi chiese di giocare e da quel giorno capimmo un po’ tutti che quello si trattasse del mio sport. Così abbandonai la piscina per divertirmi con il calcio. 

 

 



 


I suoi genitori hanno appoggiato questa sua passione oppure le hanno detto la classica frase: “ Non è meglio se pensi allo studio?”

 

I miei genitori, hanno sempre voluto il meglio per me e per i tanti, tantissimi sacrifici fatti, li ringrazio infinitamente, per l’educazione che mi hanno trasmesso, valori umani ed altruismo. In merito al calcio/studio, non c’era alcun problema in quanto a me piaceva studiare ma altrettanto giocare a calcio, pertanto riuscivo a far coincidere bene le cose. 

 

 

In tutti i club dove ha giocato quale ricorda con piacere?

 

I ricordi sono tanti, in ogni anno c’è qualcosa di nuovo e di diverso, e ogni stagione ti lascia sempre un’emozione. Da giocatore, il più bello potrei dire, la seconda stagione con la polisportiva Gaeta 1931 allievi regionali. Ero un centrocampista che spesso poteva essere schierato anche come trequarti, ho chiuso la stagione con 18 gol.

 

 





Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore? 

 

Diciamo che non ho deciso, perché già all’età di 23 anni desideravo diventare allenatore di calcio. Non potendo però, conseguire il patentino per ovvii motivi d’età, dovetti prorogare ciò di qualche anno

 


Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore? 

 

L’allenatore deve avere tanto qualità. Spesso si parla di allenatore e calcio come uno sport statico, di figurine facendo riferimento solo ad aspetti atletici-tecnico/tattici, io dico il contrario, sostenendo che l’allenatore in primis, debba studiare comunicazione, come essere leader, come apprende un giocatore e saper gestire le risorse umane in maniera impeccabile, poiché durante l’anno, l’allenatore avrà a che fare con questi aspetti più di quanto ci si pone l’attenzione mediatica.

 

 

 Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo? 

 

Non mi toglie nulla, perché il calcio è sociale, è per me passione, è per me motivo di crescita, quindi dal calcio ricevo soltanto. 

 




     


Q  Qual  è il suo stato d’animo prima di una partita? Quali consigli dà ai giocatori?

 

Il mio stato d’animo prima di una gara è molto insolito, lo stesso ho sentito dire da Ancelotti, pertanto mi son detto, vabbè allora non sono proprio matto. 

 

Prima dell’inizio di una gara vivo uno stato di malessere generale, fino al fischio d’inizio della gara. Al fischio d’inizio, magicamente sparisce ogni malessere e riesco in maniera naturale ad essere molto concentrato e lucido nella lettura e nelle scelte, chiaramente posso errare in queste, ma queste vengono fatte sempre in totale serenità e consapevolezza. 

In merito ai consigli non mi sento di poter dare una risposta, non do molti consigli, questo perché Lavoriamo in settimana e già di loro sanno cosa fare, come fare, quando e perché farlo. 

 

E alla fine di una partita, invece? Ripensa a quello che ha sbagliato a livello tattico, oppure volta pagina? 

 

A fine gara, mi autoesamino, ricerco molta auto critica, pertanto dai miei collaboratori che ringrazio, faccio identificare da loro, i punti e i momenti dove avrebbero fatto diversamente se fossero stati, ovviamente, al mio posto, per poi confrontarci e migliorare. 

 

A livello tattico lei mi chiede, ed è ovvio che con lo staff andiamo a rivedere la gara, facciamo la video e match analisi per poi porre dei focus su quanto studiato

 


Una partita da allenatore che vorrebbe dimenticare? 

 

Una partita da allenatore che vorrei dimenticare, beh non ce n’è una in particolare, forse direi la gara quando ero al San Lorenzo vs Il San Giovanni Incarico, disputata due giorni dopo la scomparsa di mio nonno. 

 


Un suo pregio e un suo difetto dal punto di vista del suo essere allenatore?

 

Un pregio ti direi subito, lealtà nei confronti dei miei giocatori. Difetto, o difetti, potrei averne molti, quindi non saprei.



 


 


Non dev’essere facile conciliare: lavoro, allenamento e famiglia. Lei come ci riesce?

 

Tutto ciò che si fa con amore e passione diventa tutto più semplice. Io ci riesco ottimamente senza mai pensare tanto alle difficoltà bensì, focalizzandomi nella positività mentre vive un percorso di vita.

 


Lei è molto giovane, dove vuole arrivare?

 

Non riesco neanche qui a darti una risposta, ma non perché non voglio, ma perché onestamente non mi prefiggo obiettivi che hanno un punto di raggiungimento, ma soprattutto non amo pensare a lungo. Amo mettere massimo impegno oggi per provare a non avere limiti.

 

 

 

10 Luglio   2023

 

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