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mercoledì 24 agosto 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

CIRO

NOVELLINO 

 

 

     





Ciro Novellino è giornalista da diversi anni, 12/13 si è laureato in Beni Culturali, ed è storico dell’arte, ha iniziato che aveva 23 anni, oggi ne ha 38, e da sempre svolto l’attività di giornalista, ha lavorato per diverse testate, ha lavorato per Alfredo Pedullà, è diventato caporedattore di un giornale locale che si chiama Vivicentro, da sempre è sulla rete televisiva CalcioNapoli24, tanto da essere diventato anche inviato. Si occupa principalmente del Napoli, dove ha un contratto. 

 

Per quanto riguarda la Juve Stabia, presentò un progetto nel 2015 legato al settore giovanile, il progetto che venne portato avanti nel corso degli anni, tanto da farlo entrare a livello ufficiale, appunto nella Juve Stabia, questo che sta per iniziare è il terzo anno che è il Responsabile della comunicazione per l’intera società. Si occupa della prima squadra e di tutta la comunicazione ed anche del progetto giovanile legato alla messa in onda delle gare, alle interviste. Ci tiene a precisare che c’è un grande lavoro alle spalle che riguarda il contesto lavorativo alla prima squadra.



 







Come prima domanda Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo momento di pausa? 

 

In solitudine ma cercando di dare al tempo stesso una svolta alla mia vita. È stato un momento difficile, lo è stato per tutti ma la solitudine di quel periodo è stato un qualcosa che mai dimenticherò. Ho cercato, per lavoro e per precauzione, di essere sempre vigile e non lasciarmi contagiare. Ci sono riuscito, ma il mio pensiero va a tutte quelle persone che non ce l'hanno fatta e che non sono qui con noi”.

 

 

 

Lei è laureato in Beni Culturali, come mai questa laurea, e non magari un’altra legata al mondo dello sport?

 

Io sono uno Storico dell'Arte, laureato all'Università Federico II di Napoli in Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali e specializzato in Archeologia e Storia dell'Arte. Sono, però, nel mio cammino di studi diventato giornalista, prima per caso, poi per passione e spinto dalla mia immensa voglia di fare. Ho giocato a calcio, poi un brutto infortunio al ginocchio mi ha costretto a ben 3 interventi, e oggi lo racconto. Lo faccio con passione e dedizione, cercando di fare del mio meglio e, da quanto vedo e sento, anche con buoni risultati per fortuna.

 

 

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato fondamentale della sua vita?

 

Da sempre. Ripeto sempre a tutti che io dormivo col pallone sotto al cuscino. Il calcio è una passione di famiglia, tramandatami dal mio papà. Ho iniziato a giocare che avevo 6 anni, lo racconto da 15 quasi e lo farò, spero e credo, ancora a lungo.

 

 



 






Lei attualmente è inviato di CalcioNapoli24, com’è riuscito ad ottenere questo ruolo? 

 

Sono giornalista di CalcioNapoli24 e lavoro per la stessa tv ormai da tanti anni. È iniziato tutto con una semplice collaborazione nei miei primi periodi da giornalista. La crescita è stata costante e sono contento di questo, l'impegno è sempre al massimo e questo vedo che piace alla gente che mi segue e ci segue. CalcioNapoli24 è una realtà unica, composta da un gruppo di lavoro invidiato e che rema verso un unico obiettivo, dare notizie, vere, ai tifosi, soprattutto grazie alla nostra guida, l'editore Salvio Passante.

 

 

 

Per questa stagione calcistica che pronostico può fare per questa squadra?

 

Il Napoli farà bene, ha costruito una rosa importante e manca solo la ciliegina sulla torta: Keylor Navas. Prima degli ultimi colpi la vedevo fuori dalla zona Champions League, oggi non solo c'è dentro, ma può ambire alla vittoria finale. Ha avuto un avvio di stagione importante, soprattutto con Kvaratskhelia, calciatore georgiano dalle immense qualità

 

 

Nel 2015 presenta un progetto legato al settore giovanile della società S.S. Juve Stabia, quali erano i contenuti e gli obiettivi?

 

La mia volontà era quella di seguire il settore giovanile così come si segue una prima squadra. Devo essere sincero, il responsabile Mainolfi da subito mi ha dato carta bianca, sposando a pieno questo progetto. Telecronache, interviste, un programma settimanale e notizie, tutto quello che c'è da sapere. Cosa che, per fortuna, ha dato visibilità a tutti i ragazzi che hanno giocato nel corso di questi anni nel settore giovanile stabiese e che mi regala grosse soddisfazioni, ma soprattutto mi ha dato l'opportunità di crescere professionalmente, diventando il responsabile della comunicazione del club.

 

 

 

Da tre anni lei è Responsabile della comunicazione per l’intera società, può descriverci meglio quali sono le sue mansioni?  

 

Ringrazio il Presidente Andrea Langella che mi ha dato questa possibilità. Io sono nato e vivo a Castellammare di Stabia, la mia casa affaccia sul centrocampo dello stadio Romeo Menti e, per me, è motivo d'orgoglio rappresentare la Juve Stabia a livello comunicativo. Mi occupo di tutto ciò che concerne i rapporti con la stampa, dei social, dell'organizzazione comunicativa dei match e di tutto quello che serve, con rubriche anche settimanali e ufficiali, ai calciatori per essere rappresentati al meglio nell'arco della stagione. Insomma, non sono mai fermo”.

 


 


 



Lei è da tanti anni che lavora nel mondo del calcio, e io le voglio fare questa domanda: perché molti giocatori ripetono la solita frase, “Non ho avuto le giuste conoscenze, se le avessi avute sarei arrivato molto più in alto”?

 

Credo che ognuno dovrebbe raggiungere i propri traguardi con i propri mezzi. Il mio caso è emblematico: ho sempre provato, con perseveranza, a raggiungere i traguardi prefissati. In parte li si raggiunge, in parte no, ma non bisogna mai mollare, crederci sempre e prima o poi l'opportunità e l'occasione della vita arriverà per tutti”.

 

 

 

Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

Mi piace la Moto Gp, amo praticare il ciclismo e non disdegno un buon allenamento in palestra”.

 

 

 

Un giocatore che lei ammira tantissimo e uno che ammira meno? 

 

Maradona è la storia del calcio, da napoletano non posso che citare lui ma il calciatore italiano che ho sempre ammirato è Francesco Totti. Unico nel suo genere, talento indiscusso del calcio. Ammiro meno? Nessuno.

 

 

 

Se avesse la possibilità di tornare indietro, cambierebbe qualcosa, oppure è soddisfatto di dove è arrivato sino ad ora? 

 

Ho sempre cercato di guardare avanti, nonostante le difficoltà. Continuo a farlo, cercando di raggiungere ulteriori obiettivi, quelli che ho chiari nella mente.

 

 

 

Un sogno per il futuro?

 

Poter raggiungere categorie superiori da responsabile della comunicazione e continuare a seguire il Napoli come ormai faccio da tanti anni. Non bisogna mai fermarsi, ma guardare sempre più in alto.

 

 

24 08 2022

 

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