SEZIONE SPORT
Paolo Radi intervista
CARMINE LIGUORI
Carmine Liguori è nato a Napoli è stato un calciatore dilettante per 12anni nelle categorie promozione eccellenza, nel 2007 finisce col calcio giocato per intraprendere quella da istruttore / allenatore.
La prima esperienza è in una scuola calcio di Giugliano, poi pian piano si è diplomato UEFA B. Ha fatto diverse varie esperienze da secondo allenatore piazze importi come: Sant’Anastasia e Giugliano.
Come allenatore può vantare di: aver guidato il Pollena Calcio vincendo il campionato, la Virtus Afragola, il San Pietro a Paternò Ma le sottostazioni le ottiene con i giovani formandosi per tre anni con il Torino tramite l’Accademy Torino F.C. grazie ad una persona squisita come l'ex capitano del Torino Peppe Vives e un allenatore come Teodoro Coppola.
“Le ultime esperienze sono state in piazze importanti come San Pietro a Patierno, Giugliano, e Nola, piazze molto calde calcisticamente parlando dove ho conosciuto molte persone che ricorderò volentieri ed altre meno ma fa parte del gioco.
Ora bisogna solo recuperare il tempo che il covid ci ha rubato”
Il Covid ha stravolto le nostre vite, come ha vissuto questo lungo momento di pausa? Riusciva ad allenarsi quotidianamente?
Buongiorno Paolo, il covid a cambiato un po' le nostre abitudini e la nostra vita nel quotidiano sperando che al più presto ne usciremo completamente, ma siamo a buon punto.
Sì riuscivo ad allenarmi personalmente visto che mi piace correre ,nella scorsa stagione ero al Giugliano in serie D ci allenavamo a gruppi facendo tamponi settimanali previsti dalla L.N.D. Quest'anno al Nola ho sempre in D stesse procedure. Speriamo che questo momento passi presto anche se l'emergenza è passata dobbiamo comunque stare attenti.
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
Da piccolo mi è stata trasmessa da mio padre ex calciatore dilettante, vivendo il calcio in casa e poi per strada era l'unico nostro divertimento non esisteva ancora tanta tecnologia, poi è venuto tutto da sé.
Perché ha deciso a un certo punto della sua vita di diventare allenatore?
La decisione di diventare allenatore è nata per cercare di trasmettere ai giovani quello che non avevano trasmesso a me da piccolo, sai non si dava molta importanza alla comunicazione con il giovane e a volte mancando quella con una terminologia adatta un giovane poteva andare in difficoltà. Così dopo aver giocato decisi di iniziare e chiamai un amico che aveva una scuola calcio e da lì ho iniziato, anzi lo ringrazio ancora e approfitto per salutarlo è Patrizio Perrotta
Lei ha allenato diverse squadre, c’è una squadra a cui è rimasto più legato?
Certamente, con la piazza di Giugliano sono molto legato, sono stato in due occasioni in eccellenza e in D, non ti nascondo che mio figlio dopo il Napoli e tifoso del Giugliano.
Che cosa ci può raccontare delle ultime esperienze da allenatore?
Le mie ultime due esperienze sono state in due piazze prestigiose del calcio campano entrambe in D: il Giugliano e il Nola dove ho conosciuto tante persone che ricordo veramente volentieri.
Per il futuro c’è qualche squadra che vorrebbe allenare?
Per il futuro cerco un progetto serio sperando che mi possano permettere di lavorare con qualche giovane in più, questo perché oggi in Italia si trascura molto questo aspetto.
Qualche squadra che vorrei allenare? Sono scaramantico un giorno te lo dirò amico Paolo.
L’Italia ha vinto gli Europei, poi però non si è qualificata per mondiali, secondo lei perché?
Diciamo che gli è “girata male” sbagliando qualche rigore decisivo, ma sono anni che ripeto che al momento il calcio italiano è mediocre, siamo un po' indietro con i giovani, in Europa le primavere hanno in rosa ‘04 e ’05, noi ancora 2002 ,2003 e qualche caso siamo al 2004.
Quale squadra vincerà lo scudetto?
Da tifoso del Napoli spero il Napoli, ma vedo più strutturata l'Inter
Come mai in Europa non riusciamo a vincere più nulla?
Come detto prima al momento siamo in un campionato mediocre, dobbiamo cercare di cambiare un po' di cose nel sistema calcio.
Qual è la principale qualità che deve avere un allenatore?
La qualità umana poi tutto il resto, il dialogo l'essere prima uomo e poi allenatore aiuta molto nel rapporto con la squadra e i singoli calciatori.
Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le sta togliendo?
Il calcio mi dà tanto tutti i giorni. Cosa mi toglie? La famiglia, la si trascura la famiglia.
Una partita da allenatore che vorrebbe dimenticare?
Giugliano – Cervinara, finale di Coppa campana di eccellenza.
Un suo pregio?
Motivatore
Un suo difetto?
Ne ho tanti non basterebbe un giorno per elencarli.
Come descriverebbe se stesso nei riguardi di una persona che non conosce nulla di lei?
Non riesco a descrivermi perché ogni pensiero è soggettivo, spero solo di piacere di più sotto l'aspetto umano.
Un sogno per il futuro?
Solo continuare il mio percorso se sono rose fioriranno si dice così ?
Sì, si dice così!
10 aprile 2022
(Tutti i diritti riservati)