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domenica 3 dicembre 2023

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

VALENTINO

VIVIANI

 




 


Valentino Viviani, procuratore di calcio campano, è nato a Battipaglia (SA) il 02/09/1985, fin da piccolo ha coltivato con grande dedizione la sua passione per il calcio 

 

Da ragazzino faceva come ci dice lui stesso “il raccattapalle con la Battipagliese, ho visto giocatori come Giuseppe Mascara, Simone Loria, Langella, ho visto la serie C, insomma un po’ di calcio ad alto livello l’ho vissuto anche qui”. 

Si laurea presso l'università Carlo Cattaneo di Castellanza (VA).  Subito inizia a lavorare come procuratore in Eccellenza e serie D, tanto da riuscire a portare alla Sanbonifacese tre calciatori.

Oltre a svolgere la figura di procuratore lavora come avvocato sia in ambito civile e penale per uno studio legale. 

In data 20 settembre 2023 sostiene e supera l'esame di abilitazione Agente FIFA. 

 


 

Come prima domanda le voglio fare questa, da poco ha superato l’esame di abilitazione per essere un Agente FIFA, un bellissimo traguardo, che cosa ci può dire a tal riguardo?

Superare l'esame di Agente FIFA è stata una grande soddisfazione ma anche il coronamento di anni di attività e passione spese per questo sport e questo lavoro. Sicuramente non è stato facile superarlo perché parliamo di un esame studiato e sostenuto totalmente in inglese dove il margine di errore consentito è del 25% e la formulazione delle domande non è di facile fattura. Per ogni domanda (20 in totale per 1 ora di tempo) vi sono 4 risposte su un determinato argomento che potrebbero essere potenzialmente tutte giuste, quindi bisogna prestare massima attenzione nell'individuare le risposte esatte totali altrimenti si incorre nell'errore.


Visto che lei era un appassionato di calcio sin da bambino, i suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?” Poi lei si è laureato e immagino che siano soddisfatti del suo percorso, è così immagino?

Fin da piccolo ho sempre amato questo sport ma onestamente non sono mai stato assecondato nella mia passione, anzi tutt'altro, sono sempre stato spinto a concentrarmi sullo studio e nel laurearmi in Giurisprudenza. 

Se da un lato può dispiacermi dall'altro penso sia stata la cosa più giusta perché mi ha dato le competenze e le basi giuste per lavorare anche nel mondo del calcio sotto tanti aspetti. 



 





Lei inizia a lavorare in Eccellenza e serie D, ottenendo dei buoni risultati, ciò a cosa è dovuto, alla sua passione che lei ha, oppure alla determinazione nel riuscire e farsi notare come un giovane procuratore di livello (non sempre passione e determinazione coincidono)?

 

Ho iniziato praticamente da zero basandomi solo sulle mie forze e soprattutto la mia forza di volontà. A differenza di tanti altri colleghi o addetti ai lavori non ho giocato a calcio, non avevo conoscenze né amicizie nell'ambito calcistico di direttori, presidenti, allenatori o ex compagni di squadra. Non portavo il cognome di qualche addetto ai lavori già avviato nel mondo del calcio, e soprattutto non avevo un nome. Tutto ciò che mi sono costruito l'ho fatto da zero, senza spinte, lavorando con trasparenza e correttezza facendomi apprezzare. 

Ammetto che in questo mondo tanti, soprattutto i calciatori, badano a tanti altri aspetti e la moralità diventa a volte un optional, ma preferisco rispettare i miei principi e continuare per la mia strada.




 




Immagino che non sia facile il suo calcio, bisogna guardare tante partite, osservare più giocatori contemporaneamente, intraprendere lunghi viaggi e poi bisogna tener in conto i fallimenti; lei al giorno quante ore dedica a vedere le partite?

 

Parto nel dire che il lavoro che facciamo non è per tutti. Penso che oltre alla passione bisogna essere portati per fare questa attività. 

 

Sicuramente l'aggiornamento continuo e la fame di conoscenza è una prerogativa importante per svolgere al meglio questa professione. Insieme al mio socio e amico Stefano Squitieri visioniamo tante partite e cerchiamo di individuare il potenziale giusto in calciatori di prospettiva da poter valorizzare nel tempo. Non a caso negli anni abbiamo scoperto tanti giocatori, anche giovanissimi, valorizzati in categorie superiori accompagnandoli per mano. 

Purtroppo siamo incorsi anche in qualche delusione dove l'irriconoscenza è stata palese, ma anche questo fa parte di questa professione e di questo "mondo".

 


Perché molti giocatori ripetono la solita frase (quelli che non sono riusciti ad arrivare a certi obiettivi: “Non ho avuto le giuste conoscenze, se le avessi avute sarei arrivato molto più in alto”?

 

In alcuni casi condivido il loro sfogo in altri invece no. Ogni caso ha una storia a sé ma nel calcio posso assicurare che se un calciatore, che ha un grosso potenziale, non viene assistito e guidato bene, rischia di bruciare il proprio talento e perdersi nel tempo. 

 

Diverso da chi invece non ha voglia di sacrificare sé stesso e il proprio tempo negli allenamenti e nella cura a 360 gradi del proprio stato da professionista e della propria vita. Infatti non solo gli allenamenti fanno la differenza, ma anche uno stile di vita e amicizie/conoscenze sane contribuiscono a formare un vero atleta.

 


Quando vede giocare un ragazzo che cosa la colpisce di più, oppure che cosa dovrebbe colpirla maggiormente? 

 

Quando valuto un calciatore valuto tanti aspetti, non solo quelli tecnici o inerenti alla carta d'identità, ma anche e soprattutto quelli morali e della persona. Diverse volte ci è capitato di evitare o allontanare giocatori che non rispecchiavano i nostri modi di essere e di agire

 


Generalmente che rapporti intrattiene con gli allenatori, gli osservatori i presidenti di club? 

 

Anche in questo caso preferiamo non parlare con tutti, cerchiamo di fare selezione anche tra queste figure perché se questo lavoro deve essere fatto bene allora bisogna evitare persone poco chiare e poco preparate che stanno nel calcio solo per creare problemi. 

 

Ma al contempo abbiamo ottimi rapporti con tanti presidenti e tanti allenatori e direttori che svolgono bene il proprio ruolo. A mio avviso il procuratore deve essere l'anello di congiunzione tra il calciatore e la società garantendo il giusto equilibrio e tutela per entrambe le parti. E per far collimare questo risultato è importante avere a che fare ed interagire con gente seria e preparata da parte delle società.


 

Sino ad or successi e delusioni si equivalgono oppure maggiori sono i successi rispetto alle delusioni? 

 

Sono di gran lunga le soddisfazioni perché arrivate solamente dal frutto del nostro lavoro senza spinte, raccomandazioni, o agevolazioni varie. 

Tanti procuratori sono tali grazie al cognome che portano avviati dal padre o dal parente di turno, altri invece sono aggrappati a determinati carri "dall'alto" che gli passano e "confezionano" giocatori in categorie superiori, noi invece ogni cosa che abbiamo fatto l'abbiamo conquistato con le nostre forze senza dover dire grazie a nessuno se non a noi stessi.

 


Il suo più grande difetto e il suo più grande pregio? 

 

Il mio più grande difetto che è sicuramente anche il mio più grande pregio è quello di essere leale in un mondo, quello del calcio, dove i valori e la moralità troppo spesso va a farsi benedire. 

 


In questo preciso momento come vede il calcio italiano?

 

Penso che il calcio italiano abbia bisogno in primis di una pulizia di valori e delle persone che ne fanno parte.

 


Chi sono i suoi modelli di riferimento? 

 

Non ho modelli di riferimento perché non mi rivedo in tanti nomi importanti, alcuni soprattutto, dove prevaleva l'arrivismo e l'affarismo. 

Onestamente non mi ispiro a nessuno se non a me stesso e al mio modo di essere, giusto o sbagliato che sia.

 


Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 

 

Ammiro molto il Basket, precisamente l'NBA, ma mi diverte molto anche il tennis, la pallavolo, e con curiosità il Golf.



Un giocatore che lei ammira tantissimo e uno che ammira meno? 

 

Ho sempre ammirato fin da piccolo Fabio Pecchia (attualmente allenatore del Parma) per le sue doti tecniche, atletiche, e soprattutto per il temperamento che metteva in campo. L'ho sempre stimato anche per la sua dedizione allo studio, non a caso è laureato in Giurisprudenza come me, e lo chiamavano l'avvocato. 

 

Spero un giorno di incontrarlo e conoscerlo di persona perché ha contribuito tanto per me in termini di passione ed entusiasmo per questo sport facendomi avvicinare sempre di più. Da piccolo quando lo ammiravo con la maglia azzurra del Napoli era per me un’emozione unica perché vedevo un giocatore dare l'anima in un contesto difficile risultando il più delle volte decisivo. Non a caso è stato il mio giocatore preferito di sempre.

Di giocatori che non ammiro invece ce ne sono diversi, ma preferisco tenere i nomi per me.



 




Un sogno per il futuro?

 

Quello di tutti, ovvero arrivare ad avere dei giocatori in serie A e crescere sempre di più professionalmente.

 

Grazie 

 

 

 

 

03.12   2023

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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