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domenica 3 luglio 2022

SEZIONE SPORT

 

 

 

 

Paolo Radi intervista

 

 

 

 

ANDREA 

VENTURA 

 



Andrea Ventura è un giocatore di Roma e così ci si presenta: “

 

“Mi chiamo Andrea Ventura sono nato il 23 giugno del 1996 a Roma.

 

Cominciai a giocare a calcio all’età di 5 anni al Villanova calcio squadra dilettantistica del mio paese.

 

All’età di 10 anni andai via e cominciai a giocare alla Cisco Roma fino all’età di 14 anni che per cause di fallimento societario chiuse i battenti da un momento all’altro. 

Tornai a Villanova e a 17 anni mi fece esordire in eccellenza Cristiano di Loreto contro il Rieti fuori casa. A 18 abbi la mia prima esperienza importante. Andai a giocare in Friuli Venezia Giulia per militare con la Triestina in serie D, le mie presenze sono state 23 da terzino destro. 

 

L’anno dopo andai a giocare in Abruzzo con l’Amiterdina, serie D, dove fino a dicembre giocai tutte le partite, totale 16 presenze. 

Lo stesso anno torno a Roma con e mi trasferisco al Serpentara, serie D, feci 11 presenze.

 

L’anno dopo scesi in eccellenza sempre con il Serpentara, ho collezionato 32 presenze tra coppa e campionato realizzai 14 gol da esterno d’attacco.

Sempre con il Serpentara l’anno successivo, Eccellenza, 33 presenze, e 13 goal d’attaccante.  Altre squadre dove ha militato: Unipomezia eccellenza, 24 presenze 11 goal, Paliano, 25 presenze e 10 goal, Villalba mini campionato di 10 partite per via del Covid, 5 presenze e nessun goal.

Quest’anno a causa di problemi familiari e lavorativi, in seconda categoria con il Villanova, 12 presenze e 10 goal.

 

Infine ci tengo a dire che ho avuto una piccola esperienza in Spagna anche in seconda b division, sarebbe la serie D italiana.”








 

 

Per prima domanda le vorrei fare questa? Com’è andata la stagione con il Villanova? 

 

La stagione al Villanova è andata bene potevamo fare qualcosa di più con la squadra e gli elementi che avevamo ma in fin dei conti è andata bene.

 

Come gruppo siete compatti? 

 

Ho trovato un bel gruppo molto compatto, una vera e propria famiglia.

 

Adesso che la stagione è finita si aprono nuovi scenari, che cosa di può dire per il prossimo futuro? 

 

Per il prossimo futuro spero di tornare a della categoria più importanti, ho avuto qualche richiesta e sto valutando delle situazioni.

 








Se dovesse esprimere un giudizio sulle sue prestazioni di questa stagione cosa scriverebbe

 

Le prestazioni personali di quest’anno non sono state eccellenti conoscendo il mio   bagaglio di esperienza che ho, rimango sempre molto umile e posso dire  che non sono riuscito a dare il contributo da me sperato. 

Farò meglio in questa stagione che verrà qualunque sia la mia squadra e la mia decisione finale.

 

Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?

 

Credo che la mia passione  fosse già presente quand’ero grembo di mia madre. 

Mi ricordo che fin da piccolo e fino ad ora mia nonna mi ricorda sempre quest’episodio: “la prima volta che iniziai a camminare successo proprio per rincorrere un super santos che era uscito fuori da recinto di sedie (me le avevano sistemate in quella maniera affinché non potessi andare troppo lontano), gattonai sotto le sedie e mi alzai in piedi per rincorrere il pallone.

 






I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”

 

Alla domanda dello studio rido perché è stato un 50 e 50. Mio padre molto appassionato di calcio mi ha sempre spronato per questo sport. E mia madre dall’altra parte mi diceva di concentrarmi su altro e non solo sul calcio. Posso dire che mi hanno sempre assecondato su tutto.

 

Una sua esperienza importante è stata quando è andato in Friuli Venezia Giulia, per giocare con la Triestina. Che ricordi ha, si era ambientato bene?

Come mai poi si è traferito in Abruzzo e perché ci è rimasto pochi mesi? 

 

Sì, diciamo che l’esperienza alla Triestina è stata di spessore, sono cresciuto tanto come calciatore in quel club, essendo una piazza importante Sono tornato perché il mio cartellino era del Villanova e mi avevano girato in prestito, l’anno dopo mi hanno ceduto alla squadra abruzzese. Poi per una questione economica ho deciso di tornare a Roma.



 




Lei ha giocato in diverse squadre, a quale è rimasto più   legato? 

 

Sono rimasto legato molto alla Triestina perché i tifosi mi hanno trattato come uno di loro ed è stata un’esperienza fantastica 

E al Serpentara dove sono stato tre anni 

Perché si era creato con i cittadini e la società un rapporto fantastico e per me come una famiglia

 









Oltre al calcio quali altri sport segue con grande interesse? 


Oltre al calcio non seguo altri sport ma mi piace praticare qualsiasi cosa che abbia a che fare con una cosa tonda


Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi? 

 

Questa è una domanda singolare. 

Penso e credo che chiunque voglia diventare calciatore principalmente lo faccia per passione, come nel mio caso che ancora dormo con il pallone!

 

 

 





Lei di goal ne ha realizzati tanti, si ricorda il suo goal più bello?

 

Di ricordi ne ho tanti,  ma due che non dimenticherò mai  sono:  il gol di rovesciata contro la Cavese e  il gol pazzesco contro il Monterotondo scalo al volo dalla linea del calcio d’angolo quasi.

 

 





Un suo pregio e un suo difetto (calcisticamente parlando) 

 

Un mio pregio e la velocità la tecnica e il saper usare tutte e due i piedi. 

Un mio difetto è il mio agonismo eccessivo a cui ho lavorato questi anni per calmarlo. 

 

 

La nazionale italiana è stata portata in trionfo da tutti vincendo l’europeo contro l’Inghilterra, poi c’è stata una caduta che ha travolto l’intera nazione deluso dal fatto che non sarà ai mondiali. Si è dato una risposta?  

 

No, il calcio è strano e il pallone e tondo quindi ci possono essere molti fattori che possono entrare in gioco.

 








Un giocatore che lei ammira tantissimo? 

 

Sotto l’aspetto del professionista per eccellenza Cristiano Ronaldo. Ma un giocatore che amo e che preferisco a tutti e Ronaldinho 

Il suo modo di divertirsi mentre gioca. È eccezionale

 

Famiglia e amici quanto sono importanti per lei? 

 

La famiglia per me è importantissima, e cosi gli amici anche, ma chi merita di esserlo. 

 

Come si dice gli amici si contano sulle dita di una mano ed è così 

Per uno in particolare Mancini farei di tutto, perché per me c’è sempre stato e so che ci sarà sempre nella cattiva e bella sorte.




 


 



Un sogno che vorrebbe che si realizzasse nell’immediato? 

 

Di sogno ne avevo uno diventare quello di calciatore professionista. 

E di obbiettivi che ne ho tanti e metterò tutto me stesso per realizzarli.

 

 







 



04   luglio     2022

 

(Tutti i diritti riservati) 

 

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