DI PAOLO RADI
CONVERSANDO CON...
CIRO
VACCA
Ciro Vacca Ciro Vacca, è nato a Napoli il 12/04/1991. Abito a Quarto e ha il diploma di ragioniere ora lavoro in una ditta di gestione e lavaggi dei cassonetti della raccolta differenziata.
Gioca a calcio da quando avevo 5 anni, ha iniziato nella Boys Quarto poi a 10 anni passa alla S.S.C. Napoli dove ha militato per ben 9 anni fino ad arrivare al campionato primavera in squadra con Sepe, Insigne Maiello Ciano Izzo...tutti amici che sento ancora oggi.
Dopo ha giocato in D con la Casertana, il Bolzano, poi di nuovo in eccellenza con: Gladiator, Quarto e Nola, in promozione con il F.C. Qualiano e il Quartograd, in prima categoria con l’Interpianurese e il Quarto Calcio.
Al termine dell'intervista c'è la galleria fotografica.
Come prima domanda le voglio fare questa, il mondo dello sport è stato stravolto, come ogni settore della vita, secondo lei, tutto tornerà come prima, oppure anche il calcio subirà dei cambiamenti?
Sì, secondo il mio punto di vista, anche il calcio subirà delle modifiche, sopratutto a livello economico, se prima un calciatore di media categoria riusciva ad andare avanti anche solo con lo stipendio del calcio, ora sarà molto difficile anche perché la maggior parte delle squadre vanno avanti con aiuti importanti di sponsor e quindi con la crisi questi saranno molto meno, automaticamente le squadre avranno meno risorse economiche!
Secondo lei c’erano le condizioni per far ripartire il campionato di serie A, e le varie Champions? Giocare le partite senza i tifosi ha il suo peso, non trova?
Diciamo che dovevamo ripartire con i professionisti soprattutto con la serie A e la Champions perché ci sono troppi interessi e girano tanti soldi, mentre per i dilettanti subito si è pensato di fermare tutto!
Sicuramente il calcio senza tifosi non è la stessa cosa, per me il pubblico è la cosa essenziale per rendere questo sport e logicamente la partita in campo piena di stimoli ed entusiasmo; senza sembra fare un semplice allenamento ed è difficile trovare concentrazione!
Quando ha scoperto che il calcio sarebbe diventato la sua più grande passione?
Questa passione già la coltivavo all’età di un anno, i miei genitori mi hanno sempre raccontato che mentre altri bambini cercavano cento tipi di giochi io cercavo solo e sempre la palla da calcio, infatti nei garage abbiamo più di cento palloni conservati! Quindi è una passione che già è nata dentro di me!
I suoi genitori hanno cercato di assecondarla, oppure le hanno detto la classica frase: “...non sarebbe meglio che pensassi allo studio?”
Mio padre è un grande appassionato di calcio, quindi già sin da piccolo mi accompagnava al campo a fare allenamento e mi seguiva ovunque andassi, anche a mia madre è sempre piaciuto però era anche propensa a farmi continuare con gli studi!
Lei abita a Napoli e le occasioni per praticare altri sport non le mancano, possibile che non ci sia stata qualcun’altra attività agonistica che potesse interessarla?
Si a Napoli ci sono tantissimi altre attività e sport che potevo praticare, ma non mi è mai passata minimamente l’idea di abbandonare il calcio per un altro sport, per me il calcio è l’essenziale!
Quanto crede che sia importate avere una buona cultura per frequentare il “mondo del calcio”?
Si avere una buona cultura può servire molto nel mondo del calcio anche perché può capitare di giocare all’estero e vivere in altre nazioni dove parlano altre lingue e hanno altre abitudini di vita e senza una cultura di base non so fin quando si possa durare!
Lei ha giocato in tantissime squadre, a quale è rimasto più legato, e com’è stata la sua esperienza nel Bolzano calcio?
Si, ho avuto la fortuna di giocare in più squadre, ma l’esperienza e l’avventura che mi ha dato più soddisfazioni e che sono più legato è la S.S.C Napoli, dove ho militato 9 anni fino al campionato Primavera.
Bolzano è stata l’unica esperienza vissuta fuori dalla mia regione, e posso dire che secondo certi aspetti mi ha fatto crescere tanto come uomo prima che come calciatore!
Perché tutti provano a diventare calciatori? Che cosa gli attira, più la fama o i soldi?
Beh se ti dicessi che i soldi non sono nulla ti direi una cavolata, ha la sua importanza il lato economico, ma per quanto riguarda il mio pensiero, la cosa più importante era svolgere e praticare la mia passione al massimo delle mie possibilità: perché per me questo sport è vita!
Lei gioca nel ruolo di?
Io sono un esterno destro sia basso che alto, ma con l’esperienza che ho acquisito negli anni gioco anche da mezz’ala in un centrocampo a tre.
Il suo goal più bello?
Di goal belli c’è ne sono tanti, ma quello più bello che ricordo è quello nel campionato Primavera-Napoli vs Sampdoria 2-0, il primo goal l’ho segnai da un calcio d’angolo battuto da Lorenzo Insigne sul primo palo e io d’astuzia anticipai di testa il portiere in uscita e insaccai in rete.
Alla fine di una partita, ripensa ai suoi errori o a quelli dei suoi compagni, oppure gira pagina e si prepara alla prossima?
Alla fine di ogni partita ripenso sempre ai miei errori per cercare di non rifarli nelle partite avvenire!
Che cosa le sta dando il calcio e che cosa le ha tolto?
Adesso il calcio mi da solo un po’ di svago e il rimborso spese, mi ha tolto la possibilità di imparare un mestiere, perché fin quando giochi fino ai 25 anni a buon livelli non pensi minimamente a lavorare poi dopo quando inizi a scendere di categoria e cercare un lavoro e molto più difficile.
Il suo più grande difetto?
Il mio più grande difetto è fidarmi troppo delle persone e in molti casi sono stato pugnalato alle spalle!
Il suo più grande pregio?
Per me il pregio che ho più grande è quello di dare sempre il massimo per qualunque squadra giochi, sudare la maglia per tutti ei95 minuti e una cosa fondamentale e mi viene naturale farlo. Diciamo sono molto generoso in campo.
Quanto è importante la famiglia per lei?
Per la famiglia è tutto, nei momenti difficili mia moglie e i miei genitori mi sono sempre stati vicino e continuano a farlo anche oggi.
Gli amici che ruolo ricoprono nella sua vita quotidiana?
Di conoscenti ne ho tanti, di amici veri e propri ne posso contare sulle dita di una mano, ma per un amico vero mi farei uccidere!
Che cosa si aspetta dal futuro?
A questo punto della mia vita dal futuro mi aspetto un cospicuo lavoro e che il calcio, la mia passione, mi continui a dare piccole soddisfazion. In questo momento ho firmato per il Castelvolturno Calcio, società composta da persone serie, con un progetto molto importante; speriamo di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Grazie
a cura di Paolo Radi
28 08 2020
(Tutti i diritti riservati)