LUNEDI 2 MARZO 2015
CONVERSAZIONE CON IL
GENERALE di C.A.
FRANCO ANGIONI
Il Generale Franco Angioni Ufficiale dei paracadutisti, ha
comandato il Battaglione Sabotatori Paracadutisti (denominato in seguito
Battaglione d'assalto paracadutisti "Col Moschin").
Tra il settembre del 1982 ed il febbraio del 1984, nell'ambito della Prima Guerra Libanese e successivamente al massacro di Sabra e Shatila a Beirut, ha guidato il contingente italiano (ITALCON) durante la missione Libano 2.
L'intervento in Libano, durante la quale sia il contingente americano che quello francese
subirono gravissime perdite in seguito a due attentati, fu grazie al
Generale un modello di riferimento per
le successive missioni italiane all'estero. Il Generale spinse
i propri soldati a conoscere la cultura locale, sulla quale distribuì a
tutti dei libri. Questa modalità come precisato sopra fece storia.
Generale una prima domanda è d’obbligo, cosa ricorda
ancora dopo tanti anni della sua esperienza in Libano?
Ricordo,
sostanzialmente, due aspetti essenziali:
a) La dedizione
all’assolvimento del compito da parte del personale, Ufficiali, sottufficiali,
truppa, Infermiere Volontarie. In particolare ho impresso nella mente l’impegno
dei militari di leva che, nonostante una preparazione per questione di
tempo, limitata, hanno scritto una pagina di, dignità nazionale.
b) Le occasioni che mi
sono state offerte per incrementare il mio sentire e la mia cultura da quella
esperienza. I 18 mesi trascorsi in Libano sono stati essenziali per arricchirmi
moralmente e culturalmente.
Quest’anno è il
centenario dell’entrata in guerra dell’Italia, alcuni storici, scrivono che
sarebbe meglio parlare di IV guerra d’Indipendenza, altri di grande guerra,
cosa ne pensa di queste definizioni
La prima definizione (“ IV guerra
d’indipendenza “ ) è tutta italiana, è nostra! Indubbiamente l’Italia, come
Nazione, doveva essere completata, anche se il risultato finale, purtroppo, non
è stato sostanzialmente raggiunto. La
seconda definizione ( “ grande guerra “ ) è accettabile se si intende come il
contrario di “ piccola”, riferita, cioè, al numero dei partecipanti. In tal
caso, però, sarebbe banale, perché non è stata l’unica; altre guerre sono
state ben più numerose.
Se si vuole definire, invece,
la “ grandezza morale “, il termine “ grande “ diventa ingiustamente enfatico e
non si addice al fenomeno guerra , che è sempre tragico. Accetterei
la “ grande tragica guerra “, ma in tal caso sarebbe un errore
storico, perché la “ seconda “ è stata più tragica della prima.
Ritiene che le celebrazioni
che ci saranno potranno apportare una nuova visione su questo conflitto oppure
si corre il rischio che siano solo “vuota retorica”, o “retorica “ e basta?
Le celebrazioni sono doverose,
come rispetto e omaggio ai 6000.000 caduti, ai circa due milioni di invalidi e feriti e ai sacrifici che il popolo
italiano dovette affrontare durante la guerra e nel successivo dopo-guerra.
L’analisi storica è auspicabile per trarre preziosi ammaestramenti morali e
tecnici, anche se, in pratica, come confermato dalla realtà, risulta inutile.
Carl Von Clasewitz nel libro
“Della guerra” definisce tale fenomeno con queste parole “La guerra è la continuazione della politica co altri
mezzi”, è d’accordo?
Sì, purtroppo sì. Con il conforto, però, che
oggi, rispetto a più di 100 anni fa, l’umanità dispone, teoricamente, di mezzi
idonei a ritardare il passaggio dalla politica alla guerra, quali l’istituzione
delle Nazioni Unite e Stati retti da
regimi più democratici che in passato.
Dal 2011 con la guerra civile
in Siria, il Medio-Oriente è ritornato sulle prime pagine di tutti i media, non
trova che sia gli Stati Uniti, la Comunità Europea, e la Russia abbiamo
dimostrato ambiguità?
Certamente. La politica, per soddisfare
molteplici esigenze, è, di norma, ambigua, nell’intento di conciliare
situazioni contrastanti. Tra l’altro, quasi
sempre, la politica decide o è costretta a decidere per la guerra,
trascurando, l’importante “ dopo-guerra “ ( vedasi, solo per
rimanere ai nostri tempi, i casi Iraq, Siria, Libia, e altri).
Negli ultimi mesi televisioni, giornali, siti internet
evidenziano la crudeltà, nei confronti dei loro nemici, dei facenti parte dell’ Stato Islamico dell'Iraq e
della Siria
(abbreviato ISIS), a suo avviso
che cosa sappiamo veramente di questo nuovo Stato?
Non si sa molto dell’ ISIS. Dalle confuse
informazioni che ci pervengono, sappiamo che non è e non può essere un nuovo “
Stato “, secondo la definizione del Diritto Internazionale. Non rappresenta,
cioè, un popolo stanziato in un dato territorio e organizzato
unitariamente nel rispetto di un ordinamento giuridico e dei diritti di altri
popoli. Dalle notizie e dalle manifestazioni che
raccogliamo, si tratta di una comunità dedicata a esercitare e a diffondere la
violenza più estrema, facendosi scudo di un credo religioso.
Alcuni commentatori, fonti
governative USA, sostengono che queste terribili esecuzioni che la televisione
in parte ci mostra, non siano realtà vere, ma si tratta di abili
manipolazioni, ritiene fondati questi
dubbi?
Sono convinto, purtroppo, che
sono “ realtà vere “.
In questo momento una parte
dell’opinione pubblica italiana, associa l’Islam al terrorismo, non pensa che
sia “associazione banale” e che potrebbe portare a un vero “scontro di civiltà
E’ un errore pericoloso associare il
terrorismo all’Islam, così come non credo allo “scontro tra civiltà “. Nella
storia, tranne alcuni rari avvenimenti di molti secoli passati, quali le
Crociate, gli “scontri” sono avvenuti nell’ambito di una “
civiltà “.
Oriana Fallaci viene sempre
più menzionata nei riguardi di questa presunta islamizzazione dell’Europa. Alcuni politici dicono che i contenuti dei
suoi libri, mi riferisco a quelli pubblicati dopo l’11 settembre, sono più che
mai veritieri. C’è questo pericolo?
Non credo che esista la “ islamizzazione
“ dell’Europa. La diffusione di una religione è e sarà sempre di più, una
scelta personale ( le scelte imposte in questo campo durano, in termini
storici, lo spazio di un mattino ). Il fenomeno non rappresenta un
pericolo; il vero pericolo è il fanatismo, che può nascere in qualsiasi
religione.
Un ultima domanda , lei che
l’ha conosciuta, che donna era Oriana Fallaci?
Una grande, ottima
giornalista.
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