PAOLO RADI PRESENTA
10 DOMANDE
A…
ALESSANDRO MORICCIONI
Alessandro Moriccioni di Roma, è uno scrittore, la sue passioni sono la storia e i misteri. L'ultimo suo libro è stato un caso editoriale e si chiama “Behind the museum. La vita segreta dei musei”, edito da Espera 2016. (18)
Alessandro di cosa parla il tuo libro “La vita segreta dei musei”?
“Behind the museum” è un tributo a tutti i professionisti che lavorano nei musei, ma è anche un viaggio tra le mille curiosità che si celano dietro le loro esposizioni. Nel libro, che ho avuto l’opportunità di presentare anche in Rai, sono raccontate le storie di quanti si preoccupano di custodire e proteggere il nostro passato e la nostra cultura, ma anche tanti aneddoti che riguardano i musei più strani e incredibili che esistano. Scrivere questo testo è stata una vera e propria avventura che mi ha portato ad interagire con oltre settanta esperti tra cui diversi nomi noti, ma è stata anche una grande responsabilità perché non è facile portare all’attenzione del grande pubblico una realtà complessa e in costante evoluzione come quella museale che, mi sono reso conto, non conoscevo affatto…
Come mai hai scelto la professione di scrittore?
Ho sempre amato scrivere, anche se è una fatica tremenda. Ho iniziato a lavorare come articolista per alcune riviste nazionali quando avevo ventitré anni e non ho più smesso. I primi libri sono arrivati quasi dieci anni dopo, così come i testi dei servizi per un programma di cui curavo le esterne e quelli dei documentari.
Ultimo libro letto?
Tra le mie ultime letture di svago c’è “Una vita da libraio” di Shaun Bythell. Se amate i libri e siete curiosi di sapere come funziona una libreria dell’usato, questo simpatico volume fa sicuramente per voi!
Ultimo film visto?
Amo molto il cinema, ma non ci vado quasi mai per mancanza di tempo. Io sono un tipo che ama gli effetti speciali stile Transformers e Pacific Rim. Difficilmente vado al cinema per sorbirmi un film impegnato. Uno degli ultimi che ho visto in una sala cinematografica, infatti, è stato Star Wars Gli ultimi Jedi.
Scrittore italiano preferito?
Dante, anche se per capire la Divina Commedia sono dovuto ricorrere alle conferenze di Antonio Paolucci e Alessandro Barbero presso la Casa di Dante a Roma. Mi piace molto anche la poesia di Giacomo Leopardi, era un genio e il padre Monaldo era un bibliofilo come me. Un malato di mente che comprava i libri a caso senza sapere cosa acquistava, giusto per far numero in biblioteca nella sua casa di Recanati. Io ho la stessa patologia.
Scrittore straniero preferito?
Sono un grande ammiratore di Jules Verne di cui possiedo quasi tutti gli scritti. Nel 2015 ho potuto visitare la casa di questo grande scrittore ad Amiens, in Francia e ne sono rimasto estasiato, era come vivere un sogno.
Un brivido però l’ho sentito anche nella casa di Lev Tolstoj, nella periferia di Mosca; c’è qualcosa in questo autore russo che mi solletica l’anima anche se sono ancora poche le sue opere che ho avuto il coraggio di affrontare.
Cantante o gruppo rock preferito?
Io sono nato negli anni ’80, quindi la musica con cui sono cresciuto è principalmente quella pop rock. Sono un grande ammiratore dei gruppi inglesi e americani tra cui gli intramontabili Beatles, i Queen, i Led Zeppelin e i Grateful Dead. Ma amo anche il Jazz e la musica etnica.
Com’è organizzata la tua giornata lavorativa?
Dipende. Se ho un contratto in essere per la stesura di un libro, la giornata inizia al computer e finisce allo stesso modo. Se i tempi sono stretti scrivo il più possibile relegando al pomeriggio qualsiasi altro impegno. Io non sono uno scrittore “nottambulo”, scrivo principalmente di giorno, ma se la situazione lo richiede prolungo l’orario finché serve.
Un consiglio per far avvicinare i giovani alla lettura?
Io credo che non siano i giovani a doversi avvicinare ai libri e alla cultura in generale, al contrario sono convinto che sia necessario “interessare” i ragazzi con mezzi innovativi, quelli che conoscono, dal momento che parliamo di nativi digitali che con la carta non sanno cosa farci. Ho visto iniziative eccezionali partire dai musei più impensati per coinvolgere i giovani e portarli a visitare le collezioni. In genere si pensa che un museo sia noioso, ma le interazioni tecnologiche che oggi si possono offrire al pubblico sono stupefacenti e molto lontane dall’essere tediose. Bisogna, tuttavia, comprendere che ci sono dinamiche nell’adolescenza che coinvolgono interessi più importanti dei libri: i primi amori, le amicizie, la musica e lo sport, che sono altrettanto importanti. Se vogliamo avvicinare ai giovani la cultura dobbiamo partire dall’educazione scolastica sì, ma anche da quella famigliare. Se in famiglia non legge nessuno e nessuno s’interessa di alcunché di culturale è più che ovvio che un ragazzo faccia lo stesso. Sono gli adulti che devono cambiare andazzo, non i giovani che il mondo lo devono ancora scoprire…
Come descriveresti te stesso in poche parole?
Descrivermi è sempre un atto che detesto perché facendolo difficilmente si riesce ad essere obiettivi. Credo di essere esattamente come gli altri, forse più curioso della media e abbastanza intraprendente. Di base sono certamente un egocentrico, per questo non ho problemi a stare al centro dell’attenzione, davanti ad una platea di trecento persone come davanti ad una telecamera in diretta TV.
Grazie
a cura di Paolo Radi
17 04 2018 )
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